"A
prescindere da alcuni fastidiosi giochi linguistici e concettuali, il
significato del discorso heideggeriano è che le cose hanno una
pluralità di sensi, incorporano relazioni sociali e naturali,
assorbono una patina mitica, un valore simbolico che non è
riducibile al valore d’uso o a schemi conoscitivi"
(R.
Bodei, La filosofia del Novecento, Donzelli, Roma, 2006, p. 124)
Assume i contorni della pervicacia acritica il voler a tutti i costi appoggiarsi, nel bene come nel male, ad un autore a tal punto sopravvalutato, per non dire anche incompreso, da andare bene per tutti e per tutte le stagioni.
Non ce ne voglia Bodei, ma davvero è l'unico autore cui potersi riferire per mettere in luce la natura contestuale della filosofia in quanto costruzione simbolica di valori intrinseci alle cose stesse?
Resto perplesso innanzi allo sforzo degli uni come degli altri di appoggiarsi ad Heidegger, manco fosse il salvatore della "selva" filosofica ...
Nessun commento:
Posta un commento
Se desideri commentare un mio post, ti prego, sii rispettoso dell'altrui pensiero e non lasciarti andare alla verve polemica per il semplice fatto che il web 2.0 rimuove la limitazione del confronto vis-a-vi, disinibendo così la facile tentazione all'insulto verace! Posso fidarmi di te?