Si abbiano le
seguenti due premesse:
- se il Buon Samaritano aiuta Giorgio che è stato derubato, allora Giorgio è stato derubato;
- è vietato che Giorgio venga derubato.
Stiano A per “il
Buon Samaritano aiuta Giorgio” e B per “Giorgio è stato
derubato”. Pertanto, si avrà:
(11)
(AB)
→ B
(21)
FB [leggi: vietato:
B]
(31)
F (AB)
(da (1) – (2) e FR) [leggi: vietato che:
il Buon Samaritano aiuti Giorgio che è stato derubato].
Ovviamente,
l’enunciato (31)
è assurdo. Infatti, la formulazione [PBS] mette in difficoltà
"il Buon Samaritano dal momento
che se è vietato aggredire e derubare i viandanti, allora è vietato
aggredirli e derubarli e anche soccorrerli quando vengano
aggrediti e derubati. Così, andando in soccorso della vitima di una
aggressione, il Buon Samaritano compie paradossalmente un’azione
proibita. Di qui il nome di Paradosso del Buon Samaritano"[1]
Il presente è il noto, e problematico, paradosso (deontico) del Buon Samaritano: una derivazione apparentemente inattaccabile la quale, però, contraddice apertamente una delle premesse.
Note
[1] Cfr. A.
Artosi, Il
paradosso di Chisholm. Un’indagine sulla
logica del pensiero normativo, Clueb,
Bologna, 2000, p. 72.
(immagine tratta da: http://www.artcurel.it/ARTCUREL/RELIGIONE/TEOLOGIA%20SIMBOLICA/buonsamaritanoiconachiesasEgidioRoma.jpg)
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