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lunedì 22 maggio 2017

Letture dal "De Profundis" #3


"La nota dominante di questa guerra è che il popolo italiano, nella sua immensa maggioranza, ha voluto la propria sconfitta [...] l'esercito nostro, pur così valoroso, si sia a un certo punto letteralmente dissolto, travolgendo nella sua rovina l'intero Stato [...] Una siffatta cupido dissolvendi è certamente senza precedenti non solo nella nostra storia, ma in quella di tutte le genti [...] Questa fu invece voluta dal popolo italiano: il "vae victori" col quale egli rispose il 10 giugno 1940 al "vinceremo" lanciato con voce stridula dal suo capo, fu il programma che egli tracciò a se stesso e al quale restò fedele sino all'8 settembre 1943, quando Dio esaudì finalmente il suo voto"

(S. Satta, De Profundis, Ilisso, Nuoro, 2003, p. 55)

Proseguendo nella sua particolare, oltre che unica, interpretazione dei fatti, Satta insiste ancora sul medesimo registro morale e sull'enfasi funerea inerente al degno di riprovazione comportamento degli italiani.

Degna di nota, a dire il vero, è l'insistenza sul desiderio di resa, di sconfitta, sul masochismo italiota che, a detta dell'autore, avrebbe indirizzato gli umori dei più, nella loro immensa, ed invincibile, maggioranza, a combattere contro l'interesse patrio e a volere la resa. Addirittura, essi si votarono alla sconfitta, per brutale che potesse già essere vagamente presagita nel '40, pur di liberare il proprio ego privato rispetto al bene collettivo, di innalzare il particolare sulle spalle, già provate, del generale, l'io sul noi ...

(continua)


(url: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/9/92/Salvatore_Satta.jpg/220px-Salvatore_Satta.jpg)



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