VOCI DI UN ANTICO PRESENTE. NON SI PUO' SFUGGIRE AL PROPRIO DESTINO.
Dopo quasi due anni di lavoro, e di ripensamento, di stesura, e di labor limae, di approfondimenti e di modifiche, prende forma definitiva il "primo" romanzo su Marsala.
Una storia "fantasy", come piace molto oggi, in tempi di crisi e di difficoltà - in fondo "sognare" non costa nulla ed è molto meglio che vivere la cruda realtà - ma senza fate, draghi e maghi, a meno di non volerli trovare dissimulati sotto le vesti di altri simboli, e di altre metafore. E comunque la storia non tradisce mai lo spirito "realistico" - non un ossimoro, si badi bene! - che ben caratterizza l'autore. In fondo, c'è sempre del "vero" o del "reale" anche nella fantasticheria più sfrenata poiché l'autore vive nel mondo, e non nel sogno.
La vicenda narrata, ovviamente, intreccia in maniera indissolubile i vissuti personali dell'autore e le retoriche pubbliche che lo hanno circondato in questi ultimi anni. Il risultato è una summa, una fusione, una sintesi, una trasfigurazione letteraria delle vicissitudini di un'intera generazione, costretta, suo malgrado, e senza demeriti, nell'angolo della precarietà, quella sorta di "limbo" ove non puoi progettare alcun futuro, dove resti sospeso, dove effettivamente conduci un'esistenza tra parentesi, senza passato né futuro ...
La protagonista, in effetti, esemplifica bene tutto questo: una giovane donna precaria che vivacchia a progetti e che si trova catapultata in una realtà diversa, in un altrove alternativo al suo presente, dove ritrova, in sostanza, il filo perduto che lega presente e passato al proprio futuro.
Non a caso, infatti, la storia è ambientata a Marsala, non solamente la città natale dell'autore, ma anche uno spazio "metafisico" ove è davvero possibile, benché nemmeno lontanamente tentato, riannodare i fili dimenticati del passato e del futuro, passando per il proprio presente. A Marsala, ad esempio, si vive in un eterno presente, senza passato né futuro. Eppure, basterebbe ricordare che il futuro deriva proprio da un passato. E tuttavia Marsala è così come appare: barocca, e limitata; affascinante, ed inquietante; sospesa tra mito e storia, tra passato e futuro, tra presente e immobilità ...
Leggere il romanzo vuol dire anche confrontarsi con una dimensione dell'anima: il progettarsi come realizzarsi nel diventar più umani di prima ... Non solo una provocazione, ma una realtà di fatto! Un pressante invito ai lilybetani: scegliere di attualizzare il proprio orgoglio in fatti concreti!
Immergersi nella psiche di Giuliana, la protagonista, fondersi nei suoi orizzonti, perdersi nelle pieghe della sua vita, significa riappacificarsi con quanto si era prima, congedarsi da una minorità, e poter lavorare per un domani ...
Allo stesso tempo, Giuliana parla a tutti noi, parla di tutti noi ... precari, e perciò vivi, precari, e perciò desiderosi di stabilità, occupazionale, affettiva, familiare, personale, comunitaria ... assetati di realizzazione ... Giuliana è una generazione intera in cerca del proprio riscatto, è una storia non locale, anche se vi sono presenti accenti e usi cittadini, di una minuscola città, ma universale, che abbraccia ogni singolo volto che calca la scena di questo piccolo mondo.
Alessandro Pizzo
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