Cerca nel blog

lunedì 20 febbraio 2012

Briciole di (stralunata) storia della filosofia occidentale..1.0

Quanto segue è lo studio di un lavoro in progress sulla storia della filosofia occidentale ... dalla resa finale dipenderà l'eventuale pubblicazione cartacea. Buona lettura!


Talete


Cos’è la filosofia?

La parola filosofia, derivante dal greco philein, “amare”, e sophia, “sapienza”, si è configurata sin dai suoi inizi come un’indagine critica e razionale intorno agli interrogativi di fondo che l’uomo si pone circa se stesso e la realtà che lo circonda.
Qualcuno diffiderà da questa definizione, altri storceranno, e non poco, il naso, altri ancora vi si riconosceranno, altri concorderanno all’inizio per poi subito allontanarsene, ma intanto è la prospettiva di fondo a partire dalla quale parleremo a puntate (altrimenti che piacere c’è?), in maniera poco seria, a mo’ di ludus, della storia della filosofia occidentale.
Il fine, però, non è il mero sollazzo di chi legge, ma invitare in maniera leggera ad accostarsi, da non esperti, ad un sapere certo complesso ma che, se ben compreso, apre scenari ed orizzonti insperati in precedenza. Il tono scherzoso, dunque, non deve trarre in inganno: non ci facciamo beffe della filosofia né intendiamo ridicolizzarla, ma avvicinarci a lettori che nulla o molto poco sanno in materia e che intendono accostarvisi senza però perdere subito il senno … almeno all’inizio! Poi … beh, poi si vedrà!

Il problema della sostanza primordiale

Il pensiero dei primi filosofi s’incentra soprattutto sul problema della realtà primaria. Di fronte allo spettacolo multiforme e cangiante del mondo, i primi filosofi, gli ionici (i primi filosofi operarono nella colonia greca di Mileto, nella Ionia, una regione dell’attuale Turchia) si convincono che, al di sotto di tutto, esiste una realtà unica ed eterna di cui tutto ciò che esiste è solo una passeggera manifestazione.
Essi denominano tale realtà, considerata sostanza di tutto, arché (= principio) intendendo, con questo concetto sia la materia da cui tutte le cose derivano sia la forza o legge che spiega la loro nascita e morte.
Allora, i primi filosofi che incontriamo lungo la nostra strada, Talete (lo stesso dell’omonimo teorema), Anassimandro ed Anassimene, ci dicono che tutto ha avuto origine da un unico principio (principiava tanti secoli fa …). La grandezza dei precursori milesii (da Mileto, è ovvio), se non altro perché a cominciare da loro si suole parlare di filosofia, è tutta qui nel formulare un discorso, più o meno razionale, in grado di spiegare l’origine di tutte le cose[1]. Tutti i primi tre concordano nell’ipotizzare un unico principio (da qui qualcuno tende a chiamarli monisti, volendo distinguerli da filosofi posteriori i quali, invece, postularono l’esistenza di più principi, e così chiamati, allora, pluralisti).
E sin qui quel che tutti e tre condividono. Da adesso in poi, però, i passi dell’uno divergono da quelli degli altri due. Infatti, abbiamo sì un unico principio, ma non per forza lo stesso. Allora, per Talete tutto ha origine dall’acqua[2] … - sissignori, avete capito bene: dall’acqua! In fondo, avete mai pensato ad un mondo senz’acqua? Certo non dovete pensare all’elemento acqua (quello, per intenderci, con la formuletta chimica H2O), ma ad una (per quanto è cosa ardua) sostanza umida, “ciò da cui tutte le cose derivano e in cui tutte si dissolvono”[3]. Difficile? Bene, perché adesso le cose si fanno subito più difficili, più ardue da comprendere: per Anassimandro tutto ha origine dall’apeiron (ossia, dall’infinito, dal non – determinato, dall’illimitato)[4]. Si badi, il giochetto è facile facile: se le cose che vediamo, e quel che noi stessi siamo, sono determinate, ossia circoscritte, ben delimitabili, possiedono una forma, allora esse sono determinazioni dell’infinito, sue determinazioni concrete; ma, se l’infinito ha natura diversa dalle cose, le quali sono sue determinazioni, allora esso è il non – determinato; anzi, l’indeterminato … 



Anassimandro


Difficile? Neanche per idea a confronto con Anassimene (non ridete, please!). Come mai? Beh, egli sostenne che tutto avesse origine dall’aria[5]…sì, avete capito proprio bene, dall’aria! Che c’è di strano? Sissignore: cosa accadrebbe se non avessimo l’aria? Vivremmo? Credo proprio di no. E voi? Il medesimo ragionamento di Talete è seguito da Anassimene: tutto è retto, ossia pervaso, da una stessa sostanza, l’aria, che fa essere (percepisco lo stridore di denti dei lettori), ossia esistere (nel lessico filosofico: essere può equivalere ad esistere … sul perché di ciò si dirà in seguito, al momento più opportuno), tutte le cose[6] .


Anassimene


Detto così, la filosofia sembra una barzelletta – e vi fu chi si fece beffe dei filosofi, come la giustamente famosa servetta tracia, assurta agli onori della cronaca per aver riso di Talete il quale, malauguratamente cadde dentro un pozzo a causa della sua mania di guardare la volta stellata[7] – ma, credetemi, non lo è, a patto, ovviamente, di ben intenderla.
Così si conclude la prima puntata di questa stralunata storia della filosofia occidentale. A presto con la seconda.


[1] Cfr. R. Laurenti, Introduzione a Talete, Anassimandro, Anassimene, Laterza, Roma – Bari, 20005, p. 30.
[2] Cfr. A. Lami (a cura di), I presocratici. Testimonianze e frammenti da Talete a Empedocle, Bur, Milano, 20087, p. 120.
[3] Cfr. P. Rossi – C. A. Viano (a cura di), Storia della filosofia. 1. L’Antichità, Laterza, Roma – Bari, 1993, p. 7.
[4] Cfr. A. Lami (a cura di), op. cit., p. 130.
[5] Ivi, p. 140.
[6] Cfr. P. Rossi – C. A. Viano, op. cit., p. 20.
[7] Cfr. A. Lami (a cura di), op. cit., p. 122 (9).

Nessun commento:

Posta un commento

Se desideri commentare un mio post, ti prego, sii rispettoso dell'altrui pensiero e non lasciarti andare alla verve polemica per il semplice fatto che il web 2.0 rimuove la limitazione del confronto vis-a-vi, disinibendo così la facile tentazione all'insulto verace! Posso fidarmi di te?