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lunedì 5 marzo 2018

Elezioni



Finalmente, si è votato.

Finalmente, il popolo ha gustato il bene di consumo altrimenti chiamato 'votare'.

Finalmente, è iniziata la nuova legislatura.

Due considerazioni.

1. Chi doveva perdere, ha perso. E sin qui nessuna sorpresa.
2. Chi doveva vincere, non ha vinto. E qui la rilevante notizia.

Dopo un'interminabile campagna elettorale durata svariati anni, il turbine movimentoso avrebbe dovuto avere la maggioranza assoluta e dare luogo ad un governo monocolore. Così non è stato.

Adesso, alla faccia dei puristi e dei politologi da bar o da blogghe (pare sia oramai la stessa cosa), la parola torna a chi di competenza, ovvero al neo Parlamento, luogo di composizione ed equilibrio degli opposti interessi e sede di mediazione politica.

Si riuscirà a trovare un compromesso e a formare un nuovo Governo? Oppure, nella peggiore delle ipotesi, tra non molto saremo costretti a votare di nuovo?

Curioso notare la sostanziale normalizzazione di quanti, sino a ieri l'altro. cavalcavano slogan e formule e rituali poco consoni ed ora paiono quasi statisti moderati d'altro tempo!

Ma magari è solo l'effetto da hangover, di postumi da sbornia post elettorale, o poca lucidità dovuta alla gravità della situazione presente. Non so, fate voi.

In ogni caso, non possiamo che stare a guardare.

Prevarranno gli interessi comuni o solo quelli di bottega? Il bene comune o gli interessi di parte?



(url: https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRFaBd0GVR1J4KQngMvDJvjTZhKsGV5SoJe5cjW6rRk5AUT_W1e8Q)


lunedì 29 settembre 2014

Il disagio della (sub)cultura pentastellata ...

Facile e sempreverde è il fenomeno delle sotto - culture, oggi tanto brulicanti a causa di una marcato disagio socio-culturale a comprendere e a saper gestire la nostra realtà complessa e pluricentrata.

Comunque, per chi ha occhi per guardare ed orecchie per comprendere, è divertente scoprire in quanti modi diversi sia possibile sprecare la propria intelligenza. 

Qui un elenco parziale delle fantascemenze dei pentastellati! Buona lettura e buon divertimento, seppure amaro!


(url immagine: http://www.ideativi.it/public/Blog/tastobufala.png)

martedì 27 maggio 2014

Essere oltre ... cosa?



"abbiamo perso ma siamo lì, noi siamo oltre la sconfitta"

Parole a freddo dopo lo shock elettorale ...

Curiosità mia: ma i sondaggi chi li fa? Il Casaleggio, forse? O a suon di taleggio?

Comunque, si presti la dovuta attenzione al fluire indistinto delle parole del comico-politico ...

Da un lato, dice "abbiamo perso", e questo è ragionevole; dall'altro aggiunge "ma siamo lì", ed anche questo è ragionevole, e nonostante gli inutili proclami dei giorni precedenti al voto ("il Parlamento non ha più legittimità" ... "l'attuale Capo dello Stato deve andare a casa" ... "nominiamo un altro Presidente della Repubblica" ... "Napolitano deve sciogliere le camere ed affidare a noi il Governo" ....); ma la chiusa finale è un capolavoro di retorica iperbolica indifferente alla semantica palese dei termini adoperati.

Infatti, il comico proclama, quasi con enfasi, "siamo oltre la sconfitta" ...

Il che contraddice quanto detto in precedenza, "abbiamo perso", se sono oltre la sconfitta, allora hanno vinto? Ma non avevano perso? E dire di essere oltre la sconfitta, che vuol significare?

In un post recente, mettevo in luce il carattere trasognante di questa retorica "oltrica", di questo oltrismo declinato in tutte le salse, soprattutto quelle estranee alla realtà effettuale delle cose. In questa sede, ne ravviso un ulteriore aspetto: non conta votarci o meno, non importa vincere o perdere, tanto noi siamo lì, oltre ogni possibile esito elettorale ...

Penso che non ci fosse alcun bisogno, allora, dell'ennesimo manipolatore delle parole ... che finché restano tali, ancora ancora può andar bene, ma se porgiamo lo sguardo sull'abisso viscerale sul quale questa retorica immette, non c'è da stare tanto tranquilli!


(url immagine: http://www.fusionserv.com/wp-content/uploads/2014/05/risultati-elezioni-europee.jpg)

domenica 25 maggio 2014

Cantami, oh mio troll!



In tempi di stelle cadenti e oltrismi, riflettiamo bene sui confini liquidi e fuzzy del grillismo, talvolta perle preziose talaltra solamente "merda digitale" (cit.), talvolta capopopolo talaltra solamente oltre-hitlerismo, talvolta nume tutelare della democrazia talaltra solo un troll digitale ... bene, chiariamoci le idee su cosa sono i troll e come gestirli!

"Gestire i trolls. Corso di sopravvivenza
Oggi i troll non sono più quindicenni coinvolti nei videogiochi, ma sono persone che cercano di demolire il lavoro degli altri intervenendo nelle discussioni online su blog, forum e social network. Spesso ripetendo ossessivamente all'infinito alcuni schemi argomentativi semplici. Qualunque cosa voi scriviate, arriva il troll, riprende l'argomento ossessivo, solitamente non nel merito di ciò che avete scritto, e dà il via. 
Cosa fare? Come arginare? Come comportarsi?

Comprendere il troll
Riconoscere e capire un troll è importante per potersi difendere o riuscire ad evitare di cadere nella sua provocazione. Ciò che spinge un troll a commettere simili comportamenti sono sostanzialmente riconducibili a due motivi: noia e richiesta di attenzione. Chi ha un hobby o un lavoro non ha il tempo per essere un troll: la noia nel mondo reale si trasporta in quello virtuale spingendolo a trovare sollievo nel danneggiare gli altri. I troll sono carenti di stimoli IRL (in real life), vuoi per scarse propensioni alle relazioni sociali, per pigrizia o semplice mancanza di interesse. Il risultato è quello di ricercare ed ottenere facilmente online ciò che invece potrebbe incentivare una vita reale. Dietro a questo genere di atteggiamento si nasconde una profonda insicurezza, quindi, indipendentemente dal mezzo con cui la risposta è ottenuta, il trolling acquisisce un senso quando qualcuno cede alla provocazione e reagisce.
Altro segnale di insicurezza è la richiesta di attenzione: un troll vuole essere al centro delle attenzioni, essere il beniamino della marachella, avere i riflettori puntati su di sé. E per ottenere tutte queste attenzioni userà qualsiasi metodo: critiche, commenti polemici, flame o stupide offese. La reazione immediata che si ha nel ricevere questi attacchi personali è quella di rispondere sentendosi costretti a “sistemare le cose”: questo è ciò che alimenta un troll.

Non alimentare il troll
La ragione per cui ci sentiamo in dovere di rispondere a un commento negativo è lo stesso motivo per cui un troll fa quello che fa: ego. Se uno sconosciuto entra in contatto con la nostra vita, fa parte della nostra natura umana tentare di difenderci e non restare in silenzio, perché il silenzio potrebbe essere interpretato come segnale di arresa e il cessare di opporre resistenza significa sconfitta. Questo è modo di pensare è sbagliato. Chi ha esperienza nello studio dei troll e nelle interazioni con simili personaggi confessa che è impossibile battere un troll, sia nella realtà virtuale che nelle discussioni online. Un troll non ammetterà mai di aver sbagliato, ricredersi sul suo comportamento e rimediare all’accaduto. Dunque, dopo aver ricevuto un affronto da un troll invece di fumare dalla rabbia e reagire di istinto sarebbe bene ignorarlo completamente. È ovvio che questo è molto difficile perché siamo naturalmente inclini a reagire agli impulsi e siamo portati al contrattacco. Non fatevi ingannare da accuse del genere "non accetti le critiche" oppure "non sei democratico". Offese e calunnie non sono critiche e nemmeno segno di democrazia, nella "vita reale" sono reati. Il troll non lo sa o non vuole ammetterlo, voi sì. Ignoratelo. Rischiate di essere complici, in modo subdolo e inconsapevole, di un reato di cui ancora oggi devono definirsi i confini: la diffamazione e la calunnia digitale come anche lo stalking digitale. Cioè prendere di mira qualcuno è ossessionarlo di critiche, di offese mascherate e di calunnie. Ignorare completamente è l'unico modo di difendersi.

Gestire i troll
Qualche consiglio per prevenire e gestire i segnali di sfida di un troll:

- Prevedere con lungimiranza: durante un attacco di un troll provare a chiedersi quale potrà essere il risultato di un’eventuale risposta. Per dare una risposta è necessario mettere in pausa il gioco, respirare e capire il significato di quell’ attacco al nostro ego. Perché ci stiamo sentendo colpiti e arrabbiati? Abbiamo già visto un simile comportamento in altri scenari? Il commento ricevuto contiene degli elementi validi? Questi piccoli particolari devono influenzarci nel renderci conto che ogni nostra risposta non cambierà la mente del troll, ma anzi potrà nutrirlo.

- Parlare con un amico: il semplice gesto di sfogare la frustrazione di essere stati provocati raccontandolo a qualcuno, potrà farvi realizzare che la reazione all’attacco non porterà i benefici pensati, ma inviterà il troll ad andare oltre. Cancellare un post o un commento al quale abbiamo ricevuto un flame o una provocazione sarà soltanto un segnale di vittoria per il troll e una sconfitta per tutti gli amici o i lettori cui invece il contenuto interessa veramente.

- Allenamento: se non sai come trattare con i troll è il momento di fare pratica con dei principi che ci indicano cosa fare e come non agire in determinate situazioni. Così come è bene chiedersi quale importanza ha per noi la persona che ci sta accusando: è il valore di questa risposta a fornire la sensazione e il sentimento di rabbia.

Regola del 30%: James Altucher sostiene che non ha importanza chi siamo, quello che facciamo e qual è il nostro pubblico, indipendentemente da questo, il 30% ci amerà, il 30% ci odierà e il 30% ci ignorerà. Pertanto ci dobbiamo concentrare sulla prima percentuale e non spendere neanche un solo secondo sul resto. I troll non fanno parte di quel primo 30%.

da:

(tratto da: https://www.facebook.com/notes/mila-spicola/gestire-i-trolls-corso-di-sopravvivenza/10152476863958217)

martedì 14 maggio 2013

In morte (annunciata) di un MoVimento ...

... 

Prima si annuncia "restituiamo tutto quanto percepiamo per il nostro incarico" ... 


Una volta insediatosi, si afferma "restituiamo tutto quello che eccede le spese sostenute per l'incarico" ...


Dopo alcuni mesi il contrordine: "ci teniamo tutto (teniamo famiglia!)!" ... 


Di questo passo, com'era prevedibile, essendo uomini di mondo, si annuncerà domani: "ma non si potrebbero aumentare le indennità? L'inflazione galoppa" ... 


Ecco come le illusioni grilline si svegliano al duro contatto con la realtà ... e gli indici di popolarità s'impennano!

...


(immagine tratta da: https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQWjTXHyU5-B1s3jBwIY8USCCjDKkw-NfDfnIJc3GZwDMnjC0Sx-FL4UeoL-c5bUI3ymXesI4ORcUIkPPBuM7pf8pVoG-PiBygo5cgcTf5KCYf-AtFG5DobNpx9_chcJj-ssvVLjgzi8o/s1600/movimento1.jpg)

sabato 11 maggio 2013

La democrazia dei partiti

"La «democrazia dei partiti» aveva da restare una democrazia fondata sul predominio capitalistico, con l'appoggio dei partiti anche a base popolare favorevoli ad accettarlo o quanto meno disposti, al di là dei loro stessi progetti e delle loro idealità, a prenderne atto. In questo quadro l'elevazione, il progresso civile e politico delle masse, il loro ingresso nella «democrazia» dovevano assumere il carattere non solo di partecipazione alle istituzioni liberaldemocratiche, ma anche di accettazione di quel «cono d'ombra» costituito dall'egemonia sociale del capitalismo e delle forze politiche che se ne rendevano interpreti». La prospettiva di Salvadori è profondamente avvilente dal momento che sconfessa la retorica del cammino verso i diritti con la quale si interpretava la storia novecentesca del diritto occidentale.La «democrazia dei partiti» aveva da restare una democrazia fondata sul predominio capitalistico, con l'appoggio dei partiti anche a base popolare favorevoli ad accettarlo o quanto meno disposti, al di là dei loro stessi progetti e delle loro idealità, a prenderne atto. In questo quadro l'elevazione, il progresso civile e politico delle masse, il loro ingresso nella «democrazia» dovevano assumere il carattere non solo di partecipazione alle istituzioni liberaldemocratiche, ma anche di accettazione di quel «cono d'ombra» costituito dall'egemonia sociale del capitalismo e delle forze politiche che se ne rendevano interpreti"

(M. L. Salvadori, Democrazie senza democrazia, Laterza, Roma – Bari, 2011, p. 51)



La prospettiva di Salvadori è profondamente avvilente dal momento che sconfessa la retorica del cammino verso i diritti con la quale si interpretava la storia novecentesca del diritto occidentale, in modo particolare nei primi anni '90.




In realtà, quel che la ricognizione di Salvadori consente di fare è sfrondare la (facile, e comoda) retorica pubblica dell'inarrestabile progresso verso il meglio, indicando le immancabili ombre che si addensano sulla democrazia, ossia su quella particolare forma di governo che ha vinto il confronto secolare con altre e che tutti noi abbiamo scelto, ossia preferito ad altre.


Una democrazia, per forza di cose, indiretta, ossia rappresentativa, come detto in un altro post, offre sempre il fianco alla sostituzione del bene comune con il bene di parti, o, per meglio dire, la sostituzione dell'elettore con l'eletto, del meccanismo stesso della rappresentanza in luogo degli interessi degli elettori.



Così, in fin dei conti l'elettore può trovarsi espropriato della sua stessa delega e la democrazia svuotata in senso tecnico da organismi politici, che non devono più rispondere a chi li ha votati, ma possono benissimo vivere da sè, in modo perfettamente autoreferenziale, autonomo da qualsivoglia meccanismo di controllo dal basso.



Ecco, allora, come una democrazia di popolo può divenire benissimo una democrazia dei partiti.


Salvadori lega a doppio giro questa possibilità con la supremazia di un ben preciso sistema economico il quale, formalmente, e solo a quel livello, apre alle masse, ma solo al fine di perpetuarsi, ossia di mantenere le posizioni attuali, di predominio, di vantaggio, di profitto.


Fatte queste due considerazioni principali, mentre le altre restano opache sullo sfondo, è possibile prendere in considerazione le ultime elezioni politiche con il legittimo distacco e porci francamente le seguenti questioni:


1) qual è l'apporto di rottura reale con il sistema partitico da parte dell'M5S?

2) qual è la reale natura dei rapporti (elettori - eletti) nel M5S?



Come si vede, infatti, a dispetto della roboante retorica dissacrante messa in campo in tutti questi mesi, e oggettivamente spalleggiata da un'opinione pubblica attraversata, più o meno pesantemente, da moti impolitici e/o qualunquisti, acuiti durante qualsiasi crisi economica, che mette a repentaglio non la qualità della vita, ma lo status sociale che si desidera ostentare, che l'ha premiato, l'M5S è rimasto quel che era: un movimento chiuso che non intende render conto a nessuno, e meno che mai ai propri elettori, di quel che (non) fa. Così facendo, però, manifesta bene e assai facilmente i due aspetti sui quali si appuntava il passo citato di Salvadori:

a) la sostituzione del partito alla volontà popolare;

b) il "cambiar tutto", per non cambiar nulla (che segue al successo elettorale), mantenendo immutati gli attuali equilibri economici (del tessuto sociale).

A parole, ad esempio, Grillo presenta il M5S come il nuovo che deve sconvolgere tutto e, una volta insediatosi a Roma, si ritira da qualsiasi sede di potere, salvo però richiedere "poltrone" per sé e i suoi. Come a dire, non c'importa un fico secco di cosa vuole chi vi ha votato e non ce ne frega nulla di cambiare le cose. 



E a coprire ciò basta bene appunto una foglia di fico.


Ma se scrivo su google, il mantra grillino della democrazia 2.0, ai primi risultati non esce la politica, ma wikipedia che m'informa puntualmente, come s'io non le avessi mai visto prima, su cosa siano le foglie di fico ...

POST SCRIPTUM

Poi però, come il cacio sui maccheroni, spunta anche Grillo che discetta delle foglie di fico di Adamo ed Eva ... 

Meglio coprirsi gli occhi con una foglia di fico allora ... anche se si copre ben poco!


(immagine tratta da: http://www.agraria.org/coltivazioniarboree/ficofoglie.jpg)

giovedì 14 marzo 2013

... e uscimmo a riveder le stalle ... (ma non erano stelle? E non erano cinque?)

Inutilmente in queste settimane ho cercato di dialogare con gli attivisti o i simpatizzanti dell'M5S, ogni volta restando perplesso di fronte ad un tipico meccanismo di replica linguistica, o retorica o di feedback che possiamo sintetizzare brevemente nel modo che segue:

Io: sarebbe bene, ora che siete lassù, di fare qualcosa per questo disgraziato Paese ...
Loro: lo faremo, ma solo quando se ne saranno andati tutti!
Io: ma questo, lo sapete anche voi, è chiedere troppo, come pretendere che lo Stato sia solo vostro, e, francamente, non lo è; questo è il momento della maturità, delle scelte, delle opzioni da mandare ad effetto ...
Loro: chi dice che lo Stato non sia nostro? Noi siamo lo Stato ...
Io: scusate, ma allora i 'tutti' che dovrebbero andarsene chi sono? Non sono anche loro parte dello stesso Stato?
Loro: no, loro hanno usato lo Stato per arricchirsi! E' il momento di mandarli a casa!
Io: loro ... ma loro chi? Mi fate alcuni nomi, e, magari, anche dei cognomi?
Loro: chi c'è stato sinora ed ha portato il Paese sull'orlo del baratro!
Io: ... va bene, ma non è forse il momento di compiere delle scelte? Insomma, una legislatura non si manda avanti a proclami e a sondaggi, bisogna anche legiferare ...
Loro: sì, ed aboliremo tutte le leggi fatte da loro!
Io: tutte - tutte?
Loro: sì!
Io: e con quali le sostituirete?
Loro: questo è prematuro, intanto le aboliamo, poi si vedrà!
Io: .. err ... forse non ho capito: in concreto, cosa intendete fare per questo Paese?
Loro: valuteremo le singole leggi e se andranno nella nostra direzione le voteremo ...
Io: così ... senza un Governo .... di giorno in giorno ... giusto?
Loro: esatto! Ed ogni volta chiederemo alla rete di votare!
Io: ... va bene, ma mi sembra farraginoso come modo di procedere, intanto senza Governo le Camere vengono sciolte ...
Loro: e chi lo dice? Anche senza Governo, il Parlamento può lavorare!
Io: guardate che non è proprio così, in assenza di un Governo, il Presidente della Repubblica può sciogliere le Camere ed indire nuove elezioni ...
Loro: e dove sta scritto?
Io: ... magari se cercate su google ...
Loro: ... abbiamo visto ... è incostituzionale!
Io: cosa è incostituzionale?
Loro: che il Presidente della Repubblica sciolga le Camere ...
Io: e perché? Non vi seguo ...
Loro: perché c'è una maggioranza eletta ...
Io: ... sì, ma non ci sono i presupposti per una durata della legislatura ...
Loro: queste cose dovrebbero essere discusse e votate da tutti gli elettori sul web!
Io: eh? Intanto c'è una Costituzione ...
Loro: sì, scritta da loro ... da questi morti che camminano ...
Io: loro o altri, resta il fatto che c'è una legge fondamentale la quale prevede ...
Loro: noi dobbiamo fare in fretta e questo qua parla di fesserie, guarda, ti colleghi sul blog di Beppe, o su quello del nostro movimento, e ti scarichi i nostri venti punti per uscire dal buio! E non cercare di nasconderti!
Io: ma non mi sto nascondendo, vi dico le cose come stanno ... ma proprio di quei venti punti volevo parlarvi ... cioè, tutte belle dichiarazioni di principio, ma come intendete muovervi concretamente? Cioè, abolite una legge e come verrà disciplinato quel settore in sua assenza? Insomma, è tutto troppo vago, c'è dentro di tutto ...
Loro: quello è il risultato di un'ampia consultazione sul web ... sai cos'è il web?
Io: lo so, lo so, ma ...
Loro: niente 'ma', è il nuovo modo di fare politica, sul web uno conta uno ...
Io: in matematica le cose starebbero diversamente, magari, ma continuate ...
Loro: sul web la gestione della cosa pubblica non può essere nascosta, ciascuno può collegarsi e controllare che i propri dipendenti facciano il bene di tutti ...
Io: ecco, appunto, quale sarebbe questo bene di tutti?
Loro: che loro se ne vadano, che escano con le mani alzate, che si arrendano!
Io: .... ah .... ecco ...


‎... 

cercare di parlare la stessa lingua con un 5stalle è come guardare sé stessi attraverso uno specchio infranto ... e il problema non è la restituzione di un'immagine non più speculare quanto piuttosto l'assenza di una base comune sulla quale poter discutere ed, eventualmente, convenire ... 

.... oscillo comunque tra due interpretazioni alternative del medesimo fenomeno: o le 5stalle sono il comune decadimento pubblico della società italiana, giunto da originali posizioni marginali alle attuali posizioni di potere potenziale, oppure le 5stalle sono il comune imbarbarimento pubblico della cultura italiana, giunto da originali posizioni marginali, da subcultura foraggiata dalla superficialità del web 2.0, alle attuali posizioni di centralità potenziale in seno alla medesima cultura di massa ... 


.... e temo anche che le due interpretazioni non siano l'una alternativa all'altra, ma siano due facce speculari della stessa medaglia, stavolta però non infranta ...


.... e uscimmo a riveder le stelle ... pardon, la stalle!



(immagine tratta da: https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCXbz2LM3s40zABNyAbioRsQSsDi7DaXV5iVXbB17w9g7RG_Na4COd1ZmVtjl7n3LbWx7a8lHOGg4h6GwnLcwhrvEI7PEtqcRnwg6Fz5ST8EQhVrwtVKpUTgv87FG1kXGZ84NkhWuGYxY/s1600/grillo.jpg)

(invece è possibile approfondire, se lo si desidera, la faccenda leggendo il post di Fabio Milazzo il quale, con consueto stile deleuziano, esamina, con acume, a mio modesto modo di vedere, la triste faccenda ...)






Alessandro Pizzo

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mercoledì 6 marzo 2013

L'azienda di Grillo ...


E dopo la sbornia elettorale, facciamoci del male conoscendo la verità del movimento (partito? azienda?) di C. e G.

(dedicato anche a chi, in bona fide, lo ha votato ...)




Ogni commento è superfluo, se fosse vero anche solo un quinto di quanto detto, ci sarebbero gli estremi per un bel "Vaffa" o per un "andate a casa" ... ma si sa, il popolo è bue! :D

venerdì 1 marzo 2013

Creare un movimento politico che sfondi alle elezioni in poche semplici mosse ...

Quanto segue potrebbe ricordare, anche solo a livello di mera assonanza, un movimento da poco assurto agli onori di cronaca e di politica. Ma, e ci tengo a sottolinearlo, qualsiasi riferimento a persone, eventi, fatti e simili sono da ritenersi del tutto casuali


D'altra parte, chi può forse pensare che la propria fantasia superi la realtà? Oppure, chi è a tal punto frustrato da poter pensare ch'io parli proprio di lui? E quanti, lungo questa scia, sono a tal punto insoddisfatti della propria vita da voler vedere a tutti i costi in questo mio post quanto non v'è?

Immaginiamo che Machiavelli ci faccia visita, in sogno o dal vivo e che ci rivolga queste parole vincenti e convincenti, del tutto edotto della tecnocrazia odierna:


"Siamo disgustati dalla politica. Bene, cominciamo allora dal basso a rifondarla. Facciamo nostra la filosofia dell' "open source" e pensiamo ad un movimento spontaneo che si arricchisca dei liberi contributi di tutti. Organizziamo prima un blog dove un personaggio famoso, che faccia da portavoce  o cheerleader del movimento e che porti a quest'ultimo un notevole ritorno d'immagine e di notorietà, e poi una sede virtuale del movimento vero e proprio, una sorta di meetup su internet. 
A questo punto, però, è bene alzare il tiro, e non importa mica che quanso sostenuto sia sacrosanto, possono pure essere delle caz***e, l'importante è avere toni sprezzanti, risoluti e drastici. A questo punto, sempre più il meetup diventa il cnetro d'interesse di giovani e professionisti stanchi della politica classica. I media cominciano ad interessarsi a noi, e non importa se sono critici, la cosa importante è che, nel bene come nel male, noi si sia sempre lì in mezzo, là davanti. Una volta raggiunta una consistenza numerica importante, in termini di followers e di volontari al movimento, creiamo una struttura verticale nascosta in modo tale che tutti partecipano, commentano ma alla fine solo un ristretto numero di persone, nascoste al meetupo stesso decida ognicosa, dal cosa dire al dove dirlo, dal dove andare al cosa fare ... e poi andiamo in piazza e, adesso possiamo permettercelo perché nessuno può più metterci a tacere, diciamo fesserie buone per ogni stagione, roba qualunque che, però, in tempi di crisi attira menti e cuori ... e tra cinque anni (molto probabilmente, prima ...) ci presentiamo alle elezioni e prendiamo tra il 10 e il 30% ... 

A questo punto, perché fermarsi? Potremmo dire che l'obiettivo dichiarato degli inizi (svecchiare la politica) sia stato raggiunto, ma perché porsi limiti? Perché non battere il ferro finché è caldo? Noi non abbiamo nulla da perdere e non abbiamo fretta, e se il Paese è in difficoltà, mica qualcuno può aspettarsi che lo salviamo ora noi, la colpa dobbiamo darla sempre agli altri ... allora cominciamo a dire "non facciamo inciuci" e intanto sediamo in parlamento ... che ne pensi? Dai, che ci divertiamo! Solo che il comico non posso farlo io, avremmo bisogno di qualche toscanaccio, famoso e che occupi lo spazio della riflessione seria con qualche battuta o qualche smorfia che distolga l'attenzione, che faccia aggregazione, pochi contenuti generici e tanto folklore ... e come lo chiamiamo il movimento? Facciamo finta che parta dal basso, che sia orizzontale, e che parta dalla gente (tanto poi la selezioniamo noi ... eheh) ... ma serve un nome astratto ma concreto ... che ispiri fiducia e speranza, anche se resta etereo ... che so ... vialattea ... o viadalpizzo o Pizzini o hope o future o felicitas ... o veritas ... insomma, chiedo aiuto alla rete! 


Ci stai? La democrazia, siamo noi! E voi lassù, che avete occupato sinora lo Stato, chiedete perdono, uscite con le mani alzate, arrendetevi, siete circondati, andate a casa! Noi, riprendiamoci quel che è nostro ..."


Parole profetiche o nobile incubo? Vediamo le stelle o le stalle? Chi lo sa!



(immagine tratta da: http://www.grazzano.it/pro-loco-1/caccia-alle-stelle/resolveuid/6beaa6e3f27cfa38d13ca88aeeb665bc)

martedì 26 febbraio 2013

Intention poll ...



La cosa bella di un blog senza grillo(i) per la testa è che puoi pensare ad alta voce senza che qualcuno si senta in obbligo di leggerti e/o eventualmente anche di commentarti, è come se ti guardassi allo specchio e cercassi di chiarirti un minimo le idee che ti frullano dentro la testa. 


Sicché quanto segue sono pensieri bislacchi senza tante pretese esposti ad alta voce ...


In realtà, più che pensieri sono riflessioni su questioni che restano immancabilmente aperte ...



Primo. Chi ha vinto le ultime elezioni? Siamo rapidamente passati dallo scenario della vittoria mutilata allo scenario della disfatta dimezzata. Una maggioranza alla Camera, un'altra al Senato. Risultato: provare a mettere assieme qualcosa, andare avanti alcuni mesi, rassicurare i mercati e tornare al voto. Ma non eravamo in crisi economica? E quanto ci costa un'ulteriore consultazione a breve?



Secondo. Un milione circa di schede nulle. Un dato significativo, assai più del voto ai grillini, e per i motivi che seguiranno. Questo è il dato relativo al cosiddetto disgusto per la politica, il cosiddetto voto di protesta: sei insoddisfatto da chi si candida a rappresentarti, non voti nessuno o annulli tu stesso la scheda. Chiaro, no? Ma le ragioni del voto-nonvoto sono molto più complesse di quelle messe in scena in questi lunghissimi mesi, in parte sono sistemici (inutile nascondersi, la Seconda Repubblica non ha mai messo piede e il sistema elettorale italiano è troppo farraginoso per proposte di razionalizzazione delle forze in campo ..) in parte congiunturali. Se lo scenario socio - economico fosse anche solo un minimo più positivo, dubito che un milione di elettori avrebbero buttato così il loro diritto al voto ...




Terzo. Chi o cosa è il M5S? Una quota rilevante dell'elettorato ha scelto Grillo, benché non fosse nemmeno candidato (questo si sa?), e questa tendenza, consolidata dagli ultimi sondaggi, quelli "segreti" dell'ultima ora, è stata prefigurata da quasi tutti i commentatori come un voto di protesta. Ma se protesti contro il sistema politico, contro i partiti, non voti un partito tra gli altri (il M5S è, da questo punto di vista, un partito come altri che partecipa alla competizione elettorale ... si sa questo?), voti scheda bianca o l'annulli. Allora, cosa si aspetta chi ha votato il M5S? Questo francamente è l'elemento a me più incomprensibile dal momento che la piattaforma programmatica del movimento contiene tutto e il contrario di tutto, l'essenziale e il superfluo ... e senza nemmeno alcuna chiarezza in merito al "come" raggiungere determinati obiettivi. V'è poi un ulteriore elemento problematico insisto nella struttura stessa del movimento: non v'è un congresso, non v'è un direttivo, non v'è un segretario, forse v'è un portavoce, gli attivisti discutono tra loro, e votano (come se si fosse su wikipedia ....), on - line ... francamente, non mi sembra una struttura che possa proporsi in chiave di democrazia rappresentativa in quanto la discussione tra "base" e "vertice" prevede tempi troppo lunghi, in un continuo effetto a "collo di bottiglia" ... semplicemente, credo sia un'utopia fallimentare: non è punto possibile sostituire l'attuale democrazia rappresentativa con una sorta di democrazia diretta via web! E questo è un altro effetto deleterio del web 2.0 .... D'altra parte, non è affatto chiaro se con i numeri in loro possesso, vogliano o meno "sporcarsi le mani" con la gestione della cosa pubblica. Non fanno accordi ("inciuci" li chiama il Grillo ... ma non è forse la mediazione l'essenza della democrazia parlamentare? Se non parlamenti, che ci stai a fare?), non interessa loro governare, al massimo l'onere del governo spetta ad altri e loro, per conto proprio, se lo riterranno possibile, voteranno singoli provvedimenti ... come a dire "non ci assumiamo responsabilità di governo, ma criticheremo gli altri se e quando lo faranno". Si tratta, a tutti gli effetti, dell'esercizio indebito di una riserva di senso (e consenso) che temo gli elettori non avevano idea di conferire ad un ... movimento privo di democrazia interna. Peraltro, mi spaventa, e non poco, e certo non solo per gli illustri precedenti storici, il linguaggio adoperato. Espressioni del tipo "ci riprendiamo lo Stato" o "arrendetevi", "uscite con le mani alzate", "siete circondati", e affini, non appartengono al registro democratico, ma a quello autoritario e dispotico, ammantato, in genere, di effetti (ed affetti) plebiscitari. Insomma, Mussolini (e altri con lui) non cominciarono proprio così? Scavando un solco dall'interno tra la pratica rappresentativa e la pratica autorappresentativa ... si tratta di toni inconciliabili con il confronto reciproco e con il rispetto degli altri. Magari, essendo toni risoluti e asciutti potranno piacere agli elettori, resta da valutarne la bontà politica. Insomma, perseguiranno davvero il bene di tutti o resteranno una forza al margine del confronto parlamentare pur restandone l'ago della bilancia? E chi lo ha votato pensava a tutto questo? Si è sentito pienamente rappresentato? O ha votato per "moda"?




Quarto. Qualcuno ieri pomeriggio parlava di vittoria di Silvio ... insomma, parliamo di un soggetto che è sulle scuri dal lontano '94. Ha sì recuperato in questi mesi, ma non può dirsi che abbia vinto. Ha una maggioranza di alcuni seggi al Senato (per via di una perfida legge elettorale, probabilmente concepita ad personam, che assicura il premio di maggioranza alla coalizione che vince singolarmente in alcune regioni, come Lombardia, Campania e Sicilia), ma non alla Camera. Possiamo dire che abbia vinto? Peraltro, ravviso il solito problema di fondo: si tratta di un attore che continua ad avere nelle sue mani il 90% circa dei sistemi informativi del Paese e che è stato su questi stessi mezzi quasi 24 ore su 24 (per recuperare, per sorpassare ...) per un mese intero. Come sarebbero andate le consultazioni in una situazione di parità informativa? E' un problema rimasto insoluto in questi 20 anni e che resterà tale ancora a lungo, a meno che il dominio della manipolazione informativa non sia passato alla rete ... (in tal senso, forse, potrebbe interpretarsi il risultato elettorale del Grillo ...)




Quinto. A dispetto delle attese, e delle intenzioni di voto dichiarate, Bersani non ha vinto. E il discorso è grosso modo lo stesso fatto per Silvio, aggiungendovi però una campagna elettorale, specie nelle ultime due settimane, molto al di sotto delle attese, molto sottotono. O i sondaggi segreti avevano smorzato ogni entusiasmo oppure si sopravvalutavano le speranze proprie. In ogni caso, il PD ha mostrato il limite di sempre: non riuscire a vincere. Anche se non ha perso le elezioni, visto che la maggioranza al Senato è sfuggita per una manciata di seggi, per via della ben nota legge elettorale (il porcellum, la "porcata" così ribattezzata da Calderoli, il suo relatore ...) che non tiene conto delle percentuali di voto nazionali, ma solo della coalizione vincente in singoli regioni, considerate chiave (non so in base a quale specifica ragione ...). Così, si può assistere al paradosso seguente: maggioranza nelle percentuali di voto, minoranza nella ripartizione dei seggi. Quindi, Bersani non ha vinto le elezioni pur non  avendole perse.



Sesto. Che fine ha fatto la Lega? Da forza dirompente della cosiddetta Seconda Repubblica, è diventata una forza qualsiasi dello scacchiere. Probabilmente i colonnelli diranno che è stata tutta colpa di Berlusconi o della magistratura o dei comunisti, ma resta il fatto che la sua consistenza numerica è dimezzata rispetto al 2008 ... forse che il nord si sia stufato della solita minestra riscaldata? Pardon, della solita polenta alla quale però partecipano sia leghisti che pdiellisti? Mah! Chissà ...




Settimo. Come vota l'elettore italiano medio? No, perché la discrasia totale tra le intenzioni di voto espresse prima di entrare al seggio e le dichiarazioni di voto all'uscita dal seggio mi suggerisce le seguenti idee in ordine sparso: a) l'elettore mente, sapendo di mentire, all'intervistatore ("sì, voterò Bersani ..."), falsando i valori del campione; b) l'elettore mente, non sapendo di mentire, all'intervistatore ("sì, voterò Bersani ... o almeno ci proverò"), cambiando idea una volta dentro la cabina elettorale; c) l'intervistatore non ha compreso le intenzioni di voto dell'elettore ("ha detto Bersani? O vota Berlusconi? O ha detto Monti? O diceva Grillo?") e questo rimanda all'intelligibilità del questionario proposto ...; d) l'elettore diceva la sua mentre l'intervistatore pensava ai fatti suoi (è una possibilità, no?); e) le dichiarazioni posteriori dell'elettore erano mancate verità ("ho sì dichiarato prima che avrei votato X, ma ho votato Y, eppure avrei voluto votare X, quindi adesso dico che ho votato X"), non propriamente delle falsità, ma delle dichiarazioni non veritiere. Peccato, però, che su queste, e non sulle reali intenzioni, si debba basare lo statista ... risultato, un flusso di dati e informazioni caotiche che delineavano, man mano che affluivano, scenari diversissimi gli uni dagli altri, pur con due costanze di fondo (il successo delle cinque stalle e l'aumentato astensionismo).




Ottavo. Non vorrei essere nei panni del Presidente della Repubblica. A chi attribuire l'incarico di formare un Governo? Con quale maggioranza? Con quali seggi? Grillo non vuole né mediare né partecipare direttamente a responsabilità di governo. Una posizione di comodo, certo, ma anche di sostanziale irresponsabilità. Insomma: sei o no il primo partito? Allora, vedi di pedalare! Credo, comunque, che adesso cominceranno estenuanti consultazioni al Quirinale, si varerà un governino a tempo determinato, e a breve torneremo al voto. In barba alla UE, in massimo spregio alle difficoltà economiche e con una sostanziale autoassoluzione circa le nostre responsabilità elettorali.




Nono. Come si costruisce il consenso elettorale in Italia? Io direi in maniera del tutto casuale e scriteriata. Ho l'impressione che, in questa tornata più che in altre, si sia votato per aggregazione ("tu voti X? Allora lo voto anch'io e dico anche ai miei di farlo") che è una conseguenza, magari indiretta, della moda ("finalmente un attore politico nuovo, forse non sa nulla di politica, ma lo voto così segno uno smarcamento rispetto alla solita casta!"), senza però ponderare adeguatamente eventuali conseguenze ...




Decimo. Veniamo ora al povero Monti. Crocifisso per mesi come (stranamente) unico responsabile delle difficoltà economiche attraversate dal Paese, ha sostanzialmente perso le elezioni. Sì, si può dire, credo, che se qualcuno ha perso davvero le elezioni è proprio il professore. Eppure, non me la sento di dargli una croce così grande, ha ereditato il Governo da dei cialtroni che hanno tenuto nascosto per mesi i dati reali dell'economia e le comunicazioni comunitarie, ha dovuto metterci la faccia e ne ha pagato lo scotto! Tutti, però, hanno dimenticato che la maggioranza parlamentare che lo ha sorretto in questo anno di governo è stata politica, non tecnica! E questo lo trovo rilevante. Infatti, a dispetto delle impressioni veicolate dai media i provvedimenti varati in questo arco di tempo sono state del tutto politiche, non tecniche. Allora, perché prendersela tanto con lui? Con i suoi colleghi tecnici? E' stato, a seconda dei punti di vista, il capro espiatorio di una classe politica responsabile dello sfascio o l'utile idiota della medesima. Ma Monti ha un impiego a tempo indeterminato, pur bene retribuito, è autonomo dalla contesa politica, il suo destino esistenziale non dipende certo dalle sorti dell'attuale legislatura nascente (ed anche morente precocemente), ha fatto un tentativo, ci ha provato, ha avanzato delle proposte, non sono state ritenute valide, torna a fare quel che faceva in precedenza.



Undici. Ed ultimo. Quale maggioranza parlamentare qualificata eleggerà adesso il nuovo Presidente della Repubblica. Già. Un bel problema. Una grossa grana. Il settennato di Napolitano è agli sgoccioli, ma v'è in Parlamento una maggioranza adeguata che trovi l'accordo su una personalità da collocare al vertice dello Stato? E non mi si parli certo di Fo, con tutto il rispetto! 




Vedremo, vedremo e continueremo a soffrire!



(immagine tratta da: http://www.comune.tradate.va.it/Immagini/Img_Sito/urna%20elettorale.jpg)


giovedì 13 dicembre 2012

Il volto cinquestelle ...


(immagine tratta da: http://t1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcROQEIaU-LlUnmMt5wtq6Jt2Gquz4SfB4XI64tHJvSSeqQC6y_pR_fI9dUa)



Sembrava solo questione di tempo ma, con la consueta puntualità, franchezza, e garbo, il qualunquis grillo ha congedato, senza possibilità alcuna di replica, quei due consiglieri, eletti tra le stelle, cinque per la precisione, e che, recentemente, avevano lagnato, in pubblico, con eccesso di visibilità, mediatica prima e web 2.0 successivamente, la mancanza di democrazia interna, di confronto tra le parti, di discussione tra il symbolon del movimento, il grillo (parlante), e gli attivisti alla base.

A mio sommesso parere, sono tre gli elementi illuminanti, ed istruttivi, della faccenda, di questo pasticiaccio brutto brutto:

1. il movimento M5S tutto è tranne che un fulgido esempio di democrazia innovativa, che supera il concetto tradizionale di rappresentanza partitica e politica, aprendo ai professionisti della società civile e attivando processi di formazione "dal basso" di progettualità politica. Detto in soldoni: tutto resta legato all'iniziativa e alla verve attoristica del suo esponente (padrone?) di punta: Grillo. Tolto il quale, l'intera catasta di web politics casca giù, pur con la buona volontà, e tutta l'ingenuità, di quegli anonimi attivisti che in questi anni hanno creduto nell'idea di base: sostituire, tramite il web 2.0, la "vecchia" politica con la "nuova".

2. il movimento M5S presenta i soliti "vizi" del sistema partitico italiano (dagli anni '80 in poi almeno): spettacolarizzazione delle personalità, e detrimento dei contenuti. Per tacere del fatto che qualsiasi linea viene formulata solo dal vertice, senza alcuna possibilità alla base di dissentire o di contribuire spontaneamente. Pertanto, il presunto progetto di politica che passi direttamente nelle mani degli elettori, tramite PC, da nobile sogno rischia di divenire un terribile incubo, con ingenui attivisti trasformati in docile manovalanza volontaria (ossia, senza alcuna retribuzione per i loro servigi).

3. cosa insegna la parabola del movimento M5S? Semplice: che non basta mettere dietro una scrivania del Palazzo qualcuno dei tuoi se questi "tuoi" non sono capaci. Valeva per i vecchi partiti, figuriamoci se il web 2.0 cambia le cose!

Ovviamente, si attende replica di grillo, condita con *vaffa* e ingentilimenti verbali che certamente lo contraddistinguono.

post scriptum

e se l'insulto nascondesse cecità politica? O, ma non vale l'inversa, acume impolitico?


(immagine tratta da: http://www.liberoquotidiano.it/resizer.jsp?img=UpkPfA5XLjjJD1ULV63x%2FyTja8WL9a1%2FT7L%2F0GOtfm0%3D&w=470&h=-1&maximize=true)