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mercoledì 11 aprile 2012

Disavventure da blog ... metafora del web 20.

Disavventure della verità ... no, da blog!

(immagine tratta da: http://www.democraziakmzero.org/files/2012/01/blog.jpg)


Qual è la più grande rivoluzione del XXI secolo? Sarebbe facile rispondere, ma temo di dover deludere qualsiasi facile entusiasmo nel rispondere. No, non è Internet (che tra le altre cose è robetta anziana dato che la relativa tecnologia, a parte le fibre ottiche, risale agli anni '60 del secolo precedente) e nemmeno il Computer (anch'esso anzianotto se si considera che le sue idee fondative risalgono a secoli prima di quello attuale). Eppure, potrei aggiungere che, a risposte, si è andato molto vicino dato che, a mio sommesso parere, la rivoluzione di cui parlo è strettamente legata all'interazione di Computer e Internet ... non ci si arriva? La ragione è semplice: preferiamo o aderire acriticamente alle innovazioni, limitandoci ad incensarle, belle o brutte che siano, oppure preferiamo criticarle ideologicamente.

Attorno a questi due differenti, ed opposti, poli si gioca il comportamento che noi tutti teniamo sul web, quella ragnatela globale di nodi, snodi, gallerie, rumores e così via. E su quella rete corre certamente di tutto, dalla sciocchezza alla truffa, dalla menzogna alla facile (non) verità.

Mi è recentemente accaduto, non perché abbia dato vita a questo blog, modestissimo, a dire il vero, nei contenuti e nelle pretese (le grandi mete le lascio agli altri ...), di constatare come la possibilità di "commentare" posts altrui possa frequentemente sfociare in chiusure ideologiche, in rifiuti, più o meno marcati, di libero confronto, di non accettazione dell'opinione altrui, della prospettiva diversa, e, per certi aspetti, divergenti dalla propria, così esplicitamente espressa nel post apposito. Come se ci si trovasse improvvisamente, quanto involontariamente, su una china scivolosa, senza alcuna possibilità di arrestare lo scivolamento a valle, anche una critica sincera, attinente al contenuto del post, e relativa tanto al metodo quanto alla questione trattata, è stata fraintesa (?) e giudicata, a sua volta, non pertinente ...

Nella mia breve, ma fortunata, esistenza, anche di libera ricerca, mi è capitato sovente d'incappare in giudizi gratuiti quanto cattivi e fuori tema, ma venir ripagato con moneta non mia, proprio quando, diversamente da quanto occorsomi in genere, al contrario, esprimo un giudizio che a mio parere è genuino e franco, senza allusioni o obliquità o ideologia (e così via), più o meno velate, anche per far "crescere" quanto di buono trovavo nel post in questione, viene rigettato perché privo di centralità con l'argomento trattato e inconsistente nel metodo ...

Al di là della variabilità della conoscenza personale con il suo autore, quel che mi ha sorpreso sono almeno due cose, tra loro eterogenee, pur nel realizzare un dato effetto congiuntamente:

1. l'assenza di "tono" della voce nello scrivere sul web fa venir meno anche lo scherzo, inducendo a sopravvalutare alcuni elementi di un post piuttosto che altri.
2. la spacciata trasparenza di post e commenti nasconde una verità ulteriore e scomoda: non si cerca, sul web 2.0, il confronto, anche duro, anche franco, ma esclusivamente, forse, il consenso. Infatti, la mia voce fuori dal coro di apprezzamenti è finita per venir considerata non pertinente, mentre le voci concordanti con il post, come il giusto riconoscimento alla fatica di scriver su un blog ... la cosa mi lascia perplesso (si è a tal punto incapace di comprendere la gravità degli appunti mossi, semplicemente ignorandoli?), consentendo, ovviamente, che ciascuno risponde delle sue idee e dei suoi comportamenti.

Che dire allora di 1 e 2? Semplice, credo, che il web 2.0 non è affatto democratico, ma soltanto un mezzo che amplifica certi comportamenti deteriori che ci sono sempre stati, come il conformismo velato sotto l'ideologica verità del(l'apparente) confronto sul web.

Questa misera esperienza mi ha rivelato la vera essenza di questa (poco) nuova modalità di comunicazione su internet: i rapporti di potere tra scrittore dei posts e commentatore degli stessi restano immutati.

Ne traggo la giusta lezione da tutto questo: mai fidarsi dalla libertà, dalla verità, dai commenti entusiasti in genere troppo sventolati ai quattro venti. Forse, maggiore modestia e più lavoro sporco (di base, si direbbe) in silenzio sarebbero più saggi.

(immagine tratta da: http://www.movimentolibertario.com/wp-content/uploads/2012/03/Ideologia.jpg)

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Se desideri commentare un mio post, ti prego, sii rispettoso dell'altrui pensiero e non lasciarti andare alla verve polemica per il semplice fatto che il web 2.0 rimuove la limitazione del confronto vis-a-vi, disinibendo così la facile tentazione all'insulto verace! Posso fidarmi di te?