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martedì 2 giugno 2015

Riflessioni post elettorali



Finalmente abbiamo votato, finalmente i docenti italiani hanno messo in opera i loro propositi, finalmente abbiamo i risultati ...



Quali sono i risultati del voto degli insegnanti italiani? Già, i risultati, quei risultati, quelle speranze, quei sogni ...





A questo punto, ad alcune ore di distanza dal "caldo" delle operazioni di voto e di scrutinio, penso sia possibile condurre alcune brevi, ed amare, considerazioni ...





Primo: il voto locale non manda alcun messaggio diretto al partito di Renzi, e, segnatamente alla sua maggioranza. D'altra parte, mi stupirei del contrario visto che non s'è mai visto un governo cadere sulla scuola. 






Secondo: la natura complessa del voto non permette affatto di inferire il ruolo degli elettori docenti dato che vi sono moltissimi altri attori e moventi all'opera e che concorrono nello stesso tempo e su un piano di assoluta parità. 




Terzo: la mancanza di dichiarazioni ufficiali dei vertici del partito sugli effetti elettorali del ddl "La Buona Scuola" è l'elemento principale ed il più rilevante da tener in debita considerazione. Infatti, a mio modesto avviso, la dice lunga: il partito ha già deciso di perdere i docenti elettori. Questo dato è incontrovertibile, mi pare dannatamente chiaro. Altrimenti, è ovvio, ci si sarebbe mossi diversamente, e non con quella modalità che, a noi parte in causa, e solamente dal nostro punto di vista, appare un singolare autogol, un clamoroso errore strategico. Ma, e ripeto, solamente per noi docenti italiani, di gran lunga minoranza in termini elettorali o, se si preferisce, di "peso" politico. Ed altrimenti, infatti, nessuno concepirebbe o proporrebbe simili provvedimenti punitivi nei nostri confronti ...






Quarto: chi di noi si aspettava davvero le dimissioni del governo? O, in subordine, un ritiro del ddl? Peraltro, penso si debba prendere in seria considerazione il silenzio assordante di Mila Spicola sul ddl in questione, attualmente think thank con il Faraone, ed una volta indimenticata paladina della scuola contro la riforma Gelmini - Tremonti. E taccio, per ovvie ragioni, sul silenzio presidenziale, a sua volta aspramente critico nei confronti del duo Gelmini - Tremonti nel 2008. Questo, a mio avviso, la dice lunga sull'atteggiamento assunto dal decisore politico e, segnatamente anche, su quanto l'establishment considerai sacrificabile, in termini di mancato ritorno elettorale. Insomma, la scuola, e soprattutto i suoi lavoratori, sono considerati sacrificabili sull'altare di ben altre intenzionalità politiche ed elettorali! Mi pare chiaro!




Quinto: penso di conseguenza che le nostre attività di opposizione al ddl debbano essere di altro genere e ben sapendo che è molto probabile che lo scontro sarà lungo e con morti e feriti ... fuori di metafora, non è da escludere l'applicazione per un certo periodo di tempo delle disposizioni previste nel ddl prima che, eventualmente, ma siamo già nel campo delle ipotesi, un referendum o un pronunciamento costituzionale, modifichi in parte o cassi l'intero ddl. Con questo non intendo dire che dobbiamo rassegnarci o rinunciare, ma che non vi saranno né scorciatoie né corsie preferenziali. Solo sarebbe il caso di battere anche altre strade. Anche se, al momento, non me ne sovvengono ....



... e nel frattempo, prepararsi al peggio e resistere, resistere, resistere!









(url immagine: http://www.pressenza.com/wp-content/uploads/2015/03/La-Buona-Scuola.jpg)






mercoledì 19 marzo 2014

Le pie illusioni ...



Il presente volume di Frabboni, risalente all'epoca pre - Gelmini, l'inizio della fine per la scuola pubblica italiana, se letto con il senno di poi ha il pregio, di per sé amaro, di rivelarsi come la fine delle pie illusioni intorno alla capacità governativa di programmare il futuro del Paese attraverso l'istituzione scuola.




Nulla di quanto sperato s'è realizzato e siamo tornati indietro di parecchi decenni.




Qualcuno, magari, obietterà che l'intero sistema Paese è arretrato in questi difficilissimi anni, ma, com'è mio solito fare in questi ultimi anni, ribadisco che il "mal comune" non è affatto "mezzo gaudio", ma solamente, e tristemente, "male comune".



Più riguardo a Fare bene scuola. Un'impresa possibile?

mercoledì 12 marzo 2014

Scoprire l'acqua calda ...



Cito: "La conclusione è incontrovertibile: le remunerazioni medie degli insegnanti sono più basse in Italia, sia in termini assoluti che in rapporto al Pil procapite. La differenza si attenua, e anzi si inverte, nel caso dei dirigenti scolastici: la media in termini assoluti è simile nei due paesi, ma in rapporto al Pil è più alta in Italia"






Sembra che finalmente anche la statistica abbia scoperto la proverbiale acqua calda: si sa che gli stipendi del personale scolastico rasentano la "fame" ...

(qui lo studio)

sabato 1 marzo 2014

La scuola è finita!



Non è un testo "nuovo", ma mantiene intatta tutta la sua perigliosa attualità rispetto al disastrato mondo della scuola.



Una lettura da consigliare a tutti, in primo luogo ai genitori dei nostri alunni, ed utile per comprendere come mai la scuola, almeno quella pubblica italiana, sia finita.


D'altra parte, è, a tutti gli effetti, una tragedia tutta nostrana: mangiarsi il futuro per fare "cassa" nel presente!




Più riguardo a La scuola s'è rotta