Finalmente, si è votato.
Finalmente, il popolo ha gustato il bene di consumo altrimenti chiamato 'votare'.
Finalmente, è iniziata la nuova legislatura.
Due considerazioni.
1. Chi doveva perdere, ha perso. E sin qui nessuna sorpresa.
2. Chi doveva vincere, non ha vinto. E qui la rilevante notizia.
Dopo un'interminabile campagna elettorale durata svariati anni, il turbine movimentoso avrebbe dovuto avere la maggioranza assoluta e dare luogo ad un governo monocolore. Così non è stato.
Adesso, alla faccia dei puristi e dei politologi da bar o da blogghe (pare sia oramai la stessa cosa), la parola torna a chi di competenza, ovvero al neo Parlamento, luogo di composizione ed equilibrio degli opposti interessi e sede di mediazione politica.
Si riuscirà a trovare un compromesso e a formare un nuovo Governo? Oppure, nella peggiore delle ipotesi, tra non molto saremo costretti a votare di nuovo?
Curioso notare la sostanziale normalizzazione di quanti, sino a ieri l'altro. cavalcavano slogan e formule e rituali poco consoni ed ora paiono quasi statisti moderati d'altro tempo!
Ma magari è solo l'effetto da hangover, di postumi da sbornia post elettorale, o poca lucidità dovuta alla gravità della situazione presente. Non so, fate voi.
In ogni caso, non possiamo che stare a guardare.
Prevarranno gli interessi comuni o solo quelli di bottega? Il bene comune o gli interessi di parte?
(url: https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRFaBd0GVR1J4KQngMvDJvjTZhKsGV5SoJe5cjW6rRk5AUT_W1e8Q)
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