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giovedì 13 febbraio 2014

Interpretazione di cosa?



"L’interpretazione, si dice, non è interpretazione di qualcosa: non esistono cose o fatti o verità da interpretare, ma solo interpretazioni e interpretazioni di interpretazioni. Penso che ciò non sia conforme al concetto di interpretazione, la quale o è interpretazione di qualcosa o non lo è: l’interpretazione che dissolve in sé stessa ciò ch’essa ha da interpretare, e che quindi vi si sostituisce, cessa con ciò stesso d’essere interpretazione"


(L. Pareyson, Pensiero ermeneutico e pensiero tragico, in J. Jacobelli (a cura di), Dove va la filosofia italiana?, Laterza, Roma – Bari, 1986, pp. 136 – 137)



Buon vecchio Pareyson: chi ci libererà dal collasso su sé stesso del pensiero occidentale?



Di quella, per dirla altrimenti, particolare turba che viene chiamato anche postpensiero?



Sarebbe bello saperlo, per intanto, cerchiamo di interpretare quel che altri ci offrono all'interpretazione.




(immagine tratta da: http://www.pareyson.unito.it/par800.jpg)

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martedì 11 febbraio 2014

Filosofia o favola?



"Tutti i «pensieri» sono «deboli», sì; ma, poi, ce n’è sempre uno meno «debole» o più «forte» degli altri. Ed uno di questi «pensieri», si può ritenere, è proprio quello attraverso il quale, anche contraddittoriamente, si assicura, per dir così, l’insicurezza di ogni affermazione, di ogni azione; e, soprattutto, l’instabilità o, addirittura, la nullità di ogni cosa […] È chiaro, poi, che, in questa «sicurezza», o in questa «forza», tutto sommato dogmatica del «pensiero debole», è possibile leggere […] una precisa opzione ideologica"



(A. Negri, Una filosofia farsa, in J. Jacobelli (a cura di), Dove va la filosofia italiana?, Laterza, Roma – Bari, 1986, p.131)




Debole sì, debole no ...




Insomma: il pensiero è pensiero o favola?




Questo, in soldoni, in estrema sintesi, la natura della questione, e della diatriba, tra pro e contra il pensiero cd. "debole".







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