Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta puzzle. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta puzzle. Mostra tutti i post

domenica 30 marzo 2014

Altra farneticazione ...

(prefatio: Ho appena pubblicato l'ennesima mia farneticazione editoriale presso la rivista "Diritto.it", una delle tante riviste di fascia A (?). Ovviamente, il lavoro si mette in luce per l'incredibile qualità della ricerca (?) la quale, apportando un contributo originalissimo allo stato dell'arte (?), sicuramente avrà un rilevante impatto (?) con Google Scholar o PoP in termini di citazioni (?) ... a chi legge, l'onore di leggere quanto segue ...)





Il puzzle di Jørgensen: enigma vs. dilemma



Agli inizi del XX secolo, inizialmente in ambito neopositivistico, è stata posta la questione inerente al rapporto tra la verità delle proposizioni normative (d'ora innanzi: (PN)) e la loro significanza. In altri termini, i vari autori si sono chiesti se vi fosse una differenza teoricamente apprezzabile tra il valore di verità che una (PN) può assumere e il suo significato. La letteratura specialistica s'è chiesta nell'ordine: 1) quale fosse lo statuto logico del significato posto da ciascuna (PN); e, 2) quale fosse la natura razionale della funzione di verità svolta da ciascuna (PN). Ora, che una proposizione abbia un significato mi pare cosa abbastanza pacifica; assai meno pacifico è, invece, asserire che una (PN) abbia un valore di verità. Addirittura, è controversa la possibilità stessa di poter stabilire, per ciascuna (PN), un valore di verità.


(continua qui)



(immagine tratta da: http://image.shutterstock.com/display_pic_with_logo/221737/133891730/stock-photo-dilemma-and-decision-making-concept-in-tag-cloud-on-white-background-133891730.jpg)

venerdì 19 aprile 2013

Delle due, l'una ...

"according to a generally accepted definition of logical inference only sentences which are capable of being true or false can function as premises or conclusions in an inference; nevertheless it seems evident that a conclusion in the imperative mood may be drawn from two premises one of which or both of which are in the imperative mood"

(J. Joergensen, Imperatives and Logic, "Erkenntnis", 1937 - 8, p. 290)



L'epistemologo danese formula per la prima volta in maniera compiuta la distinzione canonica tra logica e imperativi: l'enigma, cioé, dei rapporti tra la prima, vertente solamente sulle proposizioni descrittive di stati di cose, e i secondi, i quali, pur essendo eterogenei alle proposizioni descrittive, sembrano comunque possedere una logica.



Da allora non è parso sinora possibile tirarsi fuori dal problema.



Sin da allora, infatti, la riflessione non ha formulato soluzioni convincenti.



Eppure tale iato sembra più la tenace difesa di un'ideologia, e della sua purezza, che non il riconoscimento di un'impossibilità effettiva.
Alessandro Pizzo

Crea il tuo badge