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lunedì 10 novembre 2014

Figli di un Dio minore?



"In vari casi i ragazzi in difficoltà erano addirittura condotti in locali a parte per ricevere dagli insegnanti di sostegno lezioni a loro specificamente finalizzate; in assenza dell’insegnante di sostegno, non di rado accadeva che gli allievi con disabilità di varie classi fossero affidati al personale assistente con funzioni di mera sorveglianza"



(G. Fappani, Figli di un Dio minore?, in G. Onger (ed.), Trent’anni di integrazione scolastica. Ieri, oggi, domani, Vannini Editore, Gussago, 2008, p. 120)



Purtroppo, in molte realtà le cose stanno ancora in questi termini, alunni che vivono la scuola fuori dalla classe e che, in assenza del docente di sostegno, vengono addirittura rifiutati dall'istituzione scolastica ...



No, questa è segregazione, esclusione, elusione dei precisi obblighi, negazione del valore costituzionale della scuola aperta a tutti ...

mercoledì 5 novembre 2014

Integrazione scolastica

"L’integrazione vera, buona, è piena partecipazione alla normalità del fare scuola nel gruppo «normale» dei coetanei, in una classe «normale», in una scuola «normale», con attività «normali», cioè di tutti"

(D. Ianes, L’evoluzione del docente di sostegno. Verso una didattica inclusiva, Erickson, Trento, 2014, p. 9)

Cose che sarebbero ovvie e che, purtroppo, non lo sono nelle prassi comuni, nelle stanche routine dell'integrazione scolastica, nelle ridondanti e non incisive liturgie del rito inclusivo ...


(url immagine: https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuz2h-VoWVSdGW7oBnTcv8XW1JO_aLqZs7-ICxodDHM6WBXJECWsLZU-mp21YvSUA3bv021kfjpcVqxWXM5n79MY30YGvae5u4HnZqdOA0-QW6-ZY_LBNiHX9A_l9QCjqnotPM5qU8wmyS/s1600/integrazione.jpg)

domenica 2 novembre 2014

Handicap sociale



Con l'ICF si "capovolge il punto di vista, ricollocando al proprio posto il protagonista, la persona, l’alunno".

(F. Stasolla – V. Albano, ICF e PEI nelle disabilità dello sviluppo, Libellula, Tricase, 2013, p. 29)

In realtà, le cose non stavano esattamente in questi termini prima che la classificazione ICF venisse approvata.

Infatti, tutti sanno, o dovrebbero sapere, che l'handicap non è della persona affetta da qualche menomazione, ma delle condizioni sociali e fisiche dentro le quali sviluppa la sua esistenza. Qui il mio ragionamento più esteso.

Pertanto, non è affatto vero che in precedenza si guardasse solo alle incapacità, perdendo di vista la centralità della persona, con i suoi bisogni, ma è vero, viceversa, che il rischio è sempre il solito: dimenticare che le le cause invalidanti non risiedono nella persona, ma nella particolare organizzazione sociale che il consorzio umano ha scelto e manda avanti, e che penalizza alcuni a vantaggio di tanti altri.


(url immagine: http://www.erisee.org/node/img/icf.jpg)