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venerdì 29 marzo 2013

Pillola sull'opposizione 'logica' vs. 'metafisica'

Scriveva Heidegger che


Nella logica tradizionale il principio di ragione fa la sua comparsa in qualche luogo nascosto, accanto o fra molti altri principi; lo si elenca fra le leggi del pensiero, dopo I principi di identità, di contraddizione e del terzo escluso[1]


Heidegger pensa chiaramente a Leibiniz il quale scriveva come

I nostri ragionamenti si fondano su due grandi principi:
1) Il principio di contraddizione, in virtù del quale giudichiamo falso ciò che implica contraddizione, e vero ciò che è opposto o contraddittorio al falso.
2) Il principio di ragion sufficiente, in virtù del quale consideriamo che qualsiasi fatto non potrebbe essere vero o esistente, e qualsiasi enunciato non potrebbe essere veridico, se non ci fosse una ragion sufficiente del perchè il fatto o l'enunciato è così e non altrimenti – per quanto le ragioni sufficienti ci risultino per lo più ignote[2]


L'intento di Heidegger è chiaro: declinare in senso metafisico la logica. 


Direzione lungo la quale non seguiamo l'autore di Essere e tempo non perché la via metafisica sia in qualche modo sbarrata alla ricerca logica ma, più semplicemente, perché il principio di ragione non fa parte delle leggi del pensiero[3], con buona pace e di Leibniz e dello stesso Heidegger. 


Pensare che in qualche modo vi sia una ragione razionale sensata, in forza della quale le cose siano così e così, piuttosto che essere altrimenti, francamente non ci riguarda, e non può riguardare nemmeno la logica dal momento che si tratta di un ragionamento articolato che adopera di per sé gli strumenti del pensiero, quegli stessi che la logica si propone di individuare e conoscere. 


Pertanto, quella tensione è aliena alla tensione della logica.

Pur potendo, ovviamente, interessare al pensiero metafisico adoperare gli stessi strumenti messi a punto dalla logica. D'altra parte, ci rammenta Facco:

Alle origini della logica si trova la fondamentale esigenza dell’uomo di conoscere il vero, di evitare cioè le insidie della falsità e dell’errore[4]




Note
[1] Cfr. M. Heidegger, Principi metafisici della logica, Il Melangolo, Genova, 2000, p. 141.
[2] Cfr. G. W. Leibniz, I principi della filosofia o La Monadologia, in G. W. Leibniz, Monadologia, Bompiani, Milano, 20083, p. 73.
[3] Cfr. G. Rigamonti, Corso di logica, Bollati Boringhieri, Torino, 2005, p. 17.
[4] Cfr. M. L. Facco, Metafisica, logica, matematica. Leibniz, Boole, Rosmini, Marsilio, Venezia, 1997, p. 9.



(immagine tratta da: http://sketchup.google.com/3dwarehouse/download?mid=2b631518a184a72c191695eef1811f4a&rtyp=lt&ctyp=other&ts=1255806911000)






giovedì 28 marzo 2013

Dolce sentire ...

Dolce sentire
come nel mio cuore,
ora umilmente,
sta nascendo amore.
Dolce capire
che non son piu' solo
ma che son parte
di una immensa vita,
che generosa
risplende intorno a me:
dono di Lui
del suo immenso amore.
Ci ha dato il cielo
e le chiare stelle
fratello sole
e sorella luna;
la madre terra
con frutti, prati e fiori
il fuoco, il vento,
l'aria e l'acqua pura
fonte di vita,
per le sue creature
dono di Lui
del suo immenso amore
dono di Lui
del suo immenso amore.
del suo immenso amore.

(Francesco d'Assisi)


mercoledì 27 marzo 2013

Chiarezza, vo' cercando ...



"For analytic philosophy, formalization is a fundamental tool for clarifyng language, leading to a better understanding of thoughts expressed through language. Formalization involves abstraction and idealization. This is true in the science as well as in philosophyFor analytic philosophy, formalization is a fundamental tool for clarifyng language, leading to a better understanding of thoughts expressed through language. Formalization involves abstraction and idealization. This is true in the science as well as in philosophy"



(M. Fitting – R. L. Mendelsohn, First – Order Modal Logic, Kluwer, Dordrecht, 1998, p. 1)



Se avessimo anche solo le idee chiare, potremmo parlare e pensare e agire con più senno. 

Purtroppo, però, il sentiero della chiarezza è lontano, in genere, dai nostri passi. Così, la comprensione delle cose è lungi dall'esser chiara, ben lontana dalla sensatezza richiesta. 


In fondo, allora, non siamo più nemmeno capaci di formalizzare quel che pensiamo o diciamo o come agiamo, a briglia sciolte rotoliamo verso l'arbitrio, verso l'abisso senza fondo dell'insensato, del 'qualunque' che segue alla falsità e alla contraddizione. 


Che misera figura, infine, fanno e la scienza e la filosofia, così inghiottite dalla mera superficialità dei tempi presenti, così alieni alla formalizzazione, e, dunque, anche alla chiarezza. 


In fondo, però, il buio, la notte delle vacche grigie, il sentiero della notte, non il pensiero meridiano, per intenderci, fa comodo ai mestatori, agli agitatori, ai profittatori, ai topi della notte che calano famelici sulle loro povere prede inerti. 


La logica sembra aver preso congedo, forse irrevocabile, dal linguaggio, dal pensiero e dall'azione umani, prova ne sia, non ultimativa s'intende, la brutalità di chi parla, pensa ed agisce quotidianamente.


Resta, al fondo, solo un'ultima domanda: è proprio necessario arrendersi così, senza difendersi, senza colpo ferire, senza tentare almeno di rispondere al fuoco nemico? Basta uscire con le mani alzate? 


La risposta la conoscono i venti, la risposta è scritta nell'acqua del fiume che scorre via veloce. 


Ma non sul web 2.0 né tantomeno nei fora o nei sondaggi online.

post scriptum

qualcuno dica ai "grillini" che la verità è là fuori, che un intero universo si libra sulle teste del loro movimento e che la differenza, per scomoda che sia, è sempre una ricchezza, non un bordello! Io ci ho provato ma mi sono arreso e sono uscito con le mani alzate ... :)



(immagine tratta da: http://aribella.blog.kataweb.it/files/2008/06/picture-246.jpg)

lunedì 25 marzo 2013

Amore oltre i secoli


CRISPIA SALVIA

VIXIT ANNOS
PLUS MINUS XLV
UXORI DOLCISSIMAE
IULIUS DEMETRI
US MARITUS QUAE
VIXIT CUM SUO
MARITO ANN XV
LIBENTI ANIMO




Crispia Salvia.

In Lilybaeum,
in questo sacro luogo 
Julius Demetrius,
tuo amatissimo sposo,
ti accompagnò con il suo amore.
In Lilybaeum
dimora la tua avvenenza.
In Lilybaeum
riposa la tua eternità.




(immagine tratta da: http://www2.comune.marsala.tp.it/marsala_tour/images/ipogeofs.jpg)

Alessandro Pizzo

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domenica 24 marzo 2013

Entrata ...



"I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l'asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava:

"Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!".

Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: "Chi è costui?". E la folla rispondeva: "Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea""


(Mt XXI)

Sul dorso d'asino, non sul cavallo bianco,  in miseria quotidiana, non tra sfavillio di potere. E noi chi accoglieremo alle porte della città?






(immagine tratta da: http://www.basilicasanfrancesco.com/souvenirs/media/catalog/product/cache/1/image/5e06319eda06f020e43594a9c230972d/2/0/2010_1270.jpg)

venerdì 22 marzo 2013

Il mondo è matematico ...

"Come si era verificato per la geometria, la logica classica, codificata da Aristotele, era stata considerata una descrizione delle «leggi del pensiero umano»: le cose non potevano stare diversamente. Ma lo studio sistematico di questa logica classica rivelò che era possibile creare altre logiche nelle quali, per esempio, una proposizione non avesse necessariamente soltanto due valori di verità: vera o falsa. Poteva, invece, averne anche tre – vera, falsa o né vera né falsa – o addirittura un numero infinito di condizioni diverse"

(J. D. Barrow, Perché il mondo è matematico?, Laterza, Roma – Bari, 2006, p. 12)



A ben guardare, sono sempre possibili esiti inaspettati. La cosa importante è il rigore, morale ed intellettuale. Senza, quodlibet sequitur.



(immagine tratta da: http://www.scuolab.it/main/files/projects/images/1801/fig_russi4.png)

mercoledì 20 marzo 2013

Pubblicità

Un po' di sana pubblicità.

Qui l'anteprima del mio ultimo lavoro.

Buona lettura!


(immagine tratta da: http://ilmiolibro.kataweb.it/storage2/vetrina/389923_copertina_frontcover_icon.png)

lunedì 18 marzo 2013

Cinque parole ...

"I logici si preoccupano delle contraddizioni non solo perché esse sono sempre false, ma anche perché, se non si potessero evitare, esse distruggerebbero i legami tra la verità di un enunciato e quella di un altro. Il motivo è che da una contraddizione si può dimostrare qualunque cosa!"

(D. Cryan – S. Shatil – B. Mayblin, La logica a fumetti, Raffaello Cortina, Milano, 2010, p. 46)

Parole brevi, ma essenziali! Se le applicassimo anche all'attuale arco parlamentare, sarebbe tutto più chiaro, menate nuoviste comprese! :)



(immagine tratta da: http://pollycoke.org/wp-content/uploads/2010/04/contraddizione.jpg)

domenica 17 marzo 2013

Misericordia







"Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. 10 Alzatosi allora Gesù le disse: "Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?". 11 Ed essa rispose: "Nessuno, Signore". E Gesù le disse: "Neanch'io ti condanno; va’ e d'ora in poi non peccare più" "


(Gn VIII, 9 - 11)


Quanto è urgente distinguere il peccato dal peccatore, condannare il primo, non il secondo.



(immagine tratta da: http://galleriabarberini.beniculturali.it/getImage.php?id=308&w=300&h=215)

sabato 16 marzo 2013

Prova a dire qualcosa di sensato, e per te e per noi!

Galvan a proposito dell'elenchòs aristotelico:

"la tesi segue dalla sua stessa negazione senza il ricorso ad altro che alle regole essenziali alla istituzione del gioco dialettico tra proponente ed opponente alla tesi stessa. Per questo, il successo dell’argomentazione elenctica implica necessariamente il raggiungimento dell’obiettivo dell’autofondazione"

(S. Galvan, Non contraddizione e terzo escluso. Le regole della negazione nella logica classica, intuizionista e minimale, Franco Angeli, Milano, 1997, p. 125)

Se applicassimo questo procedere all'attuale arco parlamentare, cosa troveremmo? Qualcuno riuscirebbe a dimostrare la propria autonomia, senza doversi appoggiare (anche in negativo) ad altri?

Temo proprio di no.

Personalmente, però, preferisco tornare ai classici, e lasciare alla rete l'imbarazzo di un tale esame. Forse, si finirebbe pure con il vedere le stelle ... anzi, no: (solo) cinque stelle, scambiandole, magari, per l'intero firmamento!




(immagine tratta da: http://docenti.unicatt.it/web/foto.img?codDocente=00335)

venerdì 15 marzo 2013

Incompletezza (al quadrato)!




Odifreddi prosegue la sua discussione su Godel ...




(immagine tratta da: http://www-history.mcs.st-and.ac.uk/BigPictures/Godel_3.jpeg)

giovedì 14 marzo 2013

... e uscimmo a riveder le stalle ... (ma non erano stelle? E non erano cinque?)

Inutilmente in queste settimane ho cercato di dialogare con gli attivisti o i simpatizzanti dell'M5S, ogni volta restando perplesso di fronte ad un tipico meccanismo di replica linguistica, o retorica o di feedback che possiamo sintetizzare brevemente nel modo che segue:

Io: sarebbe bene, ora che siete lassù, di fare qualcosa per questo disgraziato Paese ...
Loro: lo faremo, ma solo quando se ne saranno andati tutti!
Io: ma questo, lo sapete anche voi, è chiedere troppo, come pretendere che lo Stato sia solo vostro, e, francamente, non lo è; questo è il momento della maturità, delle scelte, delle opzioni da mandare ad effetto ...
Loro: chi dice che lo Stato non sia nostro? Noi siamo lo Stato ...
Io: scusate, ma allora i 'tutti' che dovrebbero andarsene chi sono? Non sono anche loro parte dello stesso Stato?
Loro: no, loro hanno usato lo Stato per arricchirsi! E' il momento di mandarli a casa!
Io: loro ... ma loro chi? Mi fate alcuni nomi, e, magari, anche dei cognomi?
Loro: chi c'è stato sinora ed ha portato il Paese sull'orlo del baratro!
Io: ... va bene, ma non è forse il momento di compiere delle scelte? Insomma, una legislatura non si manda avanti a proclami e a sondaggi, bisogna anche legiferare ...
Loro: sì, ed aboliremo tutte le leggi fatte da loro!
Io: tutte - tutte?
Loro: sì!
Io: e con quali le sostituirete?
Loro: questo è prematuro, intanto le aboliamo, poi si vedrà!
Io: .. err ... forse non ho capito: in concreto, cosa intendete fare per questo Paese?
Loro: valuteremo le singole leggi e se andranno nella nostra direzione le voteremo ...
Io: così ... senza un Governo .... di giorno in giorno ... giusto?
Loro: esatto! Ed ogni volta chiederemo alla rete di votare!
Io: ... va bene, ma mi sembra farraginoso come modo di procedere, intanto senza Governo le Camere vengono sciolte ...
Loro: e chi lo dice? Anche senza Governo, il Parlamento può lavorare!
Io: guardate che non è proprio così, in assenza di un Governo, il Presidente della Repubblica può sciogliere le Camere ed indire nuove elezioni ...
Loro: e dove sta scritto?
Io: ... magari se cercate su google ...
Loro: ... abbiamo visto ... è incostituzionale!
Io: cosa è incostituzionale?
Loro: che il Presidente della Repubblica sciolga le Camere ...
Io: e perché? Non vi seguo ...
Loro: perché c'è una maggioranza eletta ...
Io: ... sì, ma non ci sono i presupposti per una durata della legislatura ...
Loro: queste cose dovrebbero essere discusse e votate da tutti gli elettori sul web!
Io: eh? Intanto c'è una Costituzione ...
Loro: sì, scritta da loro ... da questi morti che camminano ...
Io: loro o altri, resta il fatto che c'è una legge fondamentale la quale prevede ...
Loro: noi dobbiamo fare in fretta e questo qua parla di fesserie, guarda, ti colleghi sul blog di Beppe, o su quello del nostro movimento, e ti scarichi i nostri venti punti per uscire dal buio! E non cercare di nasconderti!
Io: ma non mi sto nascondendo, vi dico le cose come stanno ... ma proprio di quei venti punti volevo parlarvi ... cioè, tutte belle dichiarazioni di principio, ma come intendete muovervi concretamente? Cioè, abolite una legge e come verrà disciplinato quel settore in sua assenza? Insomma, è tutto troppo vago, c'è dentro di tutto ...
Loro: quello è il risultato di un'ampia consultazione sul web ... sai cos'è il web?
Io: lo so, lo so, ma ...
Loro: niente 'ma', è il nuovo modo di fare politica, sul web uno conta uno ...
Io: in matematica le cose starebbero diversamente, magari, ma continuate ...
Loro: sul web la gestione della cosa pubblica non può essere nascosta, ciascuno può collegarsi e controllare che i propri dipendenti facciano il bene di tutti ...
Io: ecco, appunto, quale sarebbe questo bene di tutti?
Loro: che loro se ne vadano, che escano con le mani alzate, che si arrendano!
Io: .... ah .... ecco ...


‎... 

cercare di parlare la stessa lingua con un 5stalle è come guardare sé stessi attraverso uno specchio infranto ... e il problema non è la restituzione di un'immagine non più speculare quanto piuttosto l'assenza di una base comune sulla quale poter discutere ed, eventualmente, convenire ... 

.... oscillo comunque tra due interpretazioni alternative del medesimo fenomeno: o le 5stalle sono il comune decadimento pubblico della società italiana, giunto da originali posizioni marginali alle attuali posizioni di potere potenziale, oppure le 5stalle sono il comune imbarbarimento pubblico della cultura italiana, giunto da originali posizioni marginali, da subcultura foraggiata dalla superficialità del web 2.0, alle attuali posizioni di centralità potenziale in seno alla medesima cultura di massa ... 


.... e temo anche che le due interpretazioni non siano l'una alternativa all'altra, ma siano due facce speculari della stessa medaglia, stavolta però non infranta ...


.... e uscimmo a riveder le stelle ... pardon, la stalle!



(immagine tratta da: https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCXbz2LM3s40zABNyAbioRsQSsDi7DaXV5iVXbB17w9g7RG_Na4COd1ZmVtjl7n3LbWx7a8lHOGg4h6GwnLcwhrvEI7PEtqcRnwg6Fz5ST8EQhVrwtVKpUTgv87FG1kXGZ84NkhWuGYxY/s1600/grillo.jpg)

(invece è possibile approfondire, se lo si desidera, la faccenda leggendo il post di Fabio Milazzo il quale, con consueto stile deleuziano, esamina, con acume, a mio modesto modo di vedere, la triste faccenda ...)






Alessandro Pizzo

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mercoledì 13 marzo 2013

... andrò da mio padre ...

"11 Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. 12 Il più giovane di loro disse al padre: "Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta". Ed egli divise fra loro i beni. 13 Di lì a poco, il figlio più giovane, messa insieme ogni cosa, partì per un paese lontano, e vi sperperò i suoi beni, vivendo dissolutamente. 14 Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una gran carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15 Allora si mise con uno degli abitanti di quel paese, il quale lo mandò nei suoi campi a pascolare i maiali. 16 Ed egli avrebbe voluto sfamarsi con i baccelli che i maiali mangiavano, ma nessuno gliene dava. 17 Allora, rientrato in sé, disse: "Quanti servi di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18 Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò: padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: 19 non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi servi". 20 Egli dunque si alzò e tornò da suo padre; ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione: corse, gli si gettò al collo, lo baciò e ribaciò. 21 E il figlio gli disse: "Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio". 22 Ma il padre disse ai suoi servi: "Presto, portate qui la veste più bella, e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi; 23 portate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto, ed è stato ritrovato". E si misero a fare gran festa. 25 Or il figlio maggiore si trovava nei campi, e mentre tornava, come fu vicino a casa, udì la musica e le danze. 26 Chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa succedesse. 27 Quello gli disse: "È tornato tuo fratello e tuo padre ha ammazzato il vitello ingrassato, perché lo ha riavuto sano e salvo".28 Egli si adirò e non volle entrare; allora suo padre uscì e lo pregava di entrare. 29 Ma egli rispose al padre: "Ecco, da tanti anni ti servo e non ho mai trasgredito un tuo comando; a me però non hai mai dato neppure un capretto per far festa con i miei amici; 30 ma quando è venuto questo tuo figlio che ha sperperato i tuoi beni con le prostitute, tu hai ammazzato per lui il vitello ingrassato". 31 Il padre gli disse: "Figliolo, tu sei sempre con me e ogni cosa mia è tua; 32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato"»"

(Luca 15, 11 - 32)

Come il figliol prodigo, anche noi desideriamo tornare alla casa del Padre, perdonati dalle nostre colpe e riammessi nella pienezza della Grazia. Tuttavia, però, sempre più spesso possiamo incorrere nella tentazione che prende il fratello o nell'atteggiamento negativo di quest'ultimo. Quante volte, infatti, abbiamo indugiato sulle colpe altrui? Quante volte abbiamo caricato eccessivamente le spalle altrui senza notare le nostre di colpe? Quante volte abbiamo rinunciato all'indulgenza in nome di un rigore morale a tal punto radicale da divenire nemico dell'uomo?

L'Evangelo non parla a pochi, ma a tutti, al figliolo che torna e al figliolo che pensava di non essersi mai allontanato, tanta è, infatti, la nostra fragilità.


(immagine tratta da: http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/allegati/31829/figliol%20prodigo.jpg)

lunedì 11 marzo 2013

Update!

Elenco dei prodotti della ricerca

 
 
PIZZO A. (2013). Recensione a: A. Moro, Parlo dunque sono. Diciassette istantanee sul linguaggio, Adelphi, Milano, 2012. APHEX, vol. 7, ISSN: 2036-9972

 
PIZZO A. (2013). Vie della storia, vie degli uomini. Profili per la Secondaria di Secondo Grado. ROMA: L'Espresso - Ilmiolibro, p. 1-104, ISBN: 9788891041098

 
PIZZO A. (2012). What Can (not) Deontic Logic Do for Computer Law. DIRITTO & DIRITTI, ISSN: 1127-8579

 
PIZZO A. (2012). Deontic Paradoxes and Moral Theory. ROMA: L'Espresso - Ilmiolibro, p. 1-48, ISBN: 9788891014184

 
PIZZO A. (2012). Ontologia in Parmenide: come e cosa si pensa quando si dice «è». DIALEGESTHAI, vol. Anno 14, ISSN: 1128-5478

 
PIZZO A. (2012). Nodi critici dell’informatica giuridica. DIRITTO & DIRITTI, ISSN: 1127-8579

 
PIZZO A. (2012). Il contributo di Georg Henrik von Wright alla filosofia del XX secolo. Frammenti di filosofia contemporanea I. p. 401-426, Casa Editrice Limina Mentis, ISBN/ISSN: 9788895881850

 
PIZZO A. (2012). La svolta ontologica in Parmenide: come e cosa si pensa quando si dice "è". Elementi eleatici. p. 357-388, VILLASANTA: Casa Editrice Limina Mentis, ISBN/ISSN: 9788895881720









PIZZO A. (2012). Recensione a Maurizio Ferraris, Manifesto del nuovo realismo. DIALEGESTHAI, vol. Anno 14, ISSN: 1128-5478


(immagine tratta da: https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWofc61RUhefEk2L83kEfsXG_J4NW3O_hm8_-x-FkI7zySgyapS9TflA0Dou_7U-r1swg_EjTUMVPNcfHLUkqEvi9rcn6z7dFUW4zKxYPLQnGk94PdrTxFrWaYt8HhZ4k9wGZBodj0Q82p/s1600/COME+SI+SCRIVE+IL+CURRICULUM+VITAE.jpg)

giovedì 7 marzo 2013

Vie della storia, vie degli uomini

Vie della storia, vie degli uomini: Cosa significa fare ricerca storica? E quali conseguenze ha avuto l'evento della Shoah sulla teologia ebraica? Queste due domanda, apparentemente slegate l'una dall'altra, invece, consentono di introdurre la classe scolastica al lavoro dello storico e al confronto con le problematiche, molto complesse, che il mondo contemporaneo apre davanti ai nostri occhi.

Cosa avrei detto io se fossi un dirigente del partito ...



Sono troppo timido per farmi avanti, ma, immaginando di essere un dirigente del PD, prendendo la parola all'assemblea dirigente di giorno 06.03.2013, questo è quanto avrei detto:

"Cari colleghi, sarò brevissimo perché con i tempi che corrono la velocità dev'essere il nostro segno distintivo, velocità che implichi, però, sintesi, ovvero comprensibilità. Ma, dico, vi siete sentiti stamane? No perché io ho contato X occorrenze linguistiche di livello alto, X occorrenze di proposizioni subordinate, X occorrenze di termini desueti ... dico, vi ritenete comprensibili? E, dunque, anche attendibili? O, per dirla altrimenti, ancora rappresentativi? E, di conseguenza, anche meritevoli di fiducia?

Siamo l'unico partito in grado di perdere, ad ogni consultazione elettorale, su tre fronti diversi: con noi stessi, perché parlando così ogni discussione diventa un mero esercizio retorico interno; con  i nostri stessi elettori, perché parlando così rimaniamo distanti da loro, dalle loro legittime aspirazioni, dai loro legittimi desideri, che, puntualmente, frustriamo, con dolo o colposamente; con i nostri elettori potenziali, perché parlando così assumiamo sembianze fantasmatiche, di morti che parlano di cose morte con una lingua morta ... 


Vogliamo guardare davvero la realtà? Eccola, nella sua crudezza: tanto più parliamo bene, in italiano forbito, quanto più appariremo distanti dalla domanda di politica che sale dal "basso", che proviene dagli elettori. E se appariamo distanti, alla lunga, finiremo per essere percepiti come autoreferenziali, e, quindi, non alternativi rispetto ad altre proposte politiche. Finiamo, pertanto, per essere estranei a quel che, di urgente, si sente bisogno, nei territori e dalla gente. Abbiamo perso le ultime elezioni per nostra colpevole incapacità, e non cerchiamo la grillina foglia di fico, bisogna crescere e guardare avanti. Come? In estrema sintesi, ma andando incontro al lessico ordinario dell'elettore medio, avanzo tre semplici passi:

1. ringiovaniamo questo partito: non soltanto mettendo "facce nuove" qua e là nell'organigramma, ma accettando quel confronto che è possibile oggi tramite le nuove forme della comunicazione (e penso a forum di partito, a gruppi  di discussione del partito, a questionari di gradimento, a sondaggi telematici, a momenti di aggregazione via internet, per i quali, però, la partecipazione sia libera, senza la necessità di doversi registrare alla nostra piattaforma, incontrando la libera partecipazione dei giovani elettori);

2. intercettiamo le domande di politica che provengono dal basso (e penso al desiderio di "speranza" degli elettori i quali, stretti nella brutale gogna della crisi economica, sentono il baratro sotto i loro piedi e vedono allontanarsi da loro i diritti ... vogliamo sì o no divenire promotori di speranza? Offrire un avvenire ai nostri concittadini? O preferiamo che finiscano nelle maglie dei soliti qualunquisti o di chi propugna, a parole, soluzioni definitive ed immediate ai problemi della gente?);

3. riduciamo la sproporzione tra macchina dello Stato e società civile (e penso non solamente ai cosiddetti "costi della politica", cosa lodevole in sé, ma ad una visione generale più vasta e grandiosa che prenda in considerazione il livello di vita dell'italiano medio come riferimento alla grandezza e all'efficienza dello Stato ... una comunicazione trasparente e quanto più diretta, semplice, veloce ... e la possibilità per il cittadino di partecipare attivamente, come cittadino appunto, e non come mero suddito, alla vita dello Stato, della comunità, della città, del territorio di sua elezione ... altrimenti lo Stato si allontana, diventa un'entità astratta, un morto che cammina, un qualcosa di autoreferenziale ...).

Siamo capaci di rinnovamento? Siamo capaci di venire incontro alle reali esigenze della gente? Siamo capaci di raccogliere la sfida? Siamo capaci ancora di intenderci fra noi e di farci capire dagli elettori? Fintantoché, e uso non a caso proprio questa locuzione, useremo parole come 'fintantoché', non saremo comprensibili, e, quindi, appariremo autoreferenziali, e, quindi, saremo visti come non rappresentativi di interessi, e, quindi, ed ancora, non meritevoli di fiducia tramite voto.

A voi giro queste mie riflessioni e da voi tutti mi attendo un onesto e franco esame di coscienza, non per macerarsi sull'ennesima possibilità perduta, ma sulle prospettive che ci attendono. Grazie."



(immagine tratta da: http://www.giornaledelcilento.it/upload/foto_pd.jpg)

mercoledì 6 marzo 2013

L'azienda di Grillo ...


E dopo la sbornia elettorale, facciamoci del male conoscendo la verità del movimento (partito? azienda?) di C. e G.

(dedicato anche a chi, in bona fide, lo ha votato ...)




Ogni commento è superfluo, se fosse vero anche solo un quinto di quanto detto, ci sarebbero gli estremi per un bel "Vaffa" o per un "andate a casa" ... ma si sa, il popolo è bue! :D

martedì 5 marzo 2013

Incompleto!



Gödel era completo? La risposta, come spesso accade, ce la fornisce Odifreddi ...

(leggi qui)



(immagine tratta da: https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqW-p0sYbdtwOEjY2n-aa7mUpXm4RFJPwTiL58UY4UQo-vhxrDx5ZFyBBmOOVO4_6fRUL1dAaZdeKHBC-lueAX1p8woGajUAC8LHBYoHfDWec9gNCgf2p7tDclJX_J6Y-q5COQOcqyCuw/s1600/odifreddi.jpg)


(tratta da: A. Doxiadis - C. H. Papadimitriou, Logicomix, Guanda, Parma, 2010, p. 292)