Cena con spettacolo
Siccome negli USA non si mangia, non si beve e ci si annoia, i nostri anfitrioni decidono di portarci in una sala dove si mangia seduti, rigorosamente con le mani, e si assiste ad uno spettacolo cowboys in tempo reale. Bene, questo favoloso luogo, difficilmente ripetibile nelle arene nostrane, si chiama Dolly Parton’s Stampede! O, altrimenti, impresa fabbrica soldi, per i titolari. Poi c’è sempre la conversa, ovvero fabbrica mangiasoldi, per gli avventori. Un immenso parcheggio, di consueto pulito, ordinato e arioso, ti accoglie. Per accedere al caseggiato si passa accanto alle stalle dei cavalli. Lo spettacolo è infatti a cavallo. L’ho già detto? Fa’ niente! Superate le stalle, un cartello bene in evidenza avverte che non è possibile entrare con vivande, una cosa piuttosto ovvia a mio modo di vedere, coltelli, cosa anch’essa piuttosto ovvia a mio onesto parere, e, udite udite, armi … sì, armi! Nel Paese ‘God and Gun’,vi sono poche eccezioni alla legge del Far West, ovvero le scuole, l’università e questa attrazione! Alla reception, degli addetti controllano le tue borse … insomma, stiamo andando ad una cena, no? Sarà pur un luogo di divertimento, no?
Eppure … Un lungo corridoio ti conduce ad un angolo dove due esuberanti giovanotti ti fanno accomodare davanti ad uno schermo verde e ti scatta delle fotografie, che in seguito puoi tranquillamente acquistare in sala durante lo spettacolo. Dopo ci si accomoda su tavolate lunghe e sottili ove un trio folk intrattengono, suonando e cantando dal vivo, gli avventori per circa trenta minuti. Ovviamente, se vuoi, se proprio lo desideri, puoi ordinare del pop corn o del nachos e delle bevande. Dico ‘ovviamente’ perché questa consumazione non è prevista nello spettacolo per il quale si è pagato il biglietto. Come dicevo poc’anzi? Fabbrica produce soldi. O mangia soldi. A seconda del punto di vista, ovviamente. Lo spettacolo è accompagnato dai lazzi del trio, che si reggono il gioco, interpretando degli specifici ruoli, favorendo nel pubblico una immedesimazione emotiva, e cercando l’interazione attiva con quest’ultimo. Il pubblico, dell’anziano disabile in terza fila, all’adolescente annoiata in prima, alla donna obesa in seconda fila, al non più giovanissimo uomo in quarta fila con cappello da cowboy e atteggiamento da duro, al timido bimbo complessato o disagiato in seconda fila, partecipa con risa, urla di giubilo o cantando al seguito del trio. Insomma, benvenuti in America! Spettacolo allo stato puro. Avremmo da imparare, non trovate? Terminato il pre - show, la gente sfolla verso le scale e, tramite il piano, superiore, si accede infine all’enorme arena dove assisteremo allo spettacolo e consumeremo il nostro frugale pasto. Se i romani organizzavano gli spettacoli pubblici con le corse dei cavalli, gli americani sanno fare di meglio. Ovviamente, i nostri limiti di anfitrioni ci hanno regalato lo spettacolo nella prima fila … Wow! Ai nostri piedi, un’arena chiusa animerà lo svago.
Le luci si abbassano, inizia lo show! Entrano uomini e donne a cavallo, gli uni vestiti di rosso e gli altri di blu. Bene, dovete sapere che la località di Pidgeon Forge si trova nel Tennessee, ovvero nel regno della Confederazione. Ebbene, lo spettacolo inscena la rivalità tra Nord e Sud, gli artisti vestiti di rosso rappresentano il Nord mentre quelli vestiti di blu il Sud. L’arena è, a sua volta, divisa in nordisti e sudisti e il pubblico è invitato a partecipare alla rivalità, con fischi e urla di approvazione rivolti ai rappresentanti della propria fazione o con fischi ed urla di disapprovazione ai colori avversi. Alla parola ‘Stampede’ tutti devono battere i piedi sul pavimento di legno. Ho già detto che in questo angolo di USA tutto è fatto con il legno? Bene, sappiate comunque che il baccano sa essere coinvolgente. Si svolgono varie acrobazie volanti o a cavallo. Tutto perfettamente sincronizzato e con eccezionali livelli di professionalità, nonostante la voluta impressione di vita quotidiana. V’è anche un character in salopette e berrettino che impersona lo stereotipo del bifolco c'entro americano. La sua funzione mi pare lampante: spezzare il ritmo serrato delle esibizioni artistiche con gag con il presentatore.
Ma aspettate di sapere il resto …
Bene, sì svolgono anche alcuni momenti di gioco in arena con il pubblico pagante. Avete capito bene. Si paga e si partecipa allo show! Ovviamente, per volere dei nostri munifici ospitati, il sottoscritto viene chiamato a partecipare ad uno dei giochi. La nostra cameriera di settore mi prende in consegna e mi indica dove andare. Scendo in un settore compreso tra i due semicircoli di nordisti e sudisti e incontro due cow boy dello staff. Energumeni di due metri e passa, per tacere della stazza complessiva. Un altro tizio mi raggiunge, è il mio sfidante, il nemico nordista. Il cow boy ci illustra cosa succederà e come funzionerà il gioco. Alla fine ci chiede se abbiamo capito e insieme rispondiamo ‘yeah, ok’. Inutile, forse, aggiungere che non ho capito un bel nulla. Ma ormai è tardi. Veniamo chiamato dallo speaker, il cancello si apre ed entriamo nell’arena accompagnati dalle urla degli astanti. Ora so cosa potevano provare i gladiatori… ma la mia è una farsa gioiosa. Come gladiatori impacciati, avanziamo a fatica tra la polvere verso il centro dell’arena, con l’andatura da cowboy, questo ci era stato chiesto di fare, e questa è l’unica cosa che ho capito. Ci vengono chiesti i nostri nomi e i due membri dello staff ci collocano l’uno davanti all’altro in corrispondenza della diversa appartenenza territoriale. Il gioco è semplice, tre lanci per centrare un anello posto a dieci metri davanti a noi. Semplice, a parole. Nessuno dei due c'entra l’asta, ma il nordista colloca i suoi ferri da cavallo più vicini dei miei all’asta. Lui wins, io lose. Game over. E riceve una medaglia in premio. Torno mesto al mio posto, qualcuno dei sudisti mi guarda sorpreso, io filo via. E termino la mia cena. In ordine, abbiamo consumato: una zuppa; un biscotto salato aromatizzato; un pollo (intero); una fetta di pancetta; una mezza patata; una mezza pannocchia di granoturco; una fetta di pane; una sfogliatina di mela e cannella. L’ho già detto che gli americani amano la cannella? Che la mettono ovunque? No? Bene, ora lo sapete.
Terminato lo show, la gente sfolla per una direzione diversa da quella di arrivo. Anche perché mentre noi ci avviamo all’uscita, altri stanno assistendo al pre - show del trio folk di prima. Ricordate? No? Male! Comunque, danno tre spettacoli al giorno, il primo alle 15:30, il nostro; il secondo alle 18:30 e il terzo alle 20:30. Chiaro? Mille posti per volta, tutto sold out! Ho detto tutto. Uscendo, però, ci costringono a transitare per un negozietto di souvenir a tema Stampede. Altri soldi, altro business! Ma qui vendono una riproduzione della medaglia che non ho vinto. I nostri anfitrioni l’acquistano e me la donano. Bene, anch’io ho vinto qualcosa durante questo straordinario soggiorno in USA e stanotte dormirò da vincente!
Purtroppo, sulla via del ritorno l’insegna di Krispy Kreme è accesa di rosso.
Allora bisogna farvi una capatina perché le donuts sono appena sfornate. Una goduria che si scioglie in bocca … mmm … valeva la pena fermarsi! E comprendo anche la sfrenata passione di Homer Simpson per le ciambelle.
Domani, meteo permettendo, andremo a vedere i Cherokee oppure a fare un giro sui cavalli.
Restate connessi, ne leggerete delle belle. O delle brutte! Chissà!