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mercoledì 29 ottobre 2014

Pillole della dirigenza2

"altre direzioni di marcia che, nell'insieme, paiono derivare dall'identica matrice culturale e che sembrano tra loro corrispondere all'antico disegno "riformatore": esigenza di fare cassa"


(G. Mondelli, Dirigere la scuola al tempo della globalizzazione. L'azione del dirigente scolastico nella società della conoscenza, Anicia, Roma, 2012, p. 148)


E se lo dice il dirigente scolastico ...!



(url immagine: http://www.insegnareonline.com/cms/img/385/fotomondelli.jpg)

sabato 25 ottobre 2014

Pillole della dirigenza1

"sembra che il ministero dell'istruzione si convinca - forse già prima di predisporre un progetto legilastivo - che basti "licenziare" delle leggi perché si realizzi il cambiamento voluto dalle stesse. Non è così, la storia della scuola [...] ce l'ha più volte dimostrato. Se è necessario, non è, però, sufficiente produrre delle leggi di riforma (ovvero di particolare importanza) perché la scuola si riformi. Neanche quando le si accompagna, nel tempo, con decreti, direttive o, secondo l'ultima moda, mediante Linee Guida. C'è bisogno di altro!"

(G. Mondelli, Dirigere la scuola al tempo della globalizzazione. L'azione del dirigente scolastico nella società della conoscenza, Anicia, Roma, 2012, p. 187)

Capito Renzi? Altro che le Linee Guida de #labuonascuola ! Ci vuole ben altro! In primo luogo, investire risorse fresche, vale a dire del tutto nuove, nell'istruzione, e non rimestare gli stessi saldi, pretendendo che bastino a coprire per intero la malaticcia scuola pubblica italiana ...

Ma questo è il sogno, il nobile sogno, non la dura ed amara realtà, nella quale, all'esatto contrario, si fanno le finanziare reiterando annualmente (o biannualmente) il blocco del contratto, peraltro scaduto nel 2009, per gli operatori del settore ...

Se fossimo forze dell'ordine, avremmo alzato la voce ed ottenuto subito misteriose risorse occulte, ma siccome siamo la parte "sfigata" della P.A., quanto percepiamo ci basta ...

Almeno finché non entrerà a regime il funesto e pernicioso meccanismo meritocratico de #labuonascuola (per intenderci: quello dei 2/3 del personale che, forse, in maniera non trasparente, prenderà 60 €, non è chiaro se lordi o netti, di premio, ma lo stesso non potrà licenziare i dirigenti scolastici incapaci, vale a dire non meritevoli) ... allora, probabilmente, 1/3 del personale percepirà ancora meno ...

E, cosa non meno importante, l'intera operazione verrà finanziata dai saldi attuali che, dunque, rimarranno del tutto invariati ... il tutto per ripartire dalla scuola!





(url immagine: http://www.insegnareonline.com/cms/img/385/fotomondelli.jpg)

mercoledì 22 ottobre 2014

Insegnanti di sostegno: buoni o cattivi!






(tratto da: P. Blum, Sopravvivere nelle classi difficili. Manuale per gli insegnanti Erickson, Trento, 2012, p. 60)

In attesa della sognata, oltre che campata per aria, evoluzione del docente di sostegno, come tutto quel che è borderline, nell'indistinta terra di mezzo, il docente di sostegno assume connotazioni ambivalenti: o "eroe" o "parassita". 


La verità, come spesso accade, sta nel mezzo: il docente di sostegno è una risorsa preziosa per la classe intera nella misura in cui è un elemento attivo che condivide con l'intero consiglio uno stesso progetto educativo con annesse prassi comuni di azione pedagogica e/o didattiche.


Se, invece, come più spesso accade, viene percepito dai colleghi curriculari alla stregua di un bodyguard o di un braccio (non)armato per sé oppure, peggio ancora, come una figura grigia cui delegare il proprio lavoro o l'onere educativo del proprio ruolo, allora - apriti cielo - cominciano i guai.


E lo stesso docente sarà "buono" se, e solo se, asseconderà, più supinamente possibile, i desiderata dei colleghi; sarà "cattivo" se, e solo se, inopinatamente si rifiuterà di assecondare i desiderata dei colleghi.


In entrambi i casi, però, lui stesso svolgerà un pessimo servizio pubblico dal momento che verrà meno alla sua stessa funzione, vale a dire alla regia discreta dei processi di integrazione delle risorse umane interne al gruppo classe, le quali, per definizione, includono non solamente gli utenti del servizio scolastico, ossia gli alunni, ma anche, e per loro giocoforza, i corrispettivi operatori, ossia gli stessi colleghi curriculari.

Rovesciamo, allora, la frittata e chiediamoci: quando sono "buoni" o "cattivi" i docenti curriculari?

lunedì 20 ottobre 2014

Caro Matteo ...


Ma c'era bisogno di sprecare così tanti soldi per imbastire il lancio pubblicitario de #labuonascuola? Dico, ne valeva davvero la pena? E, d'altra parte, se già è deciso di seguire quella via per risparmiare ancora, perché raccontarci la frottola della consultazione? O fingere interesse per quel che pensano personale, alunni e famiglie? Ed ancora, per quale motivo quella finzione dispregiativa del merito per i 2/3 del personale con le tre classi di crediti? Insomma, se intendevi risparmiare ancora, ti bastava dire che da qui sino al 2030 compreso gli attuali salari sarebbero rimasti fermi, al palo, congelati allo stato attuale (che poi è quello del 2007) ... sarebbe stato più logico, ed anche, forse, più pulito ...

Invece, no: da qui la farsa mediatica del merito premiato ... peraltro indorando una pillola amara, più simile ad una grossa supposta a dire il vero, suggerendo che con il nuovo sistema un virtuoso otterrebbe molto di più che dal sistema attuale di aumenti sulla base dell'anzianità di servizio (e l'esperienza che fine fa, oh ciovani?), dimenticando però (o omettendo) di precisare che lo scenario presentato è solo uno dei moltissimi possibili (come se un tizio potesse ogni tre anni, per suoi meriti, "scattare" sempre sino al collocamento in quiescienza) e di certo solo il "migliore possibile", dunque, statisticamente assai improbabile ...

Peraltro, la precisazione in merito al blocco del contratto è, a mio sommesso parere, lampante quanto inequivocabile, oltre che "tombale": i risparmi su di noi sono già in DEF ... vale a dire che sono già stati decisi ed iscritti in bilancio ...

Quindi, ancora una volta una prece per la scuola pubblica italiana, e per i suoi lavoratori!


(url immagine: http://www.repubblica.it/images/2013/09/14/115740229-8ae70cae-6a1a-4bbd-9edd-b0561733fefa.jpg)

sabato 18 ottobre 2014

Ma che buona scuola! Al massimo meno salario!


Il merito paga? Sembra proprio di no se confrontiamo il sistema attuale con le stime, ottimistiche a dire il vero, di quello "meritocratico" delineato, anche vagamente ed in maniera dolosamente imprecisa, nelle fumose Linee Guida de #labuonascuola ....

In poche battute, l'impressione finale è che, in realtà, più che premiare i meritevoli, si puniranno tutti quanti i docenti diminuendo tutti i salari ... L'effetto finale, infatti, è che nella migliore delle ipotesi il più meritevole di tutti, ovvero colui che miracolosamente e fortunatamente riesce a imbroccare tutti gli scatti ogni tre anni sino a fine carriera, prenderà comunque meno di quanto prenderebbe un collega a fine carriera con il sistema attuale delle progressioni automatiche per anzianità di servizio ...

Non ci credete? Date un'occhiata alla seguente tabella che mostra la differenza (evitando la confusionaria etichetta 'lordo Stato' che, beninteso, non è affatto quanto va nelle tasche dei docenti ...)!

Bene, allora ripetiamo insieme tutti quanti "buona scuola!" ...


(url immagine: http://www.professionistiscuola.it/images/Differenza_tra_i_due_sistemi.png)

giovedì 16 ottobre 2014

Topalbano sugno!


Può Montalbano trasformarsi in salsa topolinese? Ebbene sì! Curiosa la commistione di italiano e slang siciliano, peraltro già presente nei romanzi di Camilleri, che in versione "a fumetti" si colora in maniera decisamente particolare.

Ma interessante anche il tributo a Pirandello con il personaggio di Antonino Meis, reinventazione di Adriano Meis, protagonista del romanzo Il fu Mattia Pascal.


(tratto da Topolino 3067 p. 49)

Cos'altro aggiungere? Solo questo: buona lettura!

martedì 14 ottobre 2014

Autopromozione



(A. Pizzo, Martha Nussbaum e il soggetto libero, eguale ed indipendente, in I. Pozzoni (cur.), Schegge di filosofia moderna XII, DeComporre edizioni, Gaeta, 2014, pp. 139 - 153)

domenica 12 ottobre 2014

Molti chiamati, pochi eletti







"Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l'abito nuziale. Gli disse: «Amico, come mai sei entrato qui senza l'abito nuziale?». Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: «Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti». Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti"






(Mt XXII, 10 - 14)






I servi radunarono tutti, molti infatti sono chiamati, ma non tutti sono degni del banchetto, pochi infatti sono eletti. 






Il contrasto con il banchetto nuziale è dato dalle tenebre, ove vi sono solo pianto e stridore di denti, vale a dire la separazione totale e definitiva dalla divinità, il fuoco inestinguibile generato dal desiderio irrealizzabile di far parte del banchetto.






Un passo che mi inquieta sempre, tutti sono chiamati ma non tutti entreranno, molti sono invitati ma non tutti sono bene accetti, il banchetto è sì per molti ma non per tutti, alcuni finiranno nelle tenebre, alcuni non prenderanno parte al banchetto nuziale, alcuni batteranno i denti e piangeranno ...






E nonostante che i tempi siano maturi, dal momento che i preparativi per la festa sono conclusi e tutto è pronto per imbandire il banchetto, la chiamata prosegue ininterrotta.






Quindi, non resta che rispondere all'invito. Prenderemo parte al banchetto o troveremo posto solo nelle tenebre?









(url immagine: http://www.donbosco-torino.it/image/06/03/09-Banchetto_Nuziale.jpg)

C'è anche un canto che riprende lo stesso messaggio, dell'invito alla festa.
















venerdì 10 ottobre 2014

Parole chiave #La buona scuola


In attesa degli esiti della consultazione pubblica, penso sia interessante tener presenti le occorrenze dei termini chiave del documento #labuonascuola. Infatti, se non ho sbagliato a contarle una per una, il loro seguente elenco, per quanto parziale e non completo, fornisce già un'idea di massima generale delle motivazioni politiche che ne stanno dietro.

valutazione: 50
risparmio: 4
merito: 6
ata: 2
docente: 59
professionalità: 11
formazione: 84
salario: 0
consultazione: 5
scatti:15
crediti:19
portfolio:5
certificato: 1
validato: 0
lavoro: 73
risorse: 81
MOF: 15
scuola: 442
impegno:10
più:198

C'è, forse, bisogno di aggiungere altro? 

Si prosegue, imperterriti, sulla tendenza a parcellizzare il lavoro scolastico, ingannati dall'idea secondo la quale a tot ore lavorate corrispondano tot competenze/apprendimenti acquisiti, e dimenticando del tutto che la dinamica insegnamento-apprendimento non funziona affatto così, che non è per nulla così lineare e cumulativa, e che non può essere quantificata in un numero esatto di prodotti finali conseguiti ... 

... e, dunque, se così non è la vita scolastica, come si può pensare di premiare il 66% del personale ogni tre anni, lasciando al palo tutti gli altri, vale a dire 1/3 del personale complessivo, probabilmente non meritevole per non demeriti propri? 


Caro Matteo, usciamo dall'equivoco e non nascondiamo più mere esigenze contabili, vale a dire una riduzione generalizzata della spesa, con proclami di rilancio della scuola ...



(url immagine: http://www.itis.pr.it/nuovo/wp-content/uploads/2014/09/LaBuoinaScuola.jpg)

martedì 7 ottobre 2014

Caro Salvatore Nocera



Caro Salvatore Nocerca,






prendo spunto dalla tua critica al boicottaggio corporativistico promosso da alcuni miei colleghi (?) contro Dario Ianes, e contro la casa editrice Erickson, rei di aver proposto un'evoluzione del docente di sostegno, Siccome non conosco nei dettagli siffatta proposta, eviterò di discuterne. Tuttavia, mi soffermerò sul tuo editoriale, pubblicato su Edscuola in data 06 ottobre 2014.






Concordo con te, caro Salvatore, il boicottaggio è proprio una scemenza, qualcosa di inopportuno rispetto anche alla grande tradizione della Erickson e alla reputazione di Dario Ianes. Ciò non toglie, però, che siano presenti alcuni grandi rischi in merito alla proposta di trasformazione del docente di sostegno, e del sostegno in quanto tale, di quest'ultimo. E penso proprio che la levata di scudi cui fai riferimento sia la spia di un profondo disagio sindacale da parte di docenti che, dopo una gavetta lunghissima oltre che umanamente significativa, e dopo cospicui investimenti nei percorsi universitari di formazione specialistica, percepiscono l'ennesimo pericolo di perdita dell'identità professionale, prima ancora di quella occupazionale. E' un segno di debolezza corporativa, perché se fossimo davvero forti manco si alzerebbe la mattina qualcuno a dire che è tempo di cambiare. Invece, l'idea che l'integrazione non ha funzionato a dovere, induce alcuni a vagheggiare un superamento del modello attuale. In forza di cosa, ripeto, non so con esattezza. Sui forum e sui siti si insiste su un collocamento dell'80% del personale attuale su ruoli curriculari mentre il restante 20% diventerebbe un corpo di consultazione da parte del consiglio di classe il quale, per intero, e non più tramite delega al docente di sostegno, dovrebbe farsi carico in prima persona, vale a dire direttamente, dell'integrazione degli studenti disabili. Un qualcosa che già avviene con i BES.






Tuttavia, a mio onesto modo di vedere, il rifiuto dell'evoluzione proposta di Ianes, benché impensabile in concreto di per sé, presenta svariati profili di meritevolezza. Siccome, però, non voglio annoiarti con la mia prosa sguaiata e poco acuta, ne elenco solo due tra i tanti: 






1) venuta meno la figura del docente di sostegno, chi ci garantisce che il consiglio di classe favorisca davvero, e meglio di quanto non avvenisse in precedenza, l'integrazione delle persone disabili?;






2) in tempi di revisione della spesa, ossia di riduzione generalizzata della spesa pubblica, senza se e senza ma, mi risulta quantomeno pericoloso ipotizzare un superamento dell'attuale integrazione scolastica dal momento che si giustificherebbe tout - court la malsana idea di qualche legislatore ragioniere di abrogare in toto l'integrazione scolastica delle persone con disabilità con fine deliberato di conseguire economie per le finanze pubbliche.






Non sono questi due dei profili che da soli già bastano per rigettare la supposta evoluzione del docente di sostegno? Penso di sì, anche se non desidero affatto passare per un conservatore dell'integrazione scolastica. Abusi, errori ed inefficienze si sono verificate e continuano a verificarsi, in primo luogo la vituperata prassi di utilizzare il docente di sostegno come "tappabuchi" per le supplenze temporanee del personale curriculare. Ed è bene lavorare per migliorare il sostegno. Tuttavia, prudentemente rinvierei a tempi più propizi qualsiasi idea evolutiva o palingenetica che sia.






Fiducioso di avermi inteso, ti rinnovo la mia simpatia e il riconoscimento per la tua infaticabile opera di difesa degli interessi delle persone con disabilità







Firmato, un docente che di sicuro non sa nulla di politica e meno ancora di scuola. 









(url immagine: http://www.grusol.it/immagini/libro06-2014.jpg)





lunedì 6 ottobre 2014

Cantico delle creature



(url immagine: http://www.basilicasanfrancesco.com/souvenirs/media/catalog/product/cache/1/image/5e06319eda06f020e43594a9c230972d/t/a/tau_0216_1.jpg)

venerdì 3 ottobre 2014

Il tempo delle cattedrali

"IL TEMPO DELLE CATTEDRALI

E' una storia che ha per luogo
Parigi, nell'anno del signore
millequattrocentottantadue
storia d'amore e di passione
e noi gli artisti senza nome
della scultura e della rima la faremo rivivere
da oggi all'avvenire.

E questo è il tempo delle cattedrali
la pietra si fa statua, musica e poesia
e tutto sale su verso le stelle
su mura e vetrate
la scrittura è architettura.

Con tante pietre e tanti giorni,
con le passioni secolari
l'uomo ha elevato le sue torri
con le sue mani popolari
con la musica e le parole
ha cantato cos'è l'amore
e come vola un ideale nel cielo del domani.

E questo è il tempo delle cattedrali
la pietra si fa statua, musica e poesia
e tutto sale su verso le stelle
su mura e vetrate
la scrittura è architettura.

In questo tempo delle cattedrali
la pietra si fa statua, musica e poesia
e tutto sale su verso le stelle
su mura e vetrate
la scrittura è architettura.

Qui crolla il tempo delle cattedrali
la pietra sarà dura come la realtà
in mano a questi vandali e pagani
che già sono qua
questo è il giorno che verrà
oggi è il giorno che verrà"