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giovedì 30 maggio 2019

Studentessa universitaria

Ma Cristicchi è anche questo: improbabile racconto della giovinezza precaria!

E canto alla vita che sconvolge e rovescia ogni aspettativa ...


lunedì 15 maggio 2017

Niente di grave ...

Mi piace Pezzali!

Non per il tono giovanile ed immaturo delle sue canzoni, ma per l'autoironia e per la bonaria etica di provincia. Ecco, non appena di svegli, gli incubi si dissolvono ... e nulla di grave potrà capitarti, nonostante tutto!

Non c'è altro da aggiungere, nei tempi bui che esperiamo, lungo il sentiero che conduce alla speranza!






Non ricordo molto
Di quand’ero piccolo ma
Mi ricordo che
Ero spesso felice


Mi bastava un niente
Mi bastava tanto cosi
Un amico e un raggio
Di sole in cortile


Guerre di soldati e supereroi
Che non morivano mai
Ed i buoni sempre poi
Vincevano


E per tutti i piccoli e grandi guai
Con me c’erano i miei
E la domenica
Non lavoravano


Niente di grave
Tutto si aggiusterà
Niente di grave
Mai ti succederà


Ed i brutti sogni che sognerai
Vedrai dimenticherai
Se scendi dal letto
Poi scompaiono


Ed i sogni belli che sognerai
Vedrai li realizzerai
Perchè poi ogni giorno
Ti accompagnano


Rido di nascosto
Per le strane facce che fai
Mentre giochi e pensi
Che non stia guardando


Come osservi il mondo
Come impari quello che sai
E diventi sempre
Più grande ogni giorno


Tanto poi i soldati e supereroi
Si sa non cambiano mai
E nei giochi i buoni
Sempre vincono


E con ogni mostro che affronterai
Da solo non sarai mai
Mi han mandato apposta
Per sconfiggerlo


Niente di grave
Tutto si aggiusterà
Niente di grave
Mai ti succederà


Ed i sogni brutti che sognerai
Vedrai dimenticherai
Se scendi dal letto
Poi scompaiono


Ed i sogni belli che sognerai
Vedrai li realizzerai
Perchè poi ogni giorno
Ti accompagnano


Niente di grave
Tutto si aggiusterà
Niente di grave
Mai ti succederà
Niente di grave

martedì 10 marzo 2015

Tanto odio per il passato quanto amore smodato per le tecnologie ...



Qualche settimana fa il network panjihadista ha diffuso il video che segue:


https://www.facebook.com/video.php?v=1121955817829966

La scena è canonica quanto terribile: uomini fasciati e bardati che si accaniscono senza pietà su vestigia di un lontanissimo passato, resti archeologici di un'età d'oro per quella terra.

Distruggono mentre altri riprendono il tutto con gli ultimi ritrovati della tecnologia. Addirittura, la regia in montaggio manda delle sequenze al rallentatore al fine di far apprezzare meglio ogni singolo fotogramma della follia distruttrice. Una voce salmodia in arabo ...

Trattasi, fuor di dubbio, di propaganda. Il punto è un altro: qual è il messaggio del video?

L'Islam non c'entra nulla, esattamente come non c'entra nulla con il terrorismo. E siccome ne denuncio una mia colpevole, oltre che voluta, ignoranza, lo metto di lato. 

A mio avviso, sono tre gli elementi caratterizzanti della stessa follia presente nel video: 1) gli iconoclasti distruggono delle reliquie rispetto alle quali loro sono del tutto indifferenti (si noti il volto perplesso di alcuni di loro durante le riprese); 2) gli iconoclasti riprendono saggiamente e con maestria lo sfacelo in fieri (si noti i fari proiettati e il sapiente montaggio finale); 3) il prodotto confezionato viene diffuso ai quattro venti.

Questi sedicenti seguaci del Profeta sono indifferenti al significato, storico, culturale, umano, universale, dei reperti che distruggono. Eppure lo fanno, e ne mostrano la distruzione con sadico piacere.

Questi sedicenti seguaci del Profeta odiano la tecnologia occidentale eppure ne fanno larghissimo ed astuto utilizzo.

Questi sedicenti seguaci del Profeta non sono interessati ai costumi decadenti e corrotti dell'Occidente, eppure ci inondano dei loro video, dei loro prodotti culturali, di testimonianze dei loro usi e costumi.

Perché?

Non potrebbero vivere per conto loro, contentandosi dello stile di vita scelto? Non potrebbero distruggere tutto quel che calpestano senza farne pubblicità? Non potrebbero chattare tra loro e taggarsi senza divulgare a terzi quel che fanno o non fanno?

Invece, devono divulgare, trasmettere, comunicare, minacciare ...

Allora, il punto appare essere questo: come tutte le follie totalitarie e "negative", la loro identità è costruita per contrasto. Loro sono vivi in quanto si contrappongono a noi occidentali, e poco importa loro conoscere davvero il nostro stile di vita occidentale e le differenze, tante, che ci caratterizzano. La loro esistenza è costruita a tavolino sulla base dell'opposizione simbolica con noi. E più ci fanno soffrire, più si sentono vivi. Per questo motivo, hanno ripreso queste res gestae di distruzione: a loro non interessano, a noi sì. Quindi, ecco che ti mostro cosa ne faccio. Per questo motivo, divulgano le loro imprese: noi possiamo, voi no.

La micidiale miscela di ibridazione presente in questi atteggiamenti, e che loro sono incapaci di riconoscere, denuncia la pochezza identitaria che si cela dietro, Ma questo non importa, il loro unico scopo è farci del male, anche solo simbolicamente. Quindi, ecco che divulgano il loro terrore, uomini in gabbie, uomini dati alle fiamme, uomini decapitati, bambini che eseguono esecuzioni capitali, video di addestramento ... sono tutti aspetti della medesima strategia: farci paura.

Ovviamente, e per fortuna, nessuno può razionalmente pensare che possano varcare il mare e fare da noi quanto fanno in Libia, in Iraq, in Siria, territori ove è assente una unità statuale. Ma alla ragione questo non importa. Infatti, non parlano alle nostre ragioni, ma alla percezione istintuale della nostra vulnerabilità umana. Quel che mostrano e la dovizia con cui lo fanno indica chiaramente che hanno bisogno di distruggerci simbolicamente, di sottometterci simbolicamente, di denigrarci simbolicamente! Di farci paura ...

Non vogliono la nostra terra, non vogliono noi, non vogliono la nostra cultura, il nostro passato, vogliono rubarci l'identità, vogliono sottrarci la speranza ...

Delle reliquie del passato a loro non importa, non importava, non importerà. A noi sì. Ecco, quindi, il loro modo di colpirci a distanza, di impaurirci con la distruzione simbolica del comune passato del genere umano.

Ora, vien da chiedersi: tutto questa sapienza tecnica e antropologica è un frutto autoctono oppure è un'importazione dall'Occidente? Io propenderi per la seconda. Qui parliamo di occidentali i quali, o perché vissuti ai margini delle società natali o per improvvisa illuminazione fideistica, fanno armi e bagagli e si trasferiscono nei ranghi dello Stato islamico o Califfato o Qualunquecosaessosia ... e nel farlo portano con sé l'amore per la tecnologia, il gusto per il simbolico nonché un odio per separazione ...

Il tutto viene messo a frutto nel confezionamento di video di questo genere. Video social, per eccellenza! D'altra parte, se improvvisamente cominciassimo ad ignorare questi signori e i loro spasmodici tentativi di colpire i nostri istinti con i loro media, non solo ne trarremmo giovamento ma faremmo loro il male supremo: negare la loro condizione di esistenza. La quale, appunto, consiste solamente nel colpirci a distanza, nel denigrarci, nel metterci alla berlina, nel prendersi gioco di noi, nell'incuterci paura, nel suscitarci sentimenti animaleschi di vendetta, nel ... 

Una cura, in effetti, c'è, è semplice ma non facile da assumere: non prendere in considerazione le loro provocazioni. In questo modo, cessa di avere efficacia la loro identità perché loro provano a dirci "e ora che fai?" ma noi non diamo loro risposta.

In fin dei conti, trarremmo vantaggio dalla corsa al ribasso di umanità che ci propongono? Certo che no! Quindi, sarebbe meglio cominciare a non parlarne più, a non divulgare più i loro messaggi, segregarli in una comune congiura del silenzio, in modo che loro non possano più percepirsi come vivi in contrasto a noi e noi non abbiamo più ad avere timore per questi invasati. 


D'altra parte, se la vendetta o l'impulso sembra essere la prima risposta che la visione di questa follia ci suscita, è bene fermarsi un attimo, ragionarci sopra e concludere seraficamente "non cedo al tuo ricatto bestiale, sono occidentale!".

lunedì 18 novembre 2013

"nemmeno un capello del vostro capo perirà"




"io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Sarete traditi perfino dai vostri genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime"


(Lc, XXI, 15 - 19)



In pochissime battute molto dense, Gesù delinea sia l'orizzonte mondano della storia sia la finalità trascendente della stessa.



Nello stesso tempo, sintetizza anche il ruolo, il valore e il destino del discepolo, dalla fedeltà solo nominale sino alla fedeltà viscerale, con la doppia consolazione finale: si potrà pure perire nel corpo come prezzo da pagare per la fedeltà, ma nulla dell'anima andrà perduta.


lunedì 7 ottobre 2013

Resistere ...



Dove mi porti, pensieri?
Dove mi conduci, veicolo?
Dove aneli, navicella?

Ecco lo squallido ed osceno panorama d'intorno,
calce su calce, cemento su asfalto, amianto sui cuori,
tante croci bianche sui nostri futuri.

Cosa cerchi, mente?
Cosa desideri, cuore?
Cosa attendi, coraggio?

No, il deserto non è fatto solo di sabbia,
ma anche di conoscenze abbandonate,
ma anche di desideri negati,
ma anche di speranze disilluse.

Il sole corre velocemente lungo la volta celeste,
le lancette veloci percorrono il quadrante,
occhi infidi e bramosi di sfida ti percorrono ancor più celeri da parte a parte,
e parte su parte ...

Un moto improvviso ti prende,
vorresti fuggire, ora, magari urlando, ma non puoi,
questa facoltà non ci fu concessa,
oh prezzolati mestieranti della fu conoscenza!

E qui, in questa landa desolata ed arida, fuori e dentro ciascuno di noi,
scopri che Darwin non aveva capito nulla, e che Piaget amava giocare con gli inermi molluschi ...

Questi nostri ragazzi sono il prodotto ultimo della non evoluzione,
così prossimi alla bruta materia, così vicini ai sassi, ai fluidi corporei,
non sanno cosa sia il differimento, né tantomeno il rispetto,
per loro tutto fa gruppo, omologazione, massa ...

Ma quando si è così, per colpa o senza colpa, 
cosa vuoi farci?
Cosa puoi sperare di farci? 
Cosa vorresti farci? 

Resti lì, al tuo posto, immobile, 
ed attendi che l'ora ci concluda, 
che il sole non si dimentichi il suo giro quotidiano.

domenica 18 novembre 2012

Elegia per una cara scomparsa ...



Una crepa si allarga sulla parete esterna,
un'altra, più estesa, occupa la parete interna,
dei ragazzi fumano davanti l'uscio, ma a nessuno importa.


Una blatta scivola via lesta lungo il pavimento.
Beata te, mia amica, almeno tu riesci a sopravvivere!
Il neon del soffitto fa i capricci, gli scalini sono alti e ripidi,
le volte dell'antico edificio ci abbracciano ad ogni nostro passo
come bare accoglienti.


Il sifone alle pareti è posticcio: fa scena, ma a niente serve.
Il vetro delle porte è incrinato, ma importa che la lavagna sia multimediale …
Tuttavia manca la connessione alla rete, così fingiamo di essere alla moda!



Le zanzare nidificano in cortile, evviva la natura!
Un gabbiano solitario cammina goffamente sul tetto esterno,
beato anche lui che la gara per la sopravvivenza può vincerla,
questi ragazzi qua, invece, no.
E buon per loro che non lo sanno …



Un banco improvviso vola per aria,
una parabola breve, ma intensa, solca l'aria,
come una lagrima sul viso che riga la calma apparente dei corridoi bui,
chi è stato? Urli, quasi ringhi, ma è tutto inutile!



A nessuno importa sapere chi sia stato,
a nessuno importa cosa sia stato,
a nessuno importa che danno sia seguito.



Trascorriamo il tempo come foglie morte sugli alberi,
in attesa della brezza lieve del vento,
a porti più accoglienti condurci.



Non vediamo futuro, ma antichità.
Non scorgiamo speranza, ma ansietà.
Non desideriamo un domani, ma solo di permanere lungo il viale della vita.



Chi sono io?
La risposta la conoscono i venti agili e i torrenti sotterranei,
ultimi depositari di una vita che lieve scorre via, e giunge lontano da noi …



Io sono la scuola, alla fine della decadenza,
la nottola, triste e solitaria, che accompagna la notte dei nostri tempi bui,
il silenzio che morente scende su quel che fu umano.



Una scintilla che squarci il velo oscuro, ed opprimente, del buio, i miei poveri occhi spenti non vedono.
Una voce gioiosa che rallegri la tristezza di questi luoghi, le mie povere orecchie mute non odono.
Una margherita giovane, segno di rinascita in mezzo a tanta sciagura non nasce.



Siamo, ahinoi, così giunti al termine del giorno?
Solo la polvere concima questi silenzi.


(immagine tratta da: http://beataignoranza.files.wordpress.com/2009/05/squola_rovina.jpg?w=468)