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giovedì 30 giugno 2016

Zambrano su pensiero e poesia # 3



“Nel corso della sua lunga storia la filosofia ha sempre fatto grandi sforzi per restituirci alla luce originaria, spingendo la coscienza in profondità o, alternativamente, restituendola e reintegrandola al divino, suo punto di origine”

M. Zambrano, All’ombra del dio sconosciuto. Antigone, Eloisa, Diotima, Pratiche, Milano, 1997, pp. 81 – 82.

Nel suo classico modo “pensoso” di affrontare, e dirimere, le questioni, Zambrano ritorna imperiosa sui suoi temi consueti, vale a dire la frattura originaria che ha separato filosofia e poesia, a loro volta metafore incarnate della scissione originaria tra il tutto e l’essere, tra l’Uno e i Molti, tra Dio e gli uomini. 
E mentre la filosofia non fa altro che scavare ulteriormente il solco della propria disperata ed ostinata separazione dalla poesia, la coscienza anela tuttora all’unità perduta. Ma nel far così la filosofia tradisce il proprio spirito primordiale e consegna la coscienza stessa all’irrealizzabilità del compito, ovvero a non poter mai, e per davvero, riguadagnare la distanza occorsa e che la separa dal divino, dal suo punto di origine, dall’unità ineffabile del tutto in Tutto.



mercoledì 29 giugno 2016

Nussbaum #1



“L’arte di narrare ha il potere di fornirci la possibilità di accostarci alla vita di chi è diverso da noi con un interesse più profondo di quello di un semplice turista, con comprensione e partecipazione, e arrivando a percepire il grave errore che la nostra società commette rifiutando di considerare le persone nella loro realtà, senza deformazioni”

M. C. Nussbaum, Coltivare l’umanità. I classici, il multiculturalismo, l’educazione contemporanea, Carocci, Roma, 2006, pp. 102 – 103



Nussbaum e l’empatia, ovvero la capacità di immaginarci il prossimo nella sua costitutiva alterità. Solo se siamo capaci di ciò, saremo anche capaci di essere dei soggetti morali.





Era vero per l’età classica, è ancor più vero oggi, durante il multiculturalismo, quando cioè si richiedono empatia, riconoscimento e valorizzazione delle differenze.



lunedì 27 giugno 2016

Seguendo Nussbaum ...

Finalmente pubblicato su "Filosofia e nuovi sentieri" la mia ultima fatica.

Seguendo ancora una volta Nussbaum, esamino gli incerti e confusi confini della libertà umana, dei diritti politici fondamentali e condizione disabile.

Questo perché, se non prendiamo seriamente i diritti, questi ultimi rimangono segni sulla carta ...


sabato 25 giugno 2016

Maturità #2



Ricordi ...


Più o meno sinistri ....


Comunque nostalgici ...


Questo il testo della versione. ...


Ὁρᾶτε δὲ κἀκεῖν', ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, ὅτι πολλοὺς ὑμεῖς πολέμους πεπολεμήκατε καὶ πρὸς δημοκρατίας καὶ πρὸς ὀλιγαρχίας. καὶ τοῦτο μὲν ἴστε καὶ αὐτοί· ἀλλ' ὑπὲρ ὧν πρὸς ἑκατέρους ἔσθ' ὑμῖν ὁ πόλεμος, τοῦτ' ἴσως ὑμῶν οὐδεὶς λογίζεται. ὑπὲρ τίνων οὖν ἐστίν; πρὸς μὲν τοὺς δήμους ἢ περὶ τῶν ἰδίων ἐγκλημάτων, οὐ δυνηθέντων δημοσίᾳ διαλύσασθαι ταῦτα, ἢ περὶ γῆς μέρους ἢ ὅρων ἢ φιλονικίας ἢ τῆς ἡγεμονίας· πρὸς δὲ τὰς ὀλιγαρχίας ὑπὲρ μὲν τούτων οὐδενός, ὑπὲρ δὲ τῆς πολιτείας καὶ τῆς ἐλευθερίας· ὥστ' ἔγωγ' οὐκ ἂν ὀκνήσαιμ' εἰπεῖν μᾶλλον ἡγεῖσθαι συμφέρειν δημοκρατουμένους τοὺς Ἕλληνας ἅπαντας πολεμεῖν ὑμῖν ἢ ὀλιγαρχουμένους φίλους εἶναι. πρὸς μὲν γὰρ ἐλευθέρους ὄντας οὐ χαλεπῶς ἂν εἰρήνην ὑμᾶς ποιήσασθαι νομίζω, ὁπότε βουληθείητε, πρὸς δ' ὀλιγαρχουμένους οὐδὲ τὴν φιλίαν ἀσφαλῆ νομίζω· οὐ γὰρ ἔσθ' ὅπως ὀλίγοι πολλοῖς καὶ ζητοῦντες ἄρχειν τοῖς μετ' ἰσηγορίας ζῆν ᾑρημένοις εὖνοι γένοιντ' ἄν.

giovedì 23 giugno 2016

Maturità #1

Isocrate? Io ho ancora gli incubi pensando alla versione della maturità di Demostene


 Isocrate, Sulla Pace, 34-36.



Ὁρῶ γὰρ τοὺς μὲν τὴν ἀδικίαν προτιμῶντας καὶ τὸ λαβεῖν τι τῶν ἀλλοτρίων μέγιστον ἀγαθὸν νομίζοντας ὅμοια πάσχοντας τοῖς δελεαζομένοις τῶν ζώων, καὶ κατ’ ἀρχὰς μὲν ἀπολαύοντας ὧν ἂν λάβωσιν, ὀλίγῳ δ’ ὕστερον ἐν τοῖς μεγίστοις κακοῖς ὄντας, τοὺς δὲ μετ’ εὐσεβείας καὶ δικαιοσύνης ζῶντας ἔν τε τοῖς παροῦσι χρόνοις ἀσφαλῶς διάγοντας καὶ περὶ τοῦ σύμπαντος αἰῶνος ἡδίους τὰς ἐλπίδας ἔχοντας. Καὶ ταῦτ’ εἰ μὴ κατὰ πάντων οὕτως εἴθισται συμβαίνειν, ἀλλὰ τό γ’ ὡς ἐπὶ τὸ πολὺ τοῦτον γίγνεται τὸν τρόπον. Χρὴ δὲ τοὺς εὖ φρονοῦντας, ἐπειδὴ τὸ μέλλον ἀεὶ συνοίσειν οὐ καθορῶμεν, τὸ πολλάκις ὠφελοῦς, τοῦτο φαίνεσθαι προαιρουμένους. Πάντων δ’ ἀλογώτατον πεπόνθασιν ὅσοι κάλλιον μὲν ἐπιτήδευμα νομίζουσιν εἶναι καὶ θεοφιλέστερον τὴν δικαιοσύνην τῆς ἀδικίας, χεῖρον δ’ οἴονται βιώσεσθαι τοὺς ταύτῃ χρωμένους τῶν τὴν πονηρίαν προῃρημένων. Ἠβουλόμην δ’ ἄν, ὥσπερ πρόχειρόν ἐστιν ἐπαινέσαι τὴν ἀρετήν, οὕτω ῥᾴδιον εἶναι πεῖσαι τοὺς ἀκούοντας ἀσκεῖν αὐτήν· νῦν δὲ δέδοικα μὴ μάτην τὰ τοιαῦτα λέγω. Διεφθάρμεθα γὰρ πολὺν ἤδη χρόνον ὑπ’ ἀνθρώπων οὐδὲν ἀλλ’ ἢ φενακίζειν δυναμένων, οἳ τοσοῦτον τοῦ πλήθους καταπεφρονήκασιν ὥσθ’, ὁπόταν βουληθῶσι πόλεμον πρός τινας ἐξενεγκεῖν, αὐτοὶ χρήματα λαμβάνοντες λέγειν τολμῶσιν ὡς χρὴ τοὺς προγόνους μιμεῖσθαι, καὶ μὴ περιορᾶν ἡμᾶς αὐτοὺς καταγελωμένους μηδὲ τὴν θάλατταν πλέοντας τοὺς μὴ τὰς συντάξεις ἐθέλοντας ἡμῖν ὑποτελεῖν.



Vedo che coloro che prediligono l’ingiustizia e ritengono sia un bene sottrarre qualcosa agli altri, patiscono la stessa sorte degli animali. In un primo tempo godono di quanto hanno ottenuto, ma poco dopo sono in balìa dei mali più terribili. Mentre quelli che vivono con pietà e giustizia trascorrono il tempo presente nella sicurezza e nutrendo più dolci speranze per l’eternità. Anche se questa situazione non avviene sempre, il più delle volte la realtà assume tale forma. Bisogna dunque che gli individui assennati, dal momento che non sappiamo distinguere quello che ci sarà sempre utile, mostrino di prediligere ciò che spesso giova. Ma si comportano nella maniera più irragionevole di tutti coloro che, pur considerando la giustizia consuetudine più bella e più gradita agli dei dell’ingiustizia, ritengano che chi la pratichi vivrà peggio di chi abbia scelto la malvagità. Avrei però voluto, come è ovvio, lodare la virtù, così da convincere gli ascoltatori ad esercitarla. Ma ora temo di parlare invano. Siamo stati, infatti, corrotti per molto tempo da uomini ingannevoli, che disprezzano talmente tanto il popolo che, quando vogliono muovere guerra a qualcuno, osano dire dietro pagamento che bisogna imitare gli antenati, non tollerare la derisione degli altri e non permettere che navighino il mare coloro che non vogliono pagarci i tributi

martedì 21 giugno 2016

Notte prima degli esami

Ed è arrivata un'altra notte prima degli esami ...

In bocca al lupo a tutti i maturandi! Con l'augurio che siate prima persone mature e dopo anche studenti maturi




"Io mi ricordo quattro ragazzi con la chitarra
e un pianoforte sulla spalla,
come i pini di Roma la vita non li spezza,
questa notte è ancora nostra,
come fanno le segretarie con gli occhiali 
a farsi sposare dagli avvocati.
Le bombe delle sei non fanno male,
è solo il giorno che muore, è solo il giorno che muore.
Gli esami sono vicini 
e tu sei troppo lontana dalla mia stanza,
tuo padre sembra Dante e tuo fratello Ariosto,
stasera al solito posto, la luna sembra strana
sarà che non ti vedo da una settimana.
Maturità t'avessi preso prima, le mie mani sul tuo seno
è fitto il tuo mistero,
e il tuo peccato è originale come i tuoi calzoni americani,
non fermare ti prego le mie mani
sulle tue cosce tese, chiuse come le chiese
quando ti vuoi confessare.
Notte prima degli esami, notte di polizia,
certo qualcuno te lo sei portato via,
notte di mamme e di papà col biberon in mano,
notte di nonne alla finestra, 
ma questa notte è ancora nostra,
notte di giovani attori di pizze fredde e di calzoni,
notte di sogni di coppe e di campioni,
notte di lacrime e preghiere,
la matematica non sarà mai il mio mestiere,
e gli aerei volano alto tra New York e Mosca,
ma questa notte è ancora nostra,
Claudia non tremare, non ti posso far male, 
se l'amore è amore.
Si accendono le luci qui sul palco
ma quanti amici intorno che viene voglia di cantare,
forse cambiati, certo un po' diversi
ma con la voglia ancora di cambiare,
se l'amore è amore 
se l'amore è amore 
se l'amore è amore 
se l'amore è amore 
se l'amore è amore "

lunedì 20 giugno 2016

giovedì 16 giugno 2016

Fine scuola ...

Al secondo 20 io, ovvero ogni insegnante!

Ecco, ora sapete cosa ci passa per la testa in classe ...

Un costante conto alla rovescia verso il "rompete le riga!", nonostante che, puntualmente, ogni anno si tiri fuori la solita, e trita, storiella dei "tre mesi di vacanza" o delle "scuole H24!" ...

Comunque, il film dal quale sono tratti i seguenti titoli di coda è veramente geniale!

E se lo dico io, in genere parco nei giudizi, soprattutto di quelli positivi, potete crederci!

In fondo, siamo fatti di emozioni! Cos'altro potrebbe accadere?





mercoledì 15 giugno 2016

Revisione ...

Ho avuto in passato il piacere di fungere da revisore esterno per la Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia.

Ebbene, scopro, con mia sorpresa, e quasi timore, di avere un omonimo presso l'Università Milano Bicocca ...

Strano!

Eppure, ho curato la revisione di due saggi per conto della rivista ...

Semplice svista?

Oppure oscuri disegni cosmici?

Coincidenze?

No, non credo ...

Qui il link alla pagina ...


domenica 12 giugno 2016

Zambrano su pensiero e poesia #2

"La cosa del poeta non è mai la cosa concettuale del pensiero, ma complessissima e reale, la cosa fantasmagorica e vagheggiata, quella inventata, quella che ci fu e quella che non ci sarà mai. Vuole la realtà, ma la realtà poetica non è solo quella che c'è, quella che è, ma anche quella che non è; abbraccia l'essere e il non-essere in ammirevole giustizia caritativa, giacchè tutto, proprio tutto, ha diritto ad essere, finanche ciò che non ha mai potuto essere"

(M. Zambrano, Filosofia e poesia, Pendragon, Bologna, 2010, p. 45)

E qui Zambrano illumina le peculiarità del sentiero poetico, quello che diverge nettamente dalla filosofia, ovvero la tensione che possiede il poeta nello sforzo commovente e pietoso di voler cogliere tutto, il possibile con l'impossibile, la realtà con l'assenza, l'unità con la molteplicità ...

Il filosofo distingue e separa, il poeta include ed abbraccia tutto, anche quel che non è, quel che non fu, quel che non sarà mai ...

Ma non è forse questo l'anelito ultimo dell'umano, ovvero il tendere a quel Tutto che innerva ciascun essere?


(url: https://libros.com/files_ck/images/16296081788_389f573486_o.jpg)

martedì 7 giugno 2016

domenica 5 giugno 2016

Zambrano su pensiero e poesia #1

"il cammino inizia a divergere nel momento in cui il filosofo si dirige verso l'essere che si cela dietro le apparenze e il poeta  resta immerso nelle apparenze stesse. l'essere era stato definito soprattutto come unità, perciò era occulto, siffatta unità aveva calamitato la violenza filosofica"

(M. Zambrano, Filosofia e poesia, Pendragon, Bologna, 2010, pp. 42 - 3)

In queste poche battute Zambrano illustra il nodo che rela tra loro i sentieri del pensiero e della poesia, gemelle divise nel momento aurorale ed originario della scissione, ovvero quando il filosofo ha preferito andare dietro l'essere, e la sua correlata evidenza, mentre il poeta ha preferito rimanere immerso nelle nebbie dell'apparenza ...

Un modo originale di ripensare il nesso e la storia impossibile della filosofia e della poesia ...

Briciole di riflessione divergente!


(url: http://www.enciclopediadelledonne.it/wp-content/uploads/2014/03/106maria-zambrano144.jpg)