Cerca nel blog

martedì 31 dicembre 2013

Un sogno ... di normalità



"Faccio un sogno. Non un sogno d'infan­zia, un sogno di oggi, mentre scrivo que­sto libro. Subito dopo il capitolo prece­dente, per essere precisi. Sono seduto, in pigiama, sul bordo del letto. Grossi nume­ri di plastica, come quelli con cui giocano i bambini sono sparpagliati sul tappeto, davanti a me. Devo “mettere in ordine i numeri”. È questa la consegna. L'opera­zione mi sembra facile, sono contento. Mi chino e tendo le braccia verso i numeri. E mi accorgo che le mie mani sono sparite. Non ci sono più mani in fondo al mio pi­giama. Le maniche sono vuote. A gettarmi nel panico non è la scomparsa delle mani, è il fatto di non potere raggiungere quei numeri per metterli in ordine. Cosa che sarei stato in grado di fare"



(D. Pennac, Diario di scuola, Feltrinelli, Milano, 20085, p. 24)


Ecco, quando si parla di disabilità, forse, bisognerebbe prestare attenzione anche all'altra parte del medesimo sguardo ... 

... a cosa significhi vedere il mondo dalla prospettiva del disabile ... 


.... per scorgere così la medesima umanità che, altrimenti, diviene solamente una parolina, una garbata quanto asettica formulazione linguistica, un impersonale riferirsi a non meglio precisate entità ...

Nessun commento:

Posta un commento

Se desideri commentare un mio post, ti prego, sii rispettoso dell'altrui pensiero e non lasciarti andare alla verve polemica per il semplice fatto che il web 2.0 rimuove la limitazione del confronto vis-a-vi, disinibendo così la facile tentazione all'insulto verace! Posso fidarmi di te?