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venerdì 5 febbraio 2016

Caro sindaco, ma cosa fa il Presidente della Repubblica?



Durante incontro con le istituzioni, sindaco e vice - sindaco, e dopo ampio discorso sulle finalità delle istituzioni locali e sui servizi erogati dal comune, un alunno di terza superiore si propone e chiede al sindaco "ma quanto prende al giorno il presidente della repubblica?" ... 


La tirata è chiaramente qualunquista e inquinata da chissà quali difficoltà familiari, vere o presunte o immaginate che siano, e, a prescindere dal suo essere del tutto fuori luogo in quella occasione, a differenza invece del gradimento mostrato dai miei colleghi, il tutto mi suona del piuttosto sgradevole ...


Da lì parte ovviamente un coro nei confronti delle ingiustizie perpetrate dai rappresentanti del popolo perché "se siamo tutti uguali, perché qualcuno prende 1000 mentre altri prendono 100?". Un coro che ricorda la pubblica piazza oppure la curva di uno stadio o ancora qualche forum virtuale ... il risultato è lo stesso: anziché chiedere conto in sede locale di servizi non funzionanti o mal erogati, si è corsi verso i massimi sistemi, e il gregge si è subito e voluttuosamente accodato!


Qualcosa non torna, però, qualcosa di sinistro, qualcosa di decadente, qualcosa di irrimediabile, qualcosa di inguaribile e che attiene al perverso intreccio di invidia - narcisismo che si atteggia a moralismo (di bassa lega) di massa... 


Poi pensi che tra non molto questo studente, come tutti i suoi coetanei, voterà ed allora capisci che il tuo posto nel mondo è una casetta tutta rossa isolata in qualche fiordo norvegese ... 









(url: http://www.mondointasca.org/wp-content/uploads/2015/06/fiordo.jpg)


venerdì 7 agosto 2015

Ode al provvido cercatore di tesori


Un'estate così, limiti non ha eccetto il ciel!
Dopo cicche, cocci, pezzi di vetro ed altro ameno ciarpame,
ecco comparir sulla spiaggia numero tre nientepopodimeno che ...

... il cercator di tesori!

Metal detector a destra e cazzuola a sinistra, palmo a palmo la spiaggia batte,
meticoloso, tesori sembra cercare, 
quali francamente difficile dire,
ma lui no, provvido e testardo ogni centimetro quadrato di spiaggia testa,
avanti e dietro, qua e là
infila l'aggeggio sotto il telo della signora e, allo sguardo inviperito di questa, indifferente, come tutto preso dal suo esclusivo impegno, alza le spalle.
"Dovere", sembra giustificarsi, e mentre lo vedo sotto il sole impietoso sudare, 
penso che sinora manco una volta l'ho visto scavare.
Eppure, il suo aggeggio ogni tanto fa bip e lui si ferma per più meticolosamente la porzione di sabbia mista ad escrementi umani avanti a lui sondare ,
mentre la silente ed inerte cazzuola, paziente, di affondare tra i granelli grigi la vedi attendere.

Non ogni mattina compie il suo ameno giro, ma quando fa capolino tra gli ombrelloni e i teli, non puoi che chiederti quale tesoro stia cercando. Se quello di un tal Barbanera da Marsala oppure Mattacchione da Mazara. Eppure, lui è lì, gustosa novità dell'estate 2015! Oppure, disperata presenza della crisi lilybetana! 
Se è una metafora, però, perdonatemi, avrei preferito non scorgere mai la sua indiscreta presenza ...
Oppure preferisco pensare che sia in cerca di quei beni che, generosi, i bagnanti miei concittadini, elargiscono, vale a dire i magici residui perenni del loro passaggio.
Ergo, non tesori, ma cicche (e similia) va cercando costui!


lunedì 27 luglio 2015

Ode seconda al bagnante stercorario

Oh mirabile incivil bagnante,
cosa credi m'importi di cosa e di che marca fumi?
In fede, non mi preme sapere se fumi,
ordunque perché t'ostini a rendermi partecipe?
Mi basterebbe il puzzo del tuo fumo o il cattivo olezzo della tua fiata,
ma tu no, per forza vuoi omaggiarmi dei residui del tuo vezzo,
non poco disgustoso,
non tanto bio o eco,
non così chic!
E quando il calore giunge allo spasimo,
allarmi! Una grande novità tange lo specchio marino dell'accesso numero 3:
la marea galleggiante si distribuisce in modo obliquo ed improvviso, cosa c'è?
Uno squalo? Una bottiglia? Una nave? Degli escrementi?
No, un ben più prosaico assorbente intimo (usato) che biancheggia a pelo d'acqua in contrasto con lo scuro fondo!
Ahi, bagnante stercoraro, per non dire incivile!
Che combini, ordunque?

lunedì 16 marzo 2015

Chi certifica le valutazioni degli alunni?



Domanda; chi certifica le valutazioni degli alunni?

I docenti, penserete voi, ma siete in torto!

La valutazione compiuta dal docente è, letteralmente, carta straccia, non significa nulla e, in quanto tale, non viene nemmeno presa in considerazione.

La "vera" valutazione è quella compiuta da organismi esterni chiamati a certificare, sulla base di indicatori e di strumenti "oggettivi", le reali competenze conseguite da classi di alunni distinti per età.

In altri termini, la società non crede affatto nella capacità professionale dei docenti nel valutare i suoi studenti e si affida ad enti esterni che possano certificare le reali conoscenze, competenze ed abilità degli studenti. Sono queste certificazioni le vere valutazioni degli alunni.


Ne consegue, ovviamente, che la reale funzione della scuola allora non è affatto educare, istruire e formare soggetti in evoluzione, ma solamente intrattenere questi ultimi in una realtà relativamente protetta, sempre che un solaio non ti caschi in testa, per le ore durante le quali i genitori sono al lavoro ... quando ne prenderemo coscienza, eviteremo tantissimi sensi di colpa e sensazioni di inadeguatezza professionale.

A chi si scaglia contro prove OSCE - PISA o contro quelle INVALSI, le prime certificazioni internazionali, le seconde certificazioni nazionali, dovrebbe andarsi a rileggere tutto il percorso di politica scolastica degli ultimi dieci anni, oltre che il diritto comunitario degli ultimi trent'anni!

Il docente contava poco prima, non conta praticamente più nulla adesso.

Per chi ha le idee poco chiare, segue il passo tratto da: D. Previtali, Il bilancio sociale nella scuola. La risposta a sette domande chiave, Edizioni Lavoro, Roma, 2010, pp. 22 - 23:

"Obiettivo principale della scuola è realizzare interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della personal, finalizzati al successo formativo, coerenti con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione. L'acquisizione delle conoscenze e la costruzione di competenze devono trovare corrispondenza nella verifica continua dei livelli di apprendimento, condotta con le indagini a livello nazionale e le ricerche sviluppate in ambito locale, con riscontri oggettivi, con lo studio approfondito dei dati e l'analisi delle determinanti, al fine di accrescere l'efficacia dell'azione di insegnamento/apprendimento. La scuola ha bisogno di guidare l'insegnamento in termini di successo e innalzamento degli standard di apprendimento. Una scuola di qualità per tutti significa, prima di tutto, alti tassi di successo e livelli elevati di conoscenze e competenze per ogni studente in relazione alle proprie potenzialità".

Detto in estrema sintesi, non conta che voto dà alle prestazioni dei suoi studenti il docente se non si evince il "valore aggiunto" dello stesso durante un periodo di tempo ben preciso e durante il quale si è esplicato il processo di insegnamento/apprendimento. 

Ovviamente, ricavare tale valore, cosa di per sé altamente problematica, significa porre in correlazione tale prestazione con il bacino territoriale, socio - economico - culturale -  sociale, dell'utenza. Ragion per cui, porre in classifiche nazionali tali risultati è, a dir poco, erroneo dal momento che i dati vanno interpretati, ossia vanno posti in  comparazione con indicatori territoriali. Per intenderci, non ha alcun senso stilare una mera classifica sulla base di dati presi in valore assoluto, questi ultimi, al contrario, vanno contestualizzati e comparati a indicatori che raggruppino elementi di riferimento territoriale. V'immaginate un confronto in termini di valori assoluti tra il Liceo "P. Ruggeri" di Marsala e il Liceo "T. Tasso" di Roma? Non ha alcun senso pedagogico, dal momento che astrae dalla composizione socio - culturale di riferimento nei due distinti casi. Oppure una classifica tra il Liceo "L. da Vinci" di Alba e il Liceo "Pascasino" di Marsala? Non serve a nulla, solo a confondere gli sciocchi oppure a giustificare dubbie politiche di dimensionamento delle rete scolastica oppure per legittimare trattamenti punitivi nei confronti dei docenti. Ma, e concludo, se questi ultimi non valutano gli alunni, perché mai dovremmo valutarli per il tramite dei risultati certificati degli alunni? Visto e considerato, soprattutto, che si tratta di utenze troppo diverse e che i risultati di un'eventuale classifica serve solo per fare demagogia oppure per demonizzare all'occorrenza regioni professionali?

Le classifiche lasciamole fare al Sole 24 ore, o affini, noi teniamo per buono che una classifica in valori assoluti serve meno di zero e che, al contrario, queste ultime andrebbero fatte solo dopo accurata e ponderata comparazione tra i dati e i contesti di origine. Altrimenti, tutto diventa solamente la scoperta dell'acqua calda: vale a dire che studenti più motivati, più seguiti e con maggiori possibilità di formazione/aggiornamento/istruzione conseguiranno risultati migliori (in valore assoluto)! Ma non ci servono costose e dispendiose indagini nazionali ed internazionali per scoprirlo ...


(url immagine: http://images.slideplayer.it/3/976137/slides/slide_2.jpg)

sabato 26 luglio 2014

Cercatori di ... tesori!

Stamane ho avuto modo di avvistare sul litorale della mia città la singolare coppia di amabili cercatori di tesori, armati pure di metal detector!







Siccome di tesori non ve ne sono, mi piace immaginarli come impegnati a ripulire la spiaggia degli escrementi vari che la varia umanità quotidianamente e incivilmente abbandona sulla sabbia. Così, anziché imbracciare dei metal detector, forse, i due tizi imbracciavano due cicche - detector per andare a caccia delle incontabili cicche che affollano le spiagge locali sino a costituire un vero e proprio tappeto uniforme di cartaccia consunta e cilindrica. Altrimenti, cosa se ne facevano di due cazzuole in tasca? Anche se, a dire il vero, in tal caso non avrebbero nemmeno avuto bisogno di cotanti strumenti visto che le cicche erano visibili (eccome!) a occhio nudo!


Comunque, i due si sono guardati un poco attorno e alla chetichella sono scomparsi dalla vista esattamente com'erano apparsi, senza dare inizio alla loro entusiasmante ricerca del tesoro!

Peccato! Sono sicuro che sarebbe stato uno spettacolo! Pazienza!

martedì 13 agosto 2013

Non si può sfuggire al proprio destino ...

http://www.lafeltrinelli.it/products/9788891033390/Voci_di_un_antico_presente/Pizzo_Alessandro.html

(ebook)



Capita di scrivere un romanzo ...

... e capita anche di produrne il relativo file per ebook ...

Così, la piccola e provinciale Marsala, grande decaduta, antica Don su capo Boeo, si trova improvvisamente catapultata al centro della scena ...

... già, la scena ... ma quale?

Oscure trame, inquietanti e sinistri figuri, ombre che dal passato popolano il nostro presente ...

... e la certezza che, anche volendo, non si sfugge al proprio destino ...

Riuscirà la nostra eroina ad essere all'altezza del compito alto richiestole?

O, umanamente, fallirà?

Qui, dove anche le pietre parlano, ha luogo un thriller sospeso tra passato e presente, tra storia e mito, tra miserie umane e alti ideali ...

... ma solo chi lo legge, può capire ...

... e solo chi visita, anche solo una volta nella vita, la città di Marsala, può tentare di comprendere ...


lunedì 27 maggio 2013

Fora di ball!




Viviamo in tempi di retoriche pubbliche decisamente divisive. Tra queste, a mio sommesso parere, bisogna distinguere tra quelle realmente tali e quelle opportunisticamente gettate nella mischia dell'agone pubblico.



Perché opportunistiche? Perché chi le pronuncia sa benissimo che sono false, ossia non descrivono puntualmente come stiano le cose nella realtà, ma tornano utili nel tentativo retorico di convincere molti, e, quindi, nella direzione di coagulare un consenso intersoggettivo attorno ad una tesi, per fallibile che sia.



In tempi di magra poi i qualunquisti di tale risma hanno buon gioco nel soffiare sul vento dei contrasti interni a proprio favore, per ottenere qualche vantaggio magari elettorale adoperando per l'appunto simili retoriche pubbliche.



In passato ne è stata campione la Lega Nord, ma la crisi economica non solo ha accresciuto la concorrenza in tal senso, non a caso premiata alle ultime consultazioni politiche, ma ha riabilitato vecchi slogan di tempi felici che furono.


Tra questi vi ritroviamo la seguente retorica che nella sua apparente monolitica fermezza appare, prima facie, una tesi vera:


"Non importa quanto si spende, se poco o molto. Il fatto è che le politiche di sviluppo, e in genere le politiche pubbliche, che si fanno al Sud sono soldi buttati. quel che si spende si spreca; è inutile, in molti casi addirittura dannoso. Il Sud è la terra dello spreco. Che questo finisca o si riduca non può essere che una buona notizia"[1]



Quante volte abbiamo sentito negli ultimi decenni questo stesso slogan sotto apparenze e movenze diverse? Il ritornello, però, è sempre lo stesso: non conviene investire al Sud, meglio farlo altrove! 


Questa è sicuramente una retorica divisa nel senso che mira a dividere creando un coagulo di consenso attorno ad una tesi che divide gli uni e gli altri, i buoni da una parte, i cattivi dall'altra, i virtuosi qui, i viziosi lì ....


Essendo una retorica pubblica, funziona esattamente come una mitologia politica: serve a dividere i più e a compattare i pochi. In un Paese che arranca, suona confortante[2], anche se falso.


Certo, pur essendo una mitologia ha "una parte di verità"[3]. Molto denaro è stato speso, ma i suoi risultati appaiono miseri. Ma attenzione alla distorsione percettiva: sussistendo comunque un divario di partenza, è ingenuo pensare che investire in aree depresse possa in pochi decenni servire a colmare la differenza (pensando magari anche nel frattempo che le aree non depresse del Paese restino ferme al livello attuale). 


Peraltro, se di spreco si tratta, non si deve mai dimenticare che quanto è vero al Sud è anche vero al Nord, con un'unica solitaria e sconfortante differenza: l'inefficienza della politica è maggiormente visibile ove si trovano le difficoltà e meno ove sono minori le difficoltà. Come a dire che non ha senso comparare lo sviluppo urbano di Alba, in provincia di Cuneo, con lo sviluppo urbano di Marsala, in provincia di Trapani. Spendere 100 a Marsala non sortisce gli stessi effetti che avrebbe spenderli invece ad Alba. Non solo la differenza iniziale non verrebbe nemmeno intaccata, ma alla lunga sorgerebbero lamentele sullo spreco di denaro, a causa proprio dell'inefficienza dell'intervento medesimo.



Ecco allora che si presenta la classica figura degli argomenti speciosi: il cane che si morde la coda. Bisognerebbe investire ma siccome qualunque cifra spesa non sortisce i risultati attesi, meglio non spenderli affatto!



Quando si parla, allora, di "territori" lo si faccia con meno ideologia. Infatti, se si pone mente alle differenze territoriali, significa solamente riempirsi la bocca in chiave elettorale mentre irrisolti i problemi insistono sul territorio. Aggiunge Viesti che "Nel Mezzogiorno queste difficoltà sono ancora più accentuate"[4].


Ma i tempi di realizzazione delle opere, a prescindere dalla località geografica "sono spesso simili"[5]. Il cane continua a mordersi la coda: persistiamo nel guardare con occhi distorti la medesima realtà.


Se poi si fa valere solamente il criterio ragionieristico della "convenienza", chi ci garantisce che sia produttivo investire là dove già c'è ricchezza? E perché sarebbero importanti solo le grandi opere, anziché le piccole? Il dubbio che l'autore insinua è rilevante: la cosa importante non è grande o piccolo, ma opere "che siano di qualità, rapide, integrate in programmi coerenti e con chiari benefici una volta che vengono utilizzate"[6].


Quando si cammina su un marciapiede di Marsala molto spesso sembra di essere in Africa ... ma questo dice forse qualcosa sullo spreco dei soldi versati al Sud in spregio del duro lavoro del (resto del) Paese che produce?


Sì, che la retorica in questione è una comoda e rassicurante falsità che non rende giustizia alla complessità, anche storica, di un territorio che ha le sue difficoltà ma che non è di per sé sinonimo di spreco e, di conseguenza, da abbandonare al suo destino segnato.


E quando dovessi sentire ancora simili retoriche, risponderò a tono, con un altro motto dei gestori della divisione: "Fora di ball!".





(immagine tratta da: http://img3.libreriauniversitaria.it/BIT/240/653/9788858106532.jpg)


Note
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[1] Cfr. G, Viesti, "Il Sud vive sulle spalle dell'Italia che produce" (Falso!), Laterza, Roma - Bari, 2013, p. 28.
[2] Ibidem.
[3] Ivi, p. 29.
[4] Ivi, p. 31.
[5] Ivi, p. 32.
[6] Ibidem.

Alessandro Pizzo

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lunedì 25 marzo 2013

Amore oltre i secoli


CRISPIA SALVIA

VIXIT ANNOS
PLUS MINUS XLV
UXORI DOLCISSIMAE
IULIUS DEMETRI
US MARITUS QUAE
VIXIT CUM SUO
MARITO ANN XV
LIBENTI ANIMO




Crispia Salvia.

In Lilybaeum,
in questo sacro luogo 
Julius Demetrius,
tuo amatissimo sposo,
ti accompagnò con il suo amore.
In Lilybaeum
dimora la tua avvenenza.
In Lilybaeum
riposa la tua eternità.




(immagine tratta da: http://www2.comune.marsala.tp.it/marsala_tour/images/ipogeofs.jpg)

Alessandro Pizzo

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venerdì 14 dicembre 2012

Non si può sfuggire al proprio destino!


(immagine tratta da: http://bks3.books.google.it/books?id=RuqLtgAACAAJ&printsec=frontcover&img=1&zoom=1&imgtk=AFLRE72nAC5W9SIVYqd2UnrlkDompgLdS_oMMVQDUo4Os8CGZfth_6PcxIu_-iEwReJYChCYZcV-S0rnIE7J-c9vWO8hE1SPgoFU9zRUIfHYeeTb5KpJjeTXa8dOvy7GJQ_LubrGTPWL)

L'anno scorso pubblicai, a mie spese, per conto della community "IlMioLIbro", un romanzo fantasy ambientato a Marsala, la mia città natale.

Non lo feci, ovviamente, con la speranza, o l'illusione, di guadagnare soldoni o di incontrare da subito fama e onori, ma, molto più dimessamente, per onorare una promessa fatta a mia moglie secondo la quale avrei scritto un romanzo sulla nostra città e che, in qualche modo, lo avrei pure pubblicato.

Il presente volume, infatti, reca, in quarta di copertina, il codice ISBN 9788891010773. So benissimo, anche a causa della mia intermittente e svagata attività di ricercatore precario, come funzionino le cose a livello editoriale e di certo una delle prime opere di un autore sconosciuto non avrebbe altrimenti mai potuto trovare uno sbocco editoriale. Così venne fatta la scelta dell'auto-pubblicazione (a pagamento, s'intende!).

Eccetto queste indicazioni, comunque, sono tre i particolari che desidero mettere adeguatamente in luce in questa sede:

1. Voci di un antico presente è un atto d'amore, critico mai supino, nei confronti della mia città, che appare, specie a chi viene da fuori e  non la conosce, sonnacchiosa e immobile. Giocando su questa caratteristica, e combinando l'attuale presente con la sua storia illustre, è venuto fuori un romanzo, per l'appunto fantasy, che guarda le strade, i monumenti, le testimonianze, storiche e contemporanee, oltre la loro superficie apparente, rendendo per metafore la sospensione, decadente, tra passato e presente, tra storia e mito, tra indolenza e voglia di modernità. Perché questo Marsala insegna a chi desidera ascoltarne con cuore limpido la sua voce: chi può pretendere di sfuggire al proprio destino? Siamo quel che eravamo, e lo eravamo solo perché lo saremmo stati in futuro ... nel paradosso dei sensi storici, i quali si sedimentano gli uni sopra gli altri, Marsala è un paradosso dentro al paradosso: è presente, ma è immersa nel passato! Eppure, quasi nessuno a Marsala desidera vivere nel passato, visto e considerato, come un macigno, un peso, dal quale trarsi fuori, costi quel che costi. Ma per quanto il marsalese desideri sfuggire, la Città lo cerca sempre, e lo trova, inchiodandolo ogni volta al suo destino non rassicurante, al suo essere un suo abitante, un suo figlio, un suo erede, nel bene come nel male.

2. Voci di un antico presente è, nel tempo stesso, un atto d'amore nei confronti della mia generazione, è la trasfigurazione delle ansie esistenziali di giovani che, pur avendo percorso, e con il massimo dei voti, l'intero corso di studi superiori, si trovano in condizioni lavorative odiose e subordinate, dovendo rinviare ad un domani imprecisato le scelte che l'orologio biologico, al contrario, imporrebbe al momento. Giuliana è, da questo punto di vista, la metafora per eccellenza: laureata eppur precaria, senza diritti né lussi possibili. Deve, così, sospendere la propria vita, mentre il tempo scorre inesorabile, perché la sua condizione occupazionale non le consente di progettarsi come persona adulta, sullo sfondo di una società cittadina indifferente e/o criticona sulle scelte personali da lei compiuta. Ma anche questo succede a Marsala. Narrandone le vicende infelici, ma desiderandone svolte liete, Voci di un antico presente è anche, a suo modo originale, un incitamento ai giovani della mia generazione a non mollare, a non perdere mai la speranza, a rialzarsi ogni giorno, e a non stancarsi mai di desiderare una vita normale.

3. Voci di un antico presente è, infine, un atto d'amore nei confronti di quegli studi che mi hanno portato dove sono e a quello che sono. Senza di loro, nessuna parola, nessuna metafora, nessun elemento, invece, confluiti nel romanzo, sarebbero stati formulati. E se il linguaggio talvolta può apparire davvero aulico o involuto, e comunque non reale, non me ne abbiate. Ogni cosa è stata voluta esattamente così, e per scelte estetiche personali che rientrano certamente nel novero delle prerogative degli autori.

Ai narratori estemporanei, agli esteti stitici, agli scettici sui lavori altrui, e a quanti, invece, ancora non conosco le miserie e le nobiltà di Marsala sciolgo l'invito accorato a non temere le sfide della diversità, culturale, geografica, mentale, e a scorgere anche le rive scoscese di Capo Boeo perché anch'esse sono parte integrante dell'humanitas, confine pulsante di quell'umanità di cui, volenti o nolenti, facciamo parte.

Ovviamente, queste poche righe provvisorie sono un commento, spero utile, a Voci di un antico presente, in attesa del completamento del seguito. Anche in quest'ultimo progetto sono presenti alcuni elementi qui indicati, ma la narrazione è, se mi si consente, più matura, più adulta, i personaggi, pur conservando parte della loro ingenuità e della loro semplicità, appaiono molto più "adulti", certo più complessi, mentre il romanzo, pur continuando ad inserirsi nel filone fantasy tocca vette noir e thriller. Ma sto anticipando troppo, non resta che attendere ancora.

Nel frattempo, però, per la serie "chi si ferma, è perduto!", da Novembre 2012 è disponibile anche la versione ebook di Voci di un antico presente, codice ISBN 9788891033390, alla modica cifra di € 5,99, leggibile anche su Ipad, Iphone e lettori appositi. Questo perché bisogna pur provare a stare dietro al progresso tecnologico, anche se editoriale.

Per il momento, un caro saluto da Marsala, anch'essa sponda, seppur difficile, dell'umanità.