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sabato 30 giugno 2018

Il tempo ...


"Se il presente non significa nulla, cosa "esiste" nell'universo? Quello che "esiste" non è quello che c'è "nel presente"? L'intera idea che l'universo esista adesso in una certa configurazione, e cambi tutto insieme con il passare del tempo, non funziona più"

(C Rovelli, L'ordine del tempo, Adelphi, Milano, 2017, p. 54)


(url: https://images2.corriereobjects.it/methode_image/Video/2017/05/15/Cultura/Foto%20Cultura%20-%20Trattate/rovelli_250_mega_640_ori_crop_master__0x0_640x360.jpg)

martedì 13 agosto 2013

Non si può sfuggire al proprio destino ...

http://www.lafeltrinelli.it/products/9788891033390/Voci_di_un_antico_presente/Pizzo_Alessandro.html

(ebook)



Capita di scrivere un romanzo ...

... e capita anche di produrne il relativo file per ebook ...

Così, la piccola e provinciale Marsala, grande decaduta, antica Don su capo Boeo, si trova improvvisamente catapultata al centro della scena ...

... già, la scena ... ma quale?

Oscure trame, inquietanti e sinistri figuri, ombre che dal passato popolano il nostro presente ...

... e la certezza che, anche volendo, non si sfugge al proprio destino ...

Riuscirà la nostra eroina ad essere all'altezza del compito alto richiestole?

O, umanamente, fallirà?

Qui, dove anche le pietre parlano, ha luogo un thriller sospeso tra passato e presente, tra storia e mito, tra miserie umane e alti ideali ...

... ma solo chi lo legge, può capire ...

... e solo chi visita, anche solo una volta nella vita, la città di Marsala, può tentare di comprendere ...


venerdì 14 dicembre 2012

Non si può sfuggire al proprio destino!


(immagine tratta da: http://bks3.books.google.it/books?id=RuqLtgAACAAJ&printsec=frontcover&img=1&zoom=1&imgtk=AFLRE72nAC5W9SIVYqd2UnrlkDompgLdS_oMMVQDUo4Os8CGZfth_6PcxIu_-iEwReJYChCYZcV-S0rnIE7J-c9vWO8hE1SPgoFU9zRUIfHYeeTb5KpJjeTXa8dOvy7GJQ_LubrGTPWL)

L'anno scorso pubblicai, a mie spese, per conto della community "IlMioLIbro", un romanzo fantasy ambientato a Marsala, la mia città natale.

Non lo feci, ovviamente, con la speranza, o l'illusione, di guadagnare soldoni o di incontrare da subito fama e onori, ma, molto più dimessamente, per onorare una promessa fatta a mia moglie secondo la quale avrei scritto un romanzo sulla nostra città e che, in qualche modo, lo avrei pure pubblicato.

Il presente volume, infatti, reca, in quarta di copertina, il codice ISBN 9788891010773. So benissimo, anche a causa della mia intermittente e svagata attività di ricercatore precario, come funzionino le cose a livello editoriale e di certo una delle prime opere di un autore sconosciuto non avrebbe altrimenti mai potuto trovare uno sbocco editoriale. Così venne fatta la scelta dell'auto-pubblicazione (a pagamento, s'intende!).

Eccetto queste indicazioni, comunque, sono tre i particolari che desidero mettere adeguatamente in luce in questa sede:

1. Voci di un antico presente è un atto d'amore, critico mai supino, nei confronti della mia città, che appare, specie a chi viene da fuori e  non la conosce, sonnacchiosa e immobile. Giocando su questa caratteristica, e combinando l'attuale presente con la sua storia illustre, è venuto fuori un romanzo, per l'appunto fantasy, che guarda le strade, i monumenti, le testimonianze, storiche e contemporanee, oltre la loro superficie apparente, rendendo per metafore la sospensione, decadente, tra passato e presente, tra storia e mito, tra indolenza e voglia di modernità. Perché questo Marsala insegna a chi desidera ascoltarne con cuore limpido la sua voce: chi può pretendere di sfuggire al proprio destino? Siamo quel che eravamo, e lo eravamo solo perché lo saremmo stati in futuro ... nel paradosso dei sensi storici, i quali si sedimentano gli uni sopra gli altri, Marsala è un paradosso dentro al paradosso: è presente, ma è immersa nel passato! Eppure, quasi nessuno a Marsala desidera vivere nel passato, visto e considerato, come un macigno, un peso, dal quale trarsi fuori, costi quel che costi. Ma per quanto il marsalese desideri sfuggire, la Città lo cerca sempre, e lo trova, inchiodandolo ogni volta al suo destino non rassicurante, al suo essere un suo abitante, un suo figlio, un suo erede, nel bene come nel male.

2. Voci di un antico presente è, nel tempo stesso, un atto d'amore nei confronti della mia generazione, è la trasfigurazione delle ansie esistenziali di giovani che, pur avendo percorso, e con il massimo dei voti, l'intero corso di studi superiori, si trovano in condizioni lavorative odiose e subordinate, dovendo rinviare ad un domani imprecisato le scelte che l'orologio biologico, al contrario, imporrebbe al momento. Giuliana è, da questo punto di vista, la metafora per eccellenza: laureata eppur precaria, senza diritti né lussi possibili. Deve, così, sospendere la propria vita, mentre il tempo scorre inesorabile, perché la sua condizione occupazionale non le consente di progettarsi come persona adulta, sullo sfondo di una società cittadina indifferente e/o criticona sulle scelte personali da lei compiuta. Ma anche questo succede a Marsala. Narrandone le vicende infelici, ma desiderandone svolte liete, Voci di un antico presente è anche, a suo modo originale, un incitamento ai giovani della mia generazione a non mollare, a non perdere mai la speranza, a rialzarsi ogni giorno, e a non stancarsi mai di desiderare una vita normale.

3. Voci di un antico presente è, infine, un atto d'amore nei confronti di quegli studi che mi hanno portato dove sono e a quello che sono. Senza di loro, nessuna parola, nessuna metafora, nessun elemento, invece, confluiti nel romanzo, sarebbero stati formulati. E se il linguaggio talvolta può apparire davvero aulico o involuto, e comunque non reale, non me ne abbiate. Ogni cosa è stata voluta esattamente così, e per scelte estetiche personali che rientrano certamente nel novero delle prerogative degli autori.

Ai narratori estemporanei, agli esteti stitici, agli scettici sui lavori altrui, e a quanti, invece, ancora non conosco le miserie e le nobiltà di Marsala sciolgo l'invito accorato a non temere le sfide della diversità, culturale, geografica, mentale, e a scorgere anche le rive scoscese di Capo Boeo perché anch'esse sono parte integrante dell'humanitas, confine pulsante di quell'umanità di cui, volenti o nolenti, facciamo parte.

Ovviamente, queste poche righe provvisorie sono un commento, spero utile, a Voci di un antico presente, in attesa del completamento del seguito. Anche in quest'ultimo progetto sono presenti alcuni elementi qui indicati, ma la narrazione è, se mi si consente, più matura, più adulta, i personaggi, pur conservando parte della loro ingenuità e della loro semplicità, appaiono molto più "adulti", certo più complessi, mentre il romanzo, pur continuando ad inserirsi nel filone fantasy tocca vette noir e thriller. Ma sto anticipando troppo, non resta che attendere ancora.

Nel frattempo, però, per la serie "chi si ferma, è perduto!", da Novembre 2012 è disponibile anche la versione ebook di Voci di un antico presente, codice ISBN 9788891033390, alla modica cifra di € 5,99, leggibile anche su Ipad, Iphone e lettori appositi. Questo perché bisogna pur provare a stare dietro al progresso tecnologico, anche se editoriale.

Per il momento, un caro saluto da Marsala, anch'essa sponda, seppur difficile, dell'umanità.





mercoledì 21 novembre 2012

Pensare al passato per comprendere il presente ...


Gli storici hanno sempre saputo […] che la storia si costruisce dalla prospettiva del presente, che il viaggio che lo storico intraprende verso il passato non finisce lì, ma torna necessariamente al punto di partenza, che le sue elaborate costruzioni teoriche volte a dar conto di quanto successo in altri tempi sono prive di valore se non dicono nulla agli uomini di oggi

(M. Cruz, I brutti scherzi del passato. Identità, responsabilità, storia, Bollati Boringhieri, Torino, 2010, p. 108)


E' proprio vero: non si dà storia che in direzione inversa al flusso del tempo, dal presente verso il passato


E tuttavia, una volta giunto laggiù, lo storico torna incessantemente avanti e indietro nel tempo, per vagliare ipotesi, per controllare dati, per verificare fonti...


Il tutto nella ferma convinzione che il passato, in quanto cose occorse in altri tempi, e ad altri uomini, sarebbe infine privo di valore se non parlasse agli uomini di oggi, se non dicesse qualcosa che interessi anche chi vive nel presente. Se il futuro è di chi ha un passato, è pur vero che il problema del passato se lo pone solo chi è interessato a spiegare il proprio presente.



Pertanto, se oggi il nostro Paese ha smarrito la via stessa del presente, cosa ne è stato del suo passato? Cosa è andato storto? Cosa non ha funzionato? Ma queste sono domande scomode, domande che non interessano, questioni che restano come parole scritte sulle acque ...



(immagine tratta da: http://giotto.ibs.it/cop/copj170.asp?f=9788833921396)