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giovedì 10 luglio 2014

Quattromila ore l'anno, o non più quattromila?

Sul mantra - bufala di quest'assolta estate, si può leggere il seguente commento:

"Sembrerebbe una bella idea quella del Ministro della Pubblica Istruzione il quale, insieme ad altri esponenti di partiti politici, va proponendo che le scuole restino aperte dalle 8 alle 20 (o 22?). Un’idea che nasce dalla convinzione che i bambini e i ragazzi meno stanno a casa e meglio è. Ma non solo.
Il Ministro, dopo aver chiarito se si riferisce a tutti gli ordini di scuola, dall’infanzia alla scuola secondaria di I e II grado, dovrà concretizzare la sua proposta prima di tutto con l’arruolare un esercito di bidelli che, le scuole, le controllano, le aprono e le chiudono, le puliscono, sorvegliano chi le frequenta, affiancano gli insegnanti con mansioni pratiche.
Poi, lo Stato dovrà finanziare i Comuni obbligati a fornire riscaldamento, luce, trasporti anche in orario serale, mense e un po’ di fresco d’estate.
E quanto costerà riaprire al sabato le tante scuole che hanno adottato la settimana corta perché i Comuni devono risparmiare? Oppure riscaldare e illuminare le scuole di montagna e di collina dove, nei lunghi inverni, il freddo e il buio sono in agguato fin dal primo pomeriggio?
Saranno rese vivibili le scuole del Sud dove, nelle lunghe estati, il caldo imperversa nelle aule in modo insopportabile e non paragonabile a quello degli altri Paesi europei additati ad esempio per questa riforma epocale la quale, però, non fa i conti con la geografia del nostro Paese?
A meno che non si punti a chiuderle tutte, quelle scuole che non ce la fanno a restare aperte, e a trasferire gli alunni nelle grandi scuole delle città o dei grossi centri le cui aule possono ospitarne trenta e oltre.
Così si risolverebbero, in un colpo solo, tanti problemi"

Continua qui.

Che dire? Semplice! A fronte di una mancata proposta certa, si rincorrono le interpretazioni e le ridde di chiacchiere ... insomma, andiamo al mare (a lavarci le idee)! :D

martedì 8 luglio 2014

Disabilità




"La persona disabile sta in una zona intermedia, di confine, è su un crinale: ha abbandonato lo status di “normale”, ma non è estraneo al mondo; non è perfettamente sano, ma non è neanche malato; non è morto, ma non fa pienamente parte del mondo dei vivi; non è pienamente umano, ma non è neanche un animale; non è completamente rifiutato, ma non è neanche pienamente accettato"




(M. Schianchi, La terza nazione del mondo. I disabili tra pregiudizio e realtà, Feltrinelli, Milano, 2009, p. 47)




L'effetto della stigmatizzazione delle persone disabili: collocarle nella terra di nessuno della condizione di mezzo tra opposti, vale a dire dislocarle al di fuori dello spazio quotidianamente vissuto dai (presunti) normali ...



(url immagine: http://www.semprediritti.it/media/k2/items/cache/778faba3e3dc8c6c6db24b403da494ae_XL.jpg)


lunedì 7 luglio 2014

Paperino filosofo ... quattro!


Infine, il Velo di Maya viene squarciato e l'equivoco scoperto!

Paperino NON è un filosofo e quel che per lui è, a tutti gli effetti, una gran bella verità, cavarsela da soli, è una sconcertante banalità per i filosofi di professione!

Paradosso tra i paradossi: fintantoché sono tra pari, i filosofi si sentono in potere di dire tutto e il contrario di tutto. Non appena, però, giunge un estraneo dalla cerchia degli amici, ecco che viene "cacciato" dal Giardino ...

Autobiografico? No, non credo. Ci mancherebbe! So riconoscere i miei limiti e/o difetti!

Ma non posso che guardare con simpatia al nostro caro e ottantenne Paolino Paperino!

Tanti auguri, irascibile e sfortunato papero!




(Da Topolino n. 3054 p. 34)