Nel suo Manifesto, Ferraris presenta questo semplice schemino[1]:
Epistemologia
|
Ontologia
|
Emendabile
|
Inemendabile
|
Mondo interno
|
Mondo esterno
|
Scienza
|
Esperienza
|
Il discorso di Ferraris appare chiaro: il postmoderno sbaglia perché
equivoca tra epistemologia ed ontologia, abilitando illegittimi
travasi speculativi dalla prima alla seconda, e viceversa.
Non a
caso, infatti, il Nostro parla di una specifica fallacia operante nel
campo postmoderno, quella dell'essere – sapere[2].
Mentre con l'epistemologia giungiamo a conoscere quel che ci
circonda, con l'ontologia facciamo esperienza proprio di quel che è
attorno (senza però compierne automaticamente una conoscenza).
Per
Ferraris ciascuna è indipendente nel proprio ambito, anche se
l'ontologia sembra, per così dire, venir prima essendo una
condizione di possibilità, in quanto esperienza, della
successiva conoscenza, o scienza.
Note
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[1] Cfr. M. Ferraris, Manifesto del Nuovo Realismo,
Laterza, Roma – Bari, 20122, p. 47.
[2] Ivi, p. 29 e sg: «L'errore
dei postmoderni, qui, poggiava sulla fallacia dell'essere-sapere,
cioè sulla confusione tra ontologia ed epistemologia, tra quello
che c?è e quello che sappiamo a proposito di quello che c'è».
(immagine tratta da: https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTEtlqCUYHvfcp2ZGDei23lIlTW1N5pMhQGDn13I-fGYxX7gZ6xkA)
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