"Se
un legislatore proibisce qualcosa o lo rende obbligatorio, dovrà
fare i conti con la possibilità che la norma non sia sempre
osservata. Ma si può dire che egli normalmente voglia o desideri che
ciò che egli ha ordinato deve senza eccezione essere. Egli vuole che
le norme
siano soddisfatte. Se, per una ragione o per l’altra, fosse
impossibile
che gli stati obbligatori sussistessero sempre (nella storia della
norma), potremmo dire che il suo desiderio (volontà) non è
razionale dal momento che non
può
essere adempiuto. L’irrazionalità sarebbe particolarmente
manifesta, se uno stato obbligatorio non potesse mai sussistere e di
conseguenza uno stato proibito dovesse sempre sussistere. Questo
sarebbe il caso, per esempio, se il legislatore avesse ordinato una
contraddizione: che sia p&~p"
(g. h. von
Wright,
Norme,
verità
e logica,
“Informatica e diritto”,
3, 1983, p. 16)
Riflessioni di ritorno come utile viatico alla demolizione della vulgata intorno al Dilemma di Joergensen: chi ha bisogno di inferenze normative?
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