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domenica 15 giugno 2014

Paradosso di Pinocchio


Stavolta niente di difficile o di "pesante", ma una semplice facezia.

Se i paradossi sono enunciaizoni linguistiche che mettono in campo un (pericoloso) autoriferimento semantico, in forza del quale la stessa enunciazione viene ad assumere entrambi i valori aletici, di vero e di falso, generando una contraddizione apparentemente irresistibile, allo stesso modo cosa possiamo dire del povero Pinocchio?




(url immagine: http://maverickphilosopher.typepad.com/.a/6a010535ce1cf6970c01347fb6153c970c-pi)


Bene, Pinocchio mente o dice la verità? 


Non appena viene posta la questione, cominciano i guai. 


E che guai!

domenica 1 settembre 2013

Liar ...


"Se affermo di mentire, sto dicendo la verità? Se sì, sto mentendo e quindi l'affermazione è falsa; ma se non sto dicendo la verità, sto mentendo, e quindi sto dicendo la verità. Perciò, la mia affermazione è sia vera sia falsa"


(M. Clark, I paradossi dalla A alla Z, Raffaello Cortina, Milano, 2004, p. 131)


In un post recente, esaminavo brevemente la natura dei paradossi. Nel presente, invece, desidero spendere solo alcune parole di commento su uno dei paradossi più celebri, il mentitore.


Suvvia, chi di noi può dire di non aver mentito almeno una volta nella vita? Pierino per aver mentito, non viene più creduto. E questa sembra essere la giusta conseguenza per i bugiardi: la mancata attendibilità.



Ma questo solo se possiamo sapere subito se una persona è adusa o meno alla menzogna. In assenza di tale informazione, quanto sostiene è vero e falso al 50%.



Come possiamo comportarci allora?




Clark formula la dinamica che segue all'asserzione autoreferenziale "Io sto mentendo", variazione della proposizione (P) che ho discusso altrove.




Se abbiamo l'enunciazione presente e ci chiediamo se sia vera o meno, ecco che scatta il perverso quanto bizzarro meccanismo del paradosso: se è vera, allora l'enunciazione è falsa; parimenti, se è falsa, allora è vera. Dunque, e paradossalmente, nel senso di andare contro ogni nostro più intimo e rafforzato convincimento interiore, abbiamo innanzi un'enunciazione che possiamo senza timore tacciare di contraddizione. In che senso? Semplice, è un'affermazione tanto vera quanto falsa!



E qual è la causa di tutto ciò? Altrettanto semplice: la struttura autoreferenziale. Infatti, la proposizione in questione dice di sé stessa di essere falsa (qualcosa di simile, anche se non posso dirmi sicuro che sia la stessa cosa, accade se la stessa predicasse di sé la verità).




Ora, immaginiamo di formulare proposizioni che sulla falsa riga di quella presente, mettino in scena il meccanismo perverso e sorprendente dell'autoriferimento ...


Avremmo in tal caso, altrettanti casi di paradossi?



(immagine tratta da: http://www.davidealgeri.com/images/stories/parco-di-pinocchio.jpg)