Stamane mi sono recato a colloquio con il mio Dirigente per inoltrare una richiesta di utilizzo di ore per il diritto allo studio.
Al di là dei modi spicci e "dirigenziali" adoperati, ivi inclusa la riserva di concedermi o meno le suddette ore, estrapolo alcune proposizioni che, a mio modesto avviso, sono molto indicative della direzione lungo la quale corre, o scivola, a seconda dei punti di vista, la scuola pubblica italiana.
La prima: "compatibilmente con le esigenze di ufficio" ... vorrei vedere in caso contrario.
La seconda: "lei sa che le è stato affidato un alunno, che necessita di cure, se invece lei va in diritto allo studio ..." ... normale che sia così, ma l'alunno non è affidato a me soltanto, mio caro dirigente, e calo un velo, davvero pietoso, sulla prassi di ledere ai diritti di suddetto alunno adoperandomi come "tappabuchi" o jolly per coprire classi scoperte, facendo, con ogni evenienza, risparmiare codesta istituzione scolastica (io sono già pagato e se la supplenza non si fa fare ad altri ...)
La terza: "ma lei tutte deve prendersele?" ... risposta mia: "Lei che pensa?".
La quarta: "e tutte le 150 ore vorrebbe prendere?" ... risposta mia: "Sono 52 per lo studio individuale ..."
La quinta: "Vero che i diritti sono diritti, ma continuando così domani non potremo lamentarci di non averne più" ... forse che i diritti si consumano se goduti? Mah!
La sesta: "Se ce ne freghiamo della scuola, poi abbiamo insegnanti frustrati ..." ... orpo! Non pensavo di godere di una considerazione tanto bassa! Ma evidentemente, dal momento che occupo la penultima posizione nella gerarchia verticale del lavoro scolastico dipendente (l'ultima, ahinoi, è occupata da valentissimi colleghi precari), questa è la considerazione che merito. Certo, se ci raddoppiassero lo stipendio attuale e ci evitassero colloqui così frustranti, modalità tanto verticistiche, toni così autoritari quanto dirigenziali ... magari ...
La settima: "Lei cosa mi dice?" ... uno sfrontato tono di sfida che non raccolgo ... risposta mia: "Non dico nulla, signor preside" e lui, di rimando, ma un po' turbato: "Ecco, non aggiunga nulla" ... ma tu guarda!
L'ottava: "Vedrò la richiesta e valuterò" ... forse c'è un equivoco di fondo che mi permetto di dirimere, nel mio piccolo: non è che il D.S. concede tale diritto, solamente assicura le procedure burocratiche di sostituzione del sottoscritto, peraltro già autorizzato a fruire di suddette ore da parte dell'Ambito Territoriale di competenza .... a meno che il summenzionato dirigente non vorrà farmi mica credere che quando manca un insegnante di sostegno viene adeguatamente sostituito ...
Come concludere questa ridda di proposizioni altamente significative sulla concreta prassi scolastica?
Come "Via col vento": francamente, me ne infischio!
(immagine tratta da: http://www.veja.it/wp-content/uploads/2010/03/dirigente_scolastico1.jpg)
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