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mercoledì 11 febbraio 2015

Chi impara?

"L’attenzione alla crescita professionale dell’insegnante, la creazione di ruoli di leadership a livello di curricolo, lo sviluppo del coaching fra pari, l’introduzione di programmi di mentoring, la sperimentazione di forme di «pianificazione collaborativa», nonché lo sviluppo di una gestione e un sistema decisionale che facciano dell’istituto scolastico il loro punto di riferimento, sono tutte testimonianze di come molte scuole e sistemi scolastici cerchino oggi di coinvolgere gli insegnanti nella vita e nelle attività che avvengono al di fuori dell’aula, con lo scopo di far loro assumere maggiori responsabilità in materie di politiche e pratiche che vengono adottate in tale ambito"

(M. Fullan – A. Hargreaves, Cosa vale la pena cambiare nella nostra scuola? Definire  raggiungere significativi obiettivi di miglioramento, Erickson, Trento, 2005, p. 22)

Tutto questo mi sta bene. Mi resta solo una domanda: come mai viene sistematicamente ignorata la contro - parte di qualsiasi servizio di istruzione, ovvero gli alunni? Come mai non se ne tiene conto? E come mai si reputa, a torto, che il docente abbia la soluzione ad ogni problema? L'insegnamento non è mai un flusso unidirezionale, ma sempre una relazione diadica e dinamica. Il docente non insegna se non v'è chi impara!

Ricordiamocene ogni volta che ambigui decisori politici intendano punire i docenti per il semplice fatto che sono docenti o premiarne alcuni sulla base della fortuna toccatagli in sorte di avere alunni motivati, educati e seguiti a casa ...

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