"Faccio un sogno. Non
un sogno d'infanzia, un sogno di oggi, mentre scrivo questo libro.
Subito dopo il capitolo precedente, per essere precisi. Sono seduto,
in pigiama, sul bordo del letto. Grossi numeri di plastica, come
quelli con cui giocano i bambini sono sparpagliati sul tappeto,
davanti a me. Devo “mettere in ordine i numeri”. È questa la
consegna. L'operazione mi sembra facile, sono contento. Mi chino e
tendo le braccia verso i numeri. E mi accorgo che le mie mani sono
sparite. Non ci sono più mani in fondo al mio pigiama. Le maniche
sono vuote. A gettarmi nel panico non è la scomparsa delle mani, è
il fatto di non potere raggiungere quei numeri per metterli in
ordine. Cosa che sarei stato in grado di fare"
(D. Pennac, Diario di scuola,
Feltrinelli, Milano, 20085,
p. 24)
(immagine tratta da: http://www.fashionlife.it/wp-content/uploads/2010/07/pennac.jpg)
(Posso abusare della tua pazienza, caro lettore? Se i posts sono di tuo gradimento, posso chiederti di votarmi (gratuitamente)? Sì? Nel ringraziarti, ti invito a cliccare sul banner sottostante)
Nessun commento:
Posta un commento
Se desideri commentare un mio post, ti prego, sii rispettoso dell'altrui pensiero e non lasciarti andare alla verve polemica per il semplice fatto che il web 2.0 rimuove la limitazione del confronto vis-a-vi, disinibendo così la facile tentazione all'insulto verace! Posso fidarmi di te?