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domenica 25 maggio 2014

Cantami, oh mio troll!



In tempi di stelle cadenti e oltrismi, riflettiamo bene sui confini liquidi e fuzzy del grillismo, talvolta perle preziose talaltra solamente "merda digitale" (cit.), talvolta capopopolo talaltra solamente oltre-hitlerismo, talvolta nume tutelare della democrazia talaltra solo un troll digitale ... bene, chiariamoci le idee su cosa sono i troll e come gestirli!

"Gestire i trolls. Corso di sopravvivenza
Oggi i troll non sono più quindicenni coinvolti nei videogiochi, ma sono persone che cercano di demolire il lavoro degli altri intervenendo nelle discussioni online su blog, forum e social network. Spesso ripetendo ossessivamente all'infinito alcuni schemi argomentativi semplici. Qualunque cosa voi scriviate, arriva il troll, riprende l'argomento ossessivo, solitamente non nel merito di ciò che avete scritto, e dà il via. 
Cosa fare? Come arginare? Come comportarsi?

Comprendere il troll
Riconoscere e capire un troll è importante per potersi difendere o riuscire ad evitare di cadere nella sua provocazione. Ciò che spinge un troll a commettere simili comportamenti sono sostanzialmente riconducibili a due motivi: noia e richiesta di attenzione. Chi ha un hobby o un lavoro non ha il tempo per essere un troll: la noia nel mondo reale si trasporta in quello virtuale spingendolo a trovare sollievo nel danneggiare gli altri. I troll sono carenti di stimoli IRL (in real life), vuoi per scarse propensioni alle relazioni sociali, per pigrizia o semplice mancanza di interesse. Il risultato è quello di ricercare ed ottenere facilmente online ciò che invece potrebbe incentivare una vita reale. Dietro a questo genere di atteggiamento si nasconde una profonda insicurezza, quindi, indipendentemente dal mezzo con cui la risposta è ottenuta, il trolling acquisisce un senso quando qualcuno cede alla provocazione e reagisce.
Altro segnale di insicurezza è la richiesta di attenzione: un troll vuole essere al centro delle attenzioni, essere il beniamino della marachella, avere i riflettori puntati su di sé. E per ottenere tutte queste attenzioni userà qualsiasi metodo: critiche, commenti polemici, flame o stupide offese. La reazione immediata che si ha nel ricevere questi attacchi personali è quella di rispondere sentendosi costretti a “sistemare le cose”: questo è ciò che alimenta un troll.

Non alimentare il troll
La ragione per cui ci sentiamo in dovere di rispondere a un commento negativo è lo stesso motivo per cui un troll fa quello che fa: ego. Se uno sconosciuto entra in contatto con la nostra vita, fa parte della nostra natura umana tentare di difenderci e non restare in silenzio, perché il silenzio potrebbe essere interpretato come segnale di arresa e il cessare di opporre resistenza significa sconfitta. Questo è modo di pensare è sbagliato. Chi ha esperienza nello studio dei troll e nelle interazioni con simili personaggi confessa che è impossibile battere un troll, sia nella realtà virtuale che nelle discussioni online. Un troll non ammetterà mai di aver sbagliato, ricredersi sul suo comportamento e rimediare all’accaduto. Dunque, dopo aver ricevuto un affronto da un troll invece di fumare dalla rabbia e reagire di istinto sarebbe bene ignorarlo completamente. È ovvio che questo è molto difficile perché siamo naturalmente inclini a reagire agli impulsi e siamo portati al contrattacco. Non fatevi ingannare da accuse del genere "non accetti le critiche" oppure "non sei democratico". Offese e calunnie non sono critiche e nemmeno segno di democrazia, nella "vita reale" sono reati. Il troll non lo sa o non vuole ammetterlo, voi sì. Ignoratelo. Rischiate di essere complici, in modo subdolo e inconsapevole, di un reato di cui ancora oggi devono definirsi i confini: la diffamazione e la calunnia digitale come anche lo stalking digitale. Cioè prendere di mira qualcuno è ossessionarlo di critiche, di offese mascherate e di calunnie. Ignorare completamente è l'unico modo di difendersi.

Gestire i troll
Qualche consiglio per prevenire e gestire i segnali di sfida di un troll:

- Prevedere con lungimiranza: durante un attacco di un troll provare a chiedersi quale potrà essere il risultato di un’eventuale risposta. Per dare una risposta è necessario mettere in pausa il gioco, respirare e capire il significato di quell’ attacco al nostro ego. Perché ci stiamo sentendo colpiti e arrabbiati? Abbiamo già visto un simile comportamento in altri scenari? Il commento ricevuto contiene degli elementi validi? Questi piccoli particolari devono influenzarci nel renderci conto che ogni nostra risposta non cambierà la mente del troll, ma anzi potrà nutrirlo.

- Parlare con un amico: il semplice gesto di sfogare la frustrazione di essere stati provocati raccontandolo a qualcuno, potrà farvi realizzare che la reazione all’attacco non porterà i benefici pensati, ma inviterà il troll ad andare oltre. Cancellare un post o un commento al quale abbiamo ricevuto un flame o una provocazione sarà soltanto un segnale di vittoria per il troll e una sconfitta per tutti gli amici o i lettori cui invece il contenuto interessa veramente.

- Allenamento: se non sai come trattare con i troll è il momento di fare pratica con dei principi che ci indicano cosa fare e come non agire in determinate situazioni. Così come è bene chiedersi quale importanza ha per noi la persona che ci sta accusando: è il valore di questa risposta a fornire la sensazione e il sentimento di rabbia.

Regola del 30%: James Altucher sostiene che non ha importanza chi siamo, quello che facciamo e qual è il nostro pubblico, indipendentemente da questo, il 30% ci amerà, il 30% ci odierà e il 30% ci ignorerà. Pertanto ci dobbiamo concentrare sulla prima percentuale e non spendere neanche un solo secondo sul resto. I troll non fanno parte di quel primo 30%.

da:

(tratto da: https://www.facebook.com/notes/mila-spicola/gestire-i-trolls-corso-di-sopravvivenza/10152476863958217)

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