Una crepa si allarga sulla parete
esterna,
un'altra, più estesa, occupa la parete
interna,
dei ragazzi fumano davanti l'uscio, ma
a nessuno importa.
Una blatta scivola via lesta lungo il
pavimento.
Beata te, mia amica, almeno tu riesci a
sopravvivere!
Il neon del soffitto fa i capricci, gli
scalini sono alti e ripidi,
le volte dell'antico edificio ci
abbracciano ad ogni nostro passo
come bare accoglienti.
Il sifone alle pareti è posticcio: fa
scena, ma a niente serve.
Il vetro delle porte è incrinato, ma
importa che la lavagna sia multimediale …
Tuttavia manca la connessione alla
rete, così fingiamo di essere alla moda!
Le zanzare nidificano in cortile,
evviva la natura!
Un gabbiano solitario cammina
goffamente sul tetto esterno,
beato anche lui che la gara per la
sopravvivenza può vincerla,
questi ragazzi qua, invece, no.
E buon per loro che non lo sanno …
Un banco improvviso vola per aria,
una parabola breve, ma intensa, solca
l'aria,
come una lagrima sul viso che riga la
calma apparente dei corridoi bui,
chi è stato? Urli, quasi ringhi, ma è
tutto inutile!
A nessuno importa sapere chi sia stato,
a nessuno importa cosa sia stato,
a nessuno importa che danno sia
seguito.
Trascorriamo il tempo come foglie morte
sugli alberi,
in attesa della brezza lieve del vento,
a porti più accoglienti condurci.
Non vediamo futuro, ma antichità.
Non scorgiamo speranza, ma ansietà.
Non desideriamo un domani, ma solo di
permanere lungo il viale della vita.
Chi sono io?
La risposta la conoscono i venti agili
e i torrenti sotterranei,
ultimi depositari di una vita che lieve
scorre via, e giunge lontano da noi …
Io sono la scuola, alla fine della
decadenza,
la nottola, triste e solitaria, che
accompagna la notte dei nostri tempi bui,
il silenzio che morente scende su quel
che fu umano.
Una scintilla che squarci il velo
oscuro, ed opprimente, del buio, i miei poveri occhi spenti non
vedono.
Una voce gioiosa che rallegri la
tristezza di questi luoghi, le mie povere orecchie mute non odono.
Una margherita giovane, segno di
rinascita in mezzo a tanta sciagura non nasce.
Siamo, ahinoi, così giunti al termine
del giorno?
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