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lunedì 29 maggio 2017

Zambrano sull'agonia dell'Europa #3

"L’uomo europeo, in larga maggioranza, sembra aver perso completamente questo potere di astrazione, questa aspirazione eroica che lo spingeva a rifiutare la prima cosa che gli si parava dinanzi per andare in cerca di qualcosa di più stabile, fermo, permanente e chiaro cui servire. Ha perduto la radica del suo eroico idealismo"

(M. Zambrano, L’agonia dell’Europa, Marsilio, Venezia, 20138, p. 14)


(url: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/79/Zambrano_late_years.jpg)

giovedì 25 maggio 2017

Zambrano sull'agonia dell'Europa #2

"Indubbiamente, l’Europa ha smesso di avere una sua faccia; indubbiamente si è guastata, e la sua precedente fermezza ha ceduto il posto a un rammollimento. Senza dubbio, alcuni germi occulti nella radice stessa dei principi che la tenevano in vita hanno lentamente corroso questi ultimi"

(M. Zambrano, L’agonia dell’Europa, Marsilio, Venezia, 20138, p. 13)

(continua)


(url: http://www.bnnonline.it/getImage.php?id=867&w=148&h=220)

martedì 23 maggio 2017

25 anni fa ...

Gli anniversari tornano, gli anni passano, e i ricordi assumono quel tipico sapore nostalgico che, immagino, si leghi al proprio vissuto.


Sono passati già 25 anni eppure pare ieri ... La concitazione, la frenesia, i dubbi, le paure, i timori, il fumo, le scene da guerra ... Tutto torna, e tutto resta immobile nel passato con quell'inconfondibile retrogusto amaro ... Per quest'anno ricorderò quel caldissimo ed intenso 1992 con un video che ricorda Emanuela Loi, donna della scorta del giudice Borsellino perché lo trovo emblematico del sapore del dolore come della vita che prosegue.

Buon anniversario a tutti!



lunedì 22 maggio 2017

Letture dal "De Profundis" #3


"La nota dominante di questa guerra è che il popolo italiano, nella sua immensa maggioranza, ha voluto la propria sconfitta [...] l'esercito nostro, pur così valoroso, si sia a un certo punto letteralmente dissolto, travolgendo nella sua rovina l'intero Stato [...] Una siffatta cupido dissolvendi è certamente senza precedenti non solo nella nostra storia, ma in quella di tutte le genti [...] Questa fu invece voluta dal popolo italiano: il "vae victori" col quale egli rispose il 10 giugno 1940 al "vinceremo" lanciato con voce stridula dal suo capo, fu il programma che egli tracciò a se stesso e al quale restò fedele sino all'8 settembre 1943, quando Dio esaudì finalmente il suo voto"

(S. Satta, De Profundis, Ilisso, Nuoro, 2003, p. 55)

Proseguendo nella sua particolare, oltre che unica, interpretazione dei fatti, Satta insiste ancora sul medesimo registro morale e sull'enfasi funerea inerente al degno di riprovazione comportamento degli italiani.

Degna di nota, a dire il vero, è l'insistenza sul desiderio di resa, di sconfitta, sul masochismo italiota che, a detta dell'autore, avrebbe indirizzato gli umori dei più, nella loro immensa, ed invincibile, maggioranza, a combattere contro l'interesse patrio e a volere la resa. Addirittura, essi si votarono alla sconfitta, per brutale che potesse già essere vagamente presagita nel '40, pur di liberare il proprio ego privato rispetto al bene collettivo, di innalzare il particolare sulle spalle, già provate, del generale, l'io sul noi ...

(continua)


(url: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/9/92/Salvatore_Satta.jpg/220px-Salvatore_Satta.jpg)



martedì 16 maggio 2017

Zambrano sull'agonia dell'Europa #1

Zambrano scriveva nel 1940 ma le sue parole sono inusualmente attuali. Sembra, infatti, che scriva oggi nel 2017 ed invece si riferiva a quello stato, culturale e morale, del Continente alle prese con l'ennesimo, il secondo durante il medesimo secolo, conflitto di dimensioni globali. Eppure, sembra così attuale, così viva, così vera, sembra parlare a ciascuno di noi, e con quella forza che solo i classici senza tempo possiedono.

Lasciamo, allora, che le sue lievi parole ci interpellino, ci parlino, ci comunichino qualcosa ...

"Da parecchi anni si va ripetendo: l’Europa è in decadenza. Adesso non sembra più necessario dirlo. Molte persone che lo credono si riferiscono a questo fatto con frasi velate e sorriso ironico, come chi allude a un segreto talmente divulgato che cercare di mascherarlo diventa perfino elegante e misericordioso, seppure così facendo lo si diffonda in un modo ancor più umiliante"


(url: https://img.ibs.it/images/9788831797214_0_0_302_80.jpg)

lunedì 15 maggio 2017

Niente di grave ...

Mi piace Pezzali!

Non per il tono giovanile ed immaturo delle sue canzoni, ma per l'autoironia e per la bonaria etica di provincia. Ecco, non appena di svegli, gli incubi si dissolvono ... e nulla di grave potrà capitarti, nonostante tutto!

Non c'è altro da aggiungere, nei tempi bui che esperiamo, lungo il sentiero che conduce alla speranza!






Non ricordo molto
Di quand’ero piccolo ma
Mi ricordo che
Ero spesso felice


Mi bastava un niente
Mi bastava tanto cosi
Un amico e un raggio
Di sole in cortile


Guerre di soldati e supereroi
Che non morivano mai
Ed i buoni sempre poi
Vincevano


E per tutti i piccoli e grandi guai
Con me c’erano i miei
E la domenica
Non lavoravano


Niente di grave
Tutto si aggiusterà
Niente di grave
Mai ti succederà


Ed i brutti sogni che sognerai
Vedrai dimenticherai
Se scendi dal letto
Poi scompaiono


Ed i sogni belli che sognerai
Vedrai li realizzerai
Perchè poi ogni giorno
Ti accompagnano


Rido di nascosto
Per le strane facce che fai
Mentre giochi e pensi
Che non stia guardando


Come osservi il mondo
Come impari quello che sai
E diventi sempre
Più grande ogni giorno


Tanto poi i soldati e supereroi
Si sa non cambiano mai
E nei giochi i buoni
Sempre vincono


E con ogni mostro che affronterai
Da solo non sarai mai
Mi han mandato apposta
Per sconfiggerlo


Niente di grave
Tutto si aggiusterà
Niente di grave
Mai ti succederà


Ed i sogni brutti che sognerai
Vedrai dimenticherai
Se scendi dal letto
Poi scompaiono


Ed i sogni belli che sognerai
Vedrai li realizzerai
Perchè poi ogni giorno
Ti accompagnano


Niente di grave
Tutto si aggiusterà
Niente di grave
Mai ti succederà
Niente di grave

venerdì 12 maggio 2017

Letture dal "De Profundis" #2

"Questa storia è finita, sia pure come finiscono tutte le storie, per ricominciare: ma fra la storia vecchia e la nuova non c'è il tratto di unione di una vittoria, c'è la soluzione di continuo di una sconfitta. L'esperienza della nostra storia è dunque l'esperienza di una sconfitta, che noi dobbiamo fermare e affidare, così come l'abbiamo vissuta, alle generazioni future. O forse, soltanto a noi stessi, perché di noi, della nostra esistenza si tratta. Dopo quattro anni di guerra feroce, tra i foschi presagi di una pace ancor più feroce, le probabilità di salvezza della nostra vita fisica sono ridotte a ben poco"

(S. Satta, De Profundis, Ilisso, Nuoro, 2003, p. 54)

Come accadeva in precedenza, Satta prosegue sulle note iniziali, ovvero intonazione morale e gusto per il tragico. Dissolto lo Stato, l'uomo qualunque rimane solo, ciascuno solo davanti alla vita, ognuno abbandonato al suo rio destino, deietto innanzi al timore della propria estinzione. Morte, annichilimento, annientamento, sconfitta ... categorie eterogenee che reggono l'impianto di senso soggiacente alla narrazione volutamente accattivante dell'autore, vale a dire narrare dell'egoismo viscerale che esplose senza freni all'indomani dell'armistizio. Dovendo sopravvivere quotidianamente, gli italiani riversarono le proprie energie al problema abissale, evitare la propria scomparsa personale. Ma facendo ciò, ossia agendo, gli italiani sacrificarono la Patria, sopravvivendole. In altri termini, la scomparsa dello Stato etico, così gentilianamente configurato come fraudolamente vissuto dai più, ha salvato le vite dei singoli. Ovvero, rovesciando l'antico adagio morituri patria, gli italiani, pur si aver salva la loro misera e singola vita, hanno sacrificato la patria, ovvero il generale, il bene comune, al particulare, al bene privato ...

Il resto appare sinistramente storia di questi giorni ...

(continua) 


(url: http://www.sandalyon.eu/uploadmeteora2/Salvatore_Satta_14541444236219.jpg)

mercoledì 10 maggio 2017

Chiarimenti ...


C'è sempre bisogno di aggiornamento professionale, soprattutto in materia di inclusione scolastica!

Pertanto, ecco qua!




Buona visione!

venerdì 5 maggio 2017

Letture dal "De Profundis" #1

"La morte della patria è certamente l'avvenimento più grandioso che possa occorrere nella vita dell'individuo. Come naufrago che la tempesta ha gettato in un'isola deserta, nella notte profonda che cala lentamente sulla sua solitudine, egli sente infrangersi ad uno ad uno i legami che lo avvincono alla vita, e un problema pauroso, che la presenza viva e operante (anche male operante) della patria gli impediva di sentire, sorge e giganteggia tra le rovine: il problema dell'esistenza"

(S. Satta, De Profundis, Ilisso, Nuoro, 2003, p. 53)

Il tenore della narrazione è immediatamente fosco e volutamente tragico. D'altro canto, la ricostruzione è meno storica di quanto possa apparire, e tutta giocata sul dispositivo morale: enfatizzare l'atomizzazione del destino personale e, di conseguenza, il venir meno di ogni legame sociale, di qualsiasi solidarietà umana, di qualsiasi legame umano tra i cittadini. Ciò appare propedeutico a far imporre il problema fondamentale per eccellenza per la coscienza morale dell'italiano a seguito dell'armistizio, ovvero come sopravvivere nel marasma del Secondo Conflitto Mondiale ...

(continua)


(url: http://image.anobii.com/anobi/image_book.php?item_id=0195b810a1df9de096&time=&type=4)

martedì 2 maggio 2017

Madre Teresa

Il discorso sottotitolato di Madre Teresa ad Oslo quando ricevette il Premio Nobel per la pace  nel 1979.