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venerdì 21 settembre 2018

Vacanze in USA #2

Un bizzarro aereo

Dopo la sorpresa di ieri finalmente saliamo sul volo che da Chicago ci condurrà a Cincinnati. Mentre osserviamo la fauna locale d'altro mondo, ci imbarchiamo. Dimenticavo, l'ordine non è per posto, ma per zona sul velivolo. Inoltre, il posto non si prenota al check in, ma al desk del terminal poco prima di attraversare il tunnel dal terminal all'aircraft. Fatto questo, ci accingiamo. Ma appena superate le prime due file, il corridoio interno ruota verso sinistra e dopo prosegue dritto. Un aereo storto? Inedito! Comunque, stiamo seduti, cintura allacciata, porte chiuse. Ora partiremo. E così è, ma una volta in volo l'aereo comincia a scricchiolare ad ogni cambio di rotta.


Fantastico!


Arriveremo alla meta? Si spera! Comunque essendo un volo interno, sotto di noi non c'è il mare, ma gli spazi Americani … strade, case, città, laghi, fiumi, centrali nucleari … altre due o tre vibrazioni e le due hostess si offrono la colazione. In fondo, è ancora mattina presto. Coffee? Yep! E mia moglie, finita nella fila dietro di me, con the son, costante di questo viaggio, mentre io siedo accanto ad un american man, mi fa ‘Come Coffee? Non sai che…’. Lo so, lo so, ma stavolta ci inzupperò il biscotto. Chissà che così diventa commestibile. Già la bollente e disgustosa brodaglia nera che in USA chiamano, e con coraggio, caffè… faccio appena in tempo a mandarlo giù che ci avvertono che abbiamo cominciato la discesa verso l'aeroporto di Cincinnati. Di già? Eppure, in dieci minuti siamo dentro il terminal.

I colori, gli odori, la luce, l'architettura, i volti ci ricordano che ci troviamo dall'altra parte del mondo. E che, soprattutto, la vacanza è cominciata. Bye bye Italy!


Fontana allo zoo di Cincinnati

venerdì 14 settembre 2018

Vacanza in USA #1


Dopo una lunga pausa, riprendo le pubblicazioni sul blog.

Un resoconto delle mie ultime vacanze negli States.

Buona lettura!

Vacanze in USA

Welcome to America

Good bye, Italy! Dopo un lungo viaggio transcontinentale, dal Vecchio al Nuovo Mondo, sbarchiamo a Chicago. Teoricamente, avremmo una finestra temporale per prendere un volo locale in direzione Cincinnati. Appunto, avremmo, ma solo in teoria. Prima di abbandonare l’aircfraft, un annuncio ci avverte che una volta sbarcati, avremmo dovuto operare il riconoscimento del bagaglio. E che significa? Non dovremmo prenderli direttamente a destinazione? Boh … scendiamo e come tutti gli altri veniamo incanalati in lunghissimi torpedoni. Ma dove stiamo andando? Vediamo infine uno spazio intermedio con alcune postazioni elettroniche. E cosa dovremmo farci? C’è una hostess (?), chiediamo a lei. In brief, dobbiamo autenticarci autonomamente, tramite passaporto, foto segnaletica e impronte digitali. Fila chilometrica, varia umanità, tutte le etnie presenti, americani e non! La fila non scorre e il tempo passa. Appena il tempo di procedere alle nostre autenticazioni self e di imboccare il secondo torpedone che scopriamo che alla fine dello stesso ci attendono gli ufficiali della dogana chiusi nei cubicoli. Ah beh, dovremmo procedere al riconoscimento dei nostri bagagli e filiamo a prendere il volo … ma cosa fanno? I passeggeri esibiscono il loro passaporto - di nuovo -, mostrano le loro impronte digitali - again -, e vengono fotografati - ancora - … ma perché? Lo abbiamo appena fatto! Sale il panico! Blocchiamo nuovamente la hostess di prima e le chiediamo ‘ma dobbiamo rifare nuovamente  riconoscimento?’ E lei ‘sure, è la procedura’! Ma come la procedura? ‘abbiamo un altro volo tra poco’. Chissà, magari si impietosisce e ci abbrevia la coda, come fanno a Palermo ad esempio per chi ha il volo a breve. E invece, no! Risponde laconica ‘se perdete il volo per colpa dei controlli, vi mettiamo gratis su un altro volo’. Ma che brava! Dispersi a Chicago e dovremmo cercare un altro volo? E come le migliori profezie che si auto avverano, ecco che il tempo scorre via veloce e, dopo un altro e secondo controllo tramite addetto umano e viaggio in bus per raggiungere il lontanissimo terminal - quindici minuti buoni a velocità sostenuta - , dopo aver dovuto ritirare manualmente il bagaglio imbarcato, l'addetta al desk, con olimpica flemma, ci annuncia che ‘sorry, you miss the flight’.

Panico!

Ed ora? La stessa addetta ci spiega, calmissima, che la colpa è della compagnia italiana - quindi, scordatevi un rimborso o un alloggio spesato in hotel, sfigati! - e che ci imbarcherà su un altro volo il giorno dopo a costo zero.

Fantastico!

Una notte a Chicago!

E quindi? Ora che facciamo? Beh, dice mia moglie, 'ragazzi, siamo negli Usa e, soprattutto, siamo in vacanza!'.

Così, visto che dobbiamo presentarci il giorno dopo al desk per le sei del mattino, ci concediamo una quadrupla all'Hilton del terminal stesso … e non contenti ci affidiamo ad un tassista che ci porterà a visitare Chicago. E magic bean fu! L'unico problema è il  costo addebitato sulla carta di credito. Ma this is America!


Le nostre vacanze sono appena cominciate.


The Bean!