"se la credulità è un effetto della nostra sete di verità, l'informazione falsa non basta a spegnere questa sete: la selezione collettiva dell'informazione si compie attraverso l'ingestione di potenti dosi di stronzate"
(G. Origgi, La reputazione. chi dice che cosa di chi, EGEA, Milano, 2016, p. 60)
Facciamo un gran parlare di Cambridge Analytica, di Fake News, di postverità, e affini, ma nessuno ancora si è reso conto di due dimensioni, distinte ma non irrelate, al cui interno, volenti o meno, tutti noi dimoriamo, vale a dire:
1. le informazioni sono plurilivelli e seguono dinamiche di reti eterogenee;
2. nessuno di noi è in grado di processare tutte le informazioni, semplici o aggregate, che transitano lungo i nodi presso i quali, temporaneamente, sostiamo.
Pertanto, non sono le false informazioni il problema, ma accettare l'inevitabile fatto che tutti noi dobbiamo fare i conti con le Bullshits che inesorabile affannano i nostri sforzi cognitivi.
(url: https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-6EL-DEgPAEC-FplDunty_iDOJNJlrZ-_fQ8uXTOrPzwApu0hA0gNX3G9Dq0udFM2VOA9FpzqZF7jV4npFvniX2CKWpZrtLNwTSgGGuz7kQDvjxjMrvlxeQIwom4_fb5zToV0ZNcKN4Q/s220/FRANCK+FERVILLE_MG_6019JPG_MG_6019+copie.jpg)
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