Incalzato dalla giovane relatrice, decido di dare un senso, sia pure stentato, alla mia partecipazione alle giornate seminariali. Così, produco la seguente lesson plan inclusiva:
Titolo:
Social School
Premessa
[...] ho pensato questo piano
didattico come uno schema di lezione a grandi linee, inteso come
cornice generale
al cui interno calare i segmenti curriculari delle varie discipline,
uno schema generalissimo il quale, adoperando i moderni strumenti
tecnologici, possa indirizzare in senso inclusivo la mediazione
didattica all'interno di una classe di secondaria di secondo grado.
Situazione di partenza:
Classe I Istituto Professionale:
[...]
Normalmente si osserva come i nostri alunni siano bravissimi a
padroneggiare qualsiasi contenuto multimediale, vivendo le loro
esistenze costantemente connessi, o in rete o tramite
discussioni a più attori su cellulare. Si osserva anche come gli
stessi desiderino mantenersi sempre in relazione, sempre connessi con
gli smartphone di cui (quasi) tutti sono oramai dotati. La
velocità con la quale si collegano a internet, accedono alle
informazioni richieste o si scambiano tra loro le stesse, fa pensare
che per loro la normale lezione scolastica possa generare solo noia,
non raccordandosi con i loro tempi né con le concrete modalità di
relazione che sentono loro proprie. Non a caso, forse, si parla di
nativi digitali, anche se si tratta di generazioni più simili
alle nostre, per le quali, cioè, la mediazione tecnologica è
posteriore alla prima infanzia. Ciononostante, però, sono
attentissimi alle novità e alle risorse in rete e ciò può
costituire naturalmente un punto di forza: puntare sulla dimensione
della connettività per migliorare la pratica didattica. Inoltre,
anche l'alunno diversamente abile presente in classe condivide, sia
pure in misura minore se posto a confronto, la medesima attenzione
alla connettività e all'accesso a internet tramite telefonini
cellulari.
Tutti gli alunni sono dotati di cellulari di nuova generazione, con
accesso illimitato ad internet, e tutti possiedono un account
Facebook. Si presume, allora, come siano edotti circa la gestione di
base della piattaforma digitale.
Diventa, così, possibile pensare ad un'integrazione virtuale della
medesima classe tramite attivazione di un gruppo facebook, con
caricamento in remoto di informazioni, links e note della lezione. Il
presente progetto rende, pertanto, social la scuola nel senso
che la coniuga con le risorse che i social networks rendono
disponibili. Ovviamente, lo specifico contenuto disciplinare, o
educativo, non è automatico quando si tratta di tecnologie, e lo è
ancor meno quando si tratta di reti sociali. Bisogna, così
prevedere alcune misure atte ad evitare alcuni difetti e/o problemi
che possono sorgere nel mandare ad effetto questo piano didattico. A
queste si rinvia infra nella sezione 'osservazioni'.
Obiettivi disciplinari:
gli stessi delle materie di indirizzo del percorso professionale
scelto.
Bisogni educativi speciali:
attivare dei processi di focalizzazione dell'attenzione;
motivazione al compito;
motivazione intrinseca al successo formativo;
miglioramento dell'autostima;
raccordo con le abilità pregresse.
Strumenti:
In funzione degli obiettivi attesi e dei bisogni educativi speciali
emersi, si è pensato di coniugare la normale pratica didattica in
aula con l'utilizzo di strumenti appositi. In altri termini, si
propone di adoperare il canale tecnologico per migliorare, anche in
senso maggiormente inclusivo, la naturale didattica quale si realizza
in classe. Realisticamente, pensato cioè nel concreto della pratica
didattica, l'uso dei seguenti strumenti viene ritenuto fattibile e
fruttuoso per le seguenti ragioni:
utilizzo del cellulare per collegarsi alla piattaforma digitale di
supporto con lavoro individualizzato all'interno del gruppo classe
virtuale;
possibilità d'integrare il lavoro personale sulla piattaforma
digitale durante l'orario scolastico;
possibilità di accedere “direttamente” al materiale reperibile
on – line per gli alunni che non riescono a seguire la lezione in
aula.
Tempi:
Sono gli stessi previsti normalmente
per la somministrazione del singolo segmento curriculare. L'utilizzo
di nuovi media, però,
richiede che questi ultimi vengano resi flessibili, prevedendo la
normale dilatazione dei tempi dovuti alla dinamica del feedback
della piattaforma.
Osservazioni:
La piattaforma digitale alla quale
si fa riferimento è un gruppo chiuso
aperto su Facebook sul
quale il docente, in qualità di amministratore,
caricherà materiali ulteriori, come riassunti, mappe concettuali,
consigli di studio, indicazioni di approfondimenti, video, e valuterà
la partecipazione dei singoli alunni, chiedendo loro la pubblicazione
di post contenenti
risposte alle richieste del docente.
La natura non in presenza di suddetto gruppo, analogo digitale della
classe in presenza, consente la dilatazione della frequenza al lavoro
didattico, consentendo agli alunni la possibilità di rivivere quanto
fatto in classe in tempi differiti oppure seguire dei canali di
reperimento delle informazioni necessarie secondo lo stile di studio
loro più consono.
Sfruttando la natura 'ludica' della connettività esperita dagli
alunni, si può anche prevedere la possibilità di un'interazione in
classe alla stessa piattaforma, consentendo alla classe di collegarsi
tramite i loro dispositivi. Questa possibilità, rispetto alla quale
i docenti sono solitamente restii, opera però su due differenti
piani:
a. valorizzazione della dimensione
“ludica” connessa all'uso dello smartphone;
b. miglioramento dell'approccio didattico facilitando l'accesso alle
informazioni, e al connesso lavoro didattico, tramite strumenti
quotidiani e familiari per gli alunni.
I due piani, a. e b., dilatano il tempo di somministrazione, studio e
verifica, del singolo segmento curriculare, attivando dei canali
differenti ed aiutando gli alunni ad accedere in maniera più
efficace ai saperi, sviluppando abilità e raggiungendo gli obiettivi
richiesti.
Peraltro, la natura dinamica della piattaforma consente al docente di
controllare, anche in tempo reale, l'effettiva partecipazione del
singolo alunno al lavoro proposto, potendo, di conseguenza, revocare
in qualsiasi momento l'abilitazione dello stesso alla piattaforma.
É possibile evitare concreti rischi di dispersione su internet del
tempo didattico, anziché come lavoro sulla piattaforma, monitorando
costantemente l'attività al gruppo e potendo revocare in qualsiasi
momento l'utilizzo del canale tecnologico nella prassi didattica
quotidiana.
Conclusioni:
Come si vede l'assenza di ulteriori
indicazioni, come, ad esempio, di una griglia di valutazione, indica
come il presente piano sia inteso quale cornice generale valevole per
qualsiasi materia prevista nel curriculo scolastico. Esso, in altri
termini, è inteso quale uno strumento ulteriore per la didattica
che, valendosi del canale tecnologico più prossimo ai nostri alunni,
consenta di legare, di più e meglio, la prassi didattica alle
abilità pregresse e alle conoscenze di questi ultimi, mostrando un
volto meno giurassico
per la scuola che frequentano ed eliminando, nel contempo, molti
alibi che vengono addotti.
L'unico ostacolo, però, potrebbe venire dalla resistenza del docente
che, per svariati motivi, non colga la bontà del progetto.
In qualità di docente di sostegno, comunque, posso suggerire
delle possibilità che rendano maggiormente inclusiva la normale
lezione.
Sinceramente non ci ho perso molto tempo sopra. Tuttavia, posso ritenermi altrettanto soddisfatto del risultato finale, ed anche dei complimenti di chi tiene il corso. Certo mi piacerebbe se i colleghi integrassero questo mio progetto con loro contributi personali affinché non rimanesse quel che è: parole sulla carta ....