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martedì 9 luglio 2013

Equivoci ...

"Filosofi morali e giuristi sembrano essere i clienti naturali del logico deontico. E, tuttavia, non sembra che si siano stabiliti buoni rapporti né con gli uni, né con gli altri. Colpa del venditore, probabilmente, che non sa presentare bene la merce. In realtà, molte cose possono aver contribuito a creare e a diffondere l’impressione che la logica deontica è irrilevante per l’etica e per il diritto. Se è così, si tratta di un’impressione sfortunata, perché ci sono parecchie questioni in logica deontica che riguardano, direttamente o indirettamente, la filosofia morale e la filosofia del diritto"


(A. Artosi, Il paradosso di Chisholm. Un’indagine sulla logica del pensiero normativo, Clueb, Bologna, 2000, p. 7)


Buone intenzioni non equivalgono automaticamente a buoni risultati.


Questo il caso, davvero emblematico, della logica deontica, il luogo terzo onde poter avvicinare i reami distinti della logica, da un lato, e del diritto, dall'altro lato.


Ma l'incontro desiderato non è mai avvenuto.


O, se si preferisce, può dirsi piuttosto che di incontri ne sono avvenuti parecchi lungo il XX secolo, ma l'unione non s'è mai consumata.


Per problemi di compatibilità, si vocifera ...


Per errati presupposti reciproci, a parer mio.


In ogni caso, per il pregiudizio complessivo secondo il quale la logica deontica potesse davvero formalizzare gli specifici contenuti morali degli enunciati normativi.


La logica può render conto, entro limiti strettissimi, della consequenzialità dei ragionamenti normativi, ma mai dire qualcosa intorno agli specifici contenuti valutativi degli enunciati delle norme.


Perdere di vista il limite semiotico della logica deontica, ha condotto a siffatti equivoci, dimenticando come la logica possa solamente rendere giustificabile le nostre intuizioni morali, mai dimostrarle more geometico!


La logica deontica riguarda davvero la morale o il diritto, ma non nella maniera sin qui erroneamente desiderata e/o creduta ...

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