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domenica 8 gennaio 2017

Un'altra leadership?

Cosa fa il dirigente scolastico?

Cosa dovrebbe fare?

Come funziona la scuola italiana?

Nel mio ultimo volume alcuni spunti e riflessioni, non conclusivi, per conoscere la realtà scolastica italiana.



Ma da "infiltrato". Ossia, non nella testa di qualche dirigente o accademico, ma dall'esperienza di prima mano del sottoscritto, di qualcuno che la vive ogni giorno e che si sporca le mani in prima persona, senza deleghe ...

Al lettore, potenziale o reale, l'onere di valutarne la bontà o di criticare la prospettiva, così come di colmare una sua inaccettabile ignoranza, vale a dire non conoscere la realtà effettuale della scuola italiana ...




Qui l'opera (anteprima limitata).

Qui la possibilità d'acquisto su Ibs mentre qui su Amazon.

So che è squallido di chiedervi di acquistarlo, ma l'auto-pubblicazione impone sempre un onere economico a carico dell'autore, in assenza, peraltro, di un effettivo guadagno futuro. Lo stesso prezzo ne è indice: mi è stato imposto ed è troppo alto. Io avrei voluto una cifra compresa tra i 5 e i 7 euro ... In ogni caso, però, se siete docenti che aspirano a cambiare funzione svolta o semplicemente migliorare la vostra conoscenza del servizio pubblico di istruzione, potete usufruire della Card del docente per l'autoaggiornamento (su Amazon e prossimamente anche su IBS). Allora, aggiungo solamente quanto segue: buona lettura!

giovedì 10 luglio 2014

Quattromila ore l'anno, o non più quattromila?

Sul mantra - bufala di quest'assolta estate, si può leggere il seguente commento:

"Sembrerebbe una bella idea quella del Ministro della Pubblica Istruzione il quale, insieme ad altri esponenti di partiti politici, va proponendo che le scuole restino aperte dalle 8 alle 20 (o 22?). Un’idea che nasce dalla convinzione che i bambini e i ragazzi meno stanno a casa e meglio è. Ma non solo.
Il Ministro, dopo aver chiarito se si riferisce a tutti gli ordini di scuola, dall’infanzia alla scuola secondaria di I e II grado, dovrà concretizzare la sua proposta prima di tutto con l’arruolare un esercito di bidelli che, le scuole, le controllano, le aprono e le chiudono, le puliscono, sorvegliano chi le frequenta, affiancano gli insegnanti con mansioni pratiche.
Poi, lo Stato dovrà finanziare i Comuni obbligati a fornire riscaldamento, luce, trasporti anche in orario serale, mense e un po’ di fresco d’estate.
E quanto costerà riaprire al sabato le tante scuole che hanno adottato la settimana corta perché i Comuni devono risparmiare? Oppure riscaldare e illuminare le scuole di montagna e di collina dove, nei lunghi inverni, il freddo e il buio sono in agguato fin dal primo pomeriggio?
Saranno rese vivibili le scuole del Sud dove, nelle lunghe estati, il caldo imperversa nelle aule in modo insopportabile e non paragonabile a quello degli altri Paesi europei additati ad esempio per questa riforma epocale la quale, però, non fa i conti con la geografia del nostro Paese?
A meno che non si punti a chiuderle tutte, quelle scuole che non ce la fanno a restare aperte, e a trasferire gli alunni nelle grandi scuole delle città o dei grossi centri le cui aule possono ospitarne trenta e oltre.
Così si risolverebbero, in un colpo solo, tanti problemi"

Continua qui.

Che dire? Semplice! A fronte di una mancata proposta certa, si rincorrono le interpretazioni e le ridde di chiacchiere ... insomma, andiamo al mare (a lavarci le idee)! :D