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domenica 8 gennaio 2017

Un'altra leadership?

Cosa fa il dirigente scolastico?

Cosa dovrebbe fare?

Come funziona la scuola italiana?

Nel mio ultimo volume alcuni spunti e riflessioni, non conclusivi, per conoscere la realtà scolastica italiana.



Ma da "infiltrato". Ossia, non nella testa di qualche dirigente o accademico, ma dall'esperienza di prima mano del sottoscritto, di qualcuno che la vive ogni giorno e che si sporca le mani in prima persona, senza deleghe ...

Al lettore, potenziale o reale, l'onere di valutarne la bontà o di criticare la prospettiva, così come di colmare una sua inaccettabile ignoranza, vale a dire non conoscere la realtà effettuale della scuola italiana ...




Qui l'opera (anteprima limitata).

Qui la possibilità d'acquisto su Ibs mentre qui su Amazon.

So che è squallido di chiedervi di acquistarlo, ma l'auto-pubblicazione impone sempre un onere economico a carico dell'autore, in assenza, peraltro, di un effettivo guadagno futuro. Lo stesso prezzo ne è indice: mi è stato imposto ed è troppo alto. Io avrei voluto una cifra compresa tra i 5 e i 7 euro ... In ogni caso, però, se siete docenti che aspirano a cambiare funzione svolta o semplicemente migliorare la vostra conoscenza del servizio pubblico di istruzione, potete usufruire della Card del docente per l'autoaggiornamento (su Amazon e prossimamente anche su IBS). Allora, aggiungo solamente quanto segue: buona lettura!

domenica 25 settembre 2016

Cosa fa il leader?

"Essere leader significa esprimere modalità di realizzazione al cambiamento, saper leggere le proprie emozioni, affermare positivamente la propria credibilità, saper trasmettere energia ed entusiasmo trascinando gli interlocutori nella direzione desiderata"

(M. Lepore, Manager di se stessi. Costruire e mantenere una buona immagine di sé, Giunti, Firenze, 2015, p. 79)

Ecco la differenza tra il manager e il leader: il primo amministra, il secondo dirige!

Eppure, nella retorica pubblica, sempre più spesso incontriamo declinazioni a parole del secondo mentre il ruolo calcato sulla scena è sempre aderente al primo ...

Amministrare fa a pugni con il dirigere!

Chi amministra riveste il ruolo stantio del burocrate: passare carte ...

Invece, chi dirige sa coinvolgere, sa indirizzare, sa trasmettere entusiasmo, ha una visione e riesce a includere tanti in tale direzione!

Se volgiamo lo sguardo alle nostre realtà quotidiane, più o meno organizzative, più o meno organizzate, quel che salta agli occhi è la recita dei manager che fingono e dicono di essere leader ...


(url: http://cs.ilgiardinodeilibri.it/cop/m/w501/manager-di-se-stessi-giunti.jpg)

lunedì 27 aprile 2015

Profili della scuola di oggi ... 6

"L’attribuzione dell’autonomia alle istituzioni scolastiche, le sollecita a cercare, individuare e perseguire il proprio senso formativo, la cosiddetta mission dell’istituto. La quale mette a fuoco gli interessi da coltivare in riferimento alle mete da raggiungere, tra finalità comuni a tutte le altre scuole e scopi educativi e formativi specifici della singola scuola"

(G. Mondelli, Dirigere la scuola al tempo della globalizzazione. L’azione del dirigente scolastico nella società della conoscenza, Anicia, Roma, 2012, p. 308)

Mission ...

Vision ...

Merito ...

Miglioramento ...

Qualità ...

Competenze ...

Organizzazione ...

Delega ...

Autonomia ...

Dirigenza ...

Funzioni strumentali ...

Organi collegiali ...

Governance ...

Leadership ...

School Manager ...

Di quanti e quali mantra si nutre il 'fare scuola' oggi? Forse troppi ...

E mai l'unico veramente efficace: investire nuove risorse nel servizio pubblico di istruzione! 

Che tristezza!

domenica 8 marzo 2015

Perché non si valutano i valutatori?

"il tema della valutazione dei dirigenti scolastici subirà una sorta di rimozione dall’agenda valutativa, il clima sarà quello di un biasimo e di una colpevolizzazione nei confronti della categoria degli insegnanti, ideologici e sostanzialmente identificati col complessivo pubblico impiego di ‘fannulloni’"

(R. Serpieri, Senza leadership: la costruzione del dirigente scolastico. Dirigenti e autonomia nella scuola italiana, Franco Angeli, Milano, 2012, p. 29)

Una ricostruzione attendibile dell'introduzione del tema della valutazione nella scuola italiana.

Solo che si valutano i sottoposti e mai i dirigenti, gli strali si appuntano su questi ultimi dimenticando che, in ogni caso, chi dirige le istituzioni scolastiche ne è sempre responsabile in merito ai risultati.

Dunque, il tema della valutazione è oggi un mantra ripetuto sempre e solamente come arma diretta contro i lavoratori della scuola e, in ogni caso, si devia sempre dalla valutazione complessiva dell'organizzazione scolastica al fine di preservare dal giudizio meritocratico gli stessi dirigenti scolastici.

Morale della favola: i dirigenti scolastici sono sempre meritevoli, dal momento che sono non valutabili, e per loro la parte di compenso relativa al merito è data "a pioggia", mentre i dipendenti sono sempre immeritevoli, dal momento che si oppongono attivamente a che si valuti il loro merito, e per loro i compensi lordi sono fermi ai valori del 2009. Una punizione?

Tuttavia, se ci fermassimo per un attimo a considerare le strategie evasive messe in campo dai dirigenti, e dai loro sponsor politici, per evitare di finire nel medesimo tritacarne della valutazione e del ciclo della performance, viene da chiedersi: ma a cosa serve per davvero la valutazione? Se anche i dirigenti scolastici desiderano evitarla, servirà davvero oppure è solamente lo strumento demagogico per giustificare tagli lineari alle retribuzioni? 


Peraltro, in tempi di spending review permanente, e con i vari blocchi agli scatti di anzianità per i dipendenti, come mai improvvisamente si "trovano" milioni di euro per pagare un aumento salariale ai dirigenti scolastici? Forse loro sono meritevoli di integrazioni salariali, ma tutti gli altri? Perché la stessa generosità non vale anche per gli altri dipendenti pubblici?

lunedì 23 febbraio 2015

Paradossi della valutazione!

"Queste politiche sono in corso ancora a uno stadio sperimentale; cionostante sono state annunciate, e amplificate da una campagna sui media, da retoriche ideologiche di disprezzo e vergogna per gli insegnanti, assimilati in questo ai dipendenti pubblici 'fannulloni', per additare alla pubblica opinione la loro resistenza contro la valutazione. In questo, i dirigenti scolastici sono dall'autonomia ad oggi, paradossalmente, risultati indenni come valutati, ma appena possibile arruolati come valutatori degli insegnanti"

(R. Serpieri, Senza leadership: la costruzione del dirigente scolastico, Franco Angeli, Milano, 2012, p. 61)

Ed è così.

Purtroppo.

Nessuno può valutare i dirigenti scolastici, ma questi ultimi prontamente sono disponibili a valutare gli insegnanti.

Ecco come va la linea gerarchica a scuola, dai superiori ai sottoposti, i primi delegano e valutano, i secondi subiscono, pagano di tasca propria e sono valutati sulla base delle ore di volontariato che erogano liberamente alla propria sede di servizio.

Ecco, il futuro! Ecco, la buona scuola!



(url immagine: http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2014/11/buonascuola.png)