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lunedì 17 dicembre 2018

Homer, filosofo #3

“la narrativa possiede la capacità unica di portarci all’interno dei personaggi e delle situazioni che rappresenta senza farci dimenticare la nostra distanza da loro. Si crea ciò che può essere chiamata un’identificazione frustrata. La nostra identificazione con i personaggi è istruttiva perché ci permette di vivere indirettamente moltissimi periodi, prospettive e situazioni differenti. L’assimilazione delle informazioni derivata dall’identificazione viene inoltre facilitata dalla distanza dai personaggi”

(J. Mcmahon, La funzione della narrativa: il valore euristico di Homer, in W. Irwin – M. T. Conard – A. J. Skoble, I Simpson e la filosofia, Isbn Edizioni, Milano, 2005, p. 254)


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venerdì 14 dicembre 2018

Homer, filosofo #2


“A differenza di altre forme letterarie, le opere narrative sono strutturate in modo da incoraggiare i lettori o il pubblico a proiettarsi con l’immaginazione in ciò che viene raccontato. Veniamo trasportati nei mondi che vengono creati e incoraggiati non solo a prendere parte alle azioni descritte, ma anche a identificarci con i personaggi. Questo coinvolgimento produce effetti euristici unici […] Stimolando l’identificazione attraverso l’immaginazione, la narrativa ci offre “il senso di ciò che si prova a sentire, vedere e vivere in un determinato mondo”. Grazie a questa identificazione è possibile raggiungere una comprensione maggiore”

(J. Mcmahon, La funzione della narrativa: il valore euristico di Homer, in W. Irwin – M. T. Conard – A. J. Skoble, I Simpson e la filosofia, Isbn Edizioni, Milano, 2005, p. 249)




(url: https://pictures.abebooks.com/PRIMEEDIZIONI/20690074030_2.jpg)

mercoledì 12 dicembre 2018

L'andamento della parola ...

“L’andamento mosso della parola, in cui improvvisamente, tra amici dediti senza invidia alla ricerca, si accende improvvisa una luce […] una verità che accade e si manifesta senza mai potersi davvero trasformare in stabile possesso. Una verità che non viene prodotta dal parlante, ma scoperta”

(U. Perone, Il racconto della filosofia. Breve storia della filosofia, Queriniana, Brescia, 2016, p. 27)


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lunedì 10 dicembre 2018

Homer, filosofo #1



“Mentre i filosofi hanno spesso riconosciuto nella narrativa letteraria uno strumento inadeguato per comunicare la verità, hanno considerato il loro mezzo di espressione ideale per descrivere la vera natura delle cose. Nussbaum ci fornisce motivi per mettere in discussione quest’affermazione sostenendo che la prosa filosofica tradizionale è limitata perché tende verso l’astrazione e privilegia la ragione a spese dell’emozione”

(J. Mcmahon, La funzione della narrativa: il valore euristico di Homer, in W. Irwin – M. T. Conard – A. J. Skoble, I Simpson e la filosofia, Isbn Edizioni, Milano, 2005, p. 244)





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giovedì 6 dicembre 2018

Vacanze in USA #17



Bonus!

Avevo dimenticato la curiosa Arca in America ... Rimedio subito con questo ultimo post sulle nostre vacanze in USA!

Una strana Arca …

Una domenica mattina quattro americani ci hanno ficcato su due auto e portati on the road in una oscura località distante alcune ore di viaggio. La meta? The Ark of Noah! Non ne avevo mai sentito parlare, mia moglie ricorda una qualche puntata di Angela figlio sull'argomento, ma eccoci qua. Migliaia d8 visitatori, intere comunità parrocchiali o spirituali con tanto di maglietta personalizzata, famiglie Amish, coppie di esaltati con indosso messaggi spiritual … il personale è tutto uguale, sembra  stampato in serie ma a me ricordano i personaggi della Casa nella prateria, eccezion fatta per il colore turchese acceso. E poi mi chiedo come possa essere organizzato un parco divertimenti a tema Arca di Noè. Lentamente, ci caricano dalla biglietteria su dei bus e ci conducono all'installazione vera e propria. Dieci - quindici minuti. Finally, l'enorme edificio in cemento si staglia davanti a noi. Non vedo giostre. Saranno tutte dentro? Intanto, anche se senza fretta, entriamo. Parco divertimenti? No, vorrebbe essere una ricostruzione realistica dell'arca. Lo spazio interno è quasi interamente occupato dalle gabbie con gli animali… la lucertola, l'orso, il dinosauro, …  il dinosauro? Cosa? Centinaia di gabbie con dinosauri sconosciuti … cioè Noè avrebbe salvato dal Diluvio coppie di dinosauri? Sarà uno scherzo … E invece no! Dopo le prime foto, lascio perdere. Il tour prosegue, ma diventa sempre più imbarazzante. Pannelli ti raccontano che il mondo ha cinquemila anni e che il global warming è un'esigenza scientifica non suffragata… ok … inoltre scopro che Noè aveva le carte nautiche e che sedevano su tappeti intrecciati … carte … nautiche! Ogni piano presenta delle piccole proiezioni di strane clip accompagnate da urla entusiastiche dei visitatori … ok, l'uscita? Finalmente fuori, il retro è occupato da ristoranti, gelaterie e negozi, come nella migliore tradizione americana ma anche da un piccolo zoo. E qui mia moglie è mio figlio decidono, sotto una canicola insopportabile, di fare un giro sul dromedario. Mentre in lontananza prendiamo congedo dalla bizzarra arca americana, guardo la linea regolare della sagoma della nave e non posso che pensare a Star Trek. D'altra parte, la forma esterna potrebbe benissimo andare bene anche per una nave spaziale. D'altro canto, per gli autori del sito, l'arca doveva essere autosufficiente, producendo da sé il cibo e consentendo lo smaltimentodei rifiuti. Noè. La stazione orbitale!


The Ark

lunedì 3 dicembre 2018

Vacanze in USA #16


Appendice. Ballare nel blu dipinto di blu …

Per il viaggio di ritorno, faremo la staffetta prendendo tre diversi aerei: il primo, da Cincinnati a Detroit; il secondo, da Detroit a Roma; ed, infine, il terzo, da Roma a Palermo. Yuppye!!! Sulla pista di decollo del primo aereo, improvviso annuncio del comandante “è in arrivo un temporale, ci sarà un ritardo". Ops … tempo alcuni minuti e viene giù un diluvio. A quanto pare, cosa piuttosto normale da queste parti, sole e caldo seguito da paurosi ed intensi rovesci. Passano i minuti, la perturbazione cessa e l’aereo si muove. Decolla e … si aprono le danze! Un passo a sinistra, due a destra, un rovescio e un sussulto… e poi di nuovo daccapo! Mia moglie, al mio fianco sinistro:”mettiti comodo, sarà tutto così!”. E così fu! Cinquanta minuti di rumba e rockin’ roll! Eppure, guardi fuori dall’oblò e vedi solamente corpose nuvole bianche… come possono essere così perfide? Ma no! Invece poi … comunque, atterrati ci attende una bella corsa nel terminal, un lungo corridoio sino al gate che ci interessa. Espletate le procedure, ci accingiamo al decollo.

Sin da subito, il velivolo ha preso a ballare il tango in aria. Ad un certo punto, anche un vuoto d’aria e mentre qualcuno avanti si abbandona ad urla di panico, mio figlio accanto alza le braccia in alto ed urla allegro “weee" (il verso che si emette durante le attrazioni al parco giochi). Buon per lui!


Ora immaginate questo tango ballato per le otto ore di volo … eccezion fatta per una breve parentesi dell’Atlantico.


Atterrati a Roma, ci attende l’ultimo volo. Personalmente, confido nel cambiamento climatico ma dopo 40 minuti di volo, una hostess fa ad uno steward “faccio io il check perché tra poco c’è la turbolenza". Turbolenza? Quando? Il volo sta terminando… manco il tempo di sviluppare questi concetti che si illumina la spia ‘cinture allacciate’. E vai! Altro giro di Break Dance in cielo. Wow!!!


Infine, atterriamo a Palermo, ballando e rullando sul pelo del mare …



Good bye, America!

venerdì 30 novembre 2018

Arthur Schopenhauer


Dalla pregiata filosofia della vita, un breve video su Schopenhauer.

Buona visione!



POST SCRIPTUM

a breve seguirà un video del sottoscritto sulla controversia che oppose Arthur ad Hegel ... stay tuned!

lunedì 26 novembre 2018

Vacanze in USA #15

The Last Day. Nome in codice Goldfish

Dopo aver visitato lo zoo di Cincinnati, i nostri anfitrioni decidono di offrirci l’ultimo divertimento, ovvero una visita al locale Acquario di Newport. Certo dopo la doppia visita dell’acquario di Genova le aspettative sono alte, ma bisogna pur provare. Prime impressioni. Enorme edificio dalla vaga forma poligonale e compatta dall’esterno. Ma si accede tramite il parcheggio sotterraneo, ovviamente a pagamento. Una sbarra si alza e cerchi un posto libero. Dopo prendi un ascensore o le scale e sali due livelli sopra. Le ante dell’ascensore, sul quale è caduta la nostra scelta, si aprono ma non dell’acquario. Su una sorta di parco chiuso … No, un centro commerciale a cielo aperto. Eh, sanno il fatto loro questi americani! Finalmente, raggiungiamo l’ingresso dell’acquario. Guai provare a pagare noi il conto, con i nostri ospiti è una guerra persa. Entriamo. Prime vasche … inizialmente comincio a pensare che Newport è un piccolo centro e che non c’è molto da attendersi. Poi scorgo un corridoio dove, al posto del soffitto, v’è una vasca … wow! Terminato il corridoio, si susseguono altre vasche, lo spazio touch, ii negozio, la foto d’ingresso … cosa aggiungere? American Dream! No, quello non c’entra. Sanno il fatto loro. Ma il segreto dell’operazione acquario è il suo codice: Goldfish!

venerdì 23 novembre 2018

Vacanze in USA #14

Sul fiume Ohio by boat

Domenica pomeriggio, giusto per tenerci leggeri, ci rechiamo a Newport, località fluviale a poca distanza da Fort Thomas per compiere una piccola crociera in battello. Ora dovete sapere che il fiume, che prende il nome di Ohio, è il confine naturale di due diversi stati, l’Ohio appunto, e il Kentucky, ove risiedono i nostri parenti americani. Bene, il Cincinnati Boat, che parte da Newport e costeggia la costa sul lato del Kentucky, segue per un breve tratto il fiume. Pertanto, la crociera ha luogo a cavallo di due stati differenti, a sinistra l’Ohio, con vista su Cincinnati, a destra il Kentucky.


Ma prima del piacere, il dovere. Dunque, prima di spalare gli ospiti vengono fatti accomodare in plancia per gustare le pietanze della cambusa. Ovviamente, gli interni, come il servizio, pur essendo comunque decenti, sono inferiori al livello sin qui mantenuto. Non è lusso - il tutto mi ricorda il corto d’esordio di Michelino Mouse, pur essendo il battello del 1991 mentre il corto del 1928 - ma mica si può pretendere! Tutto a buffett: si prende quel che si vuole. Ovvero, insalata, salse, crostini di pane, due tipi di pasta, due tipi di secondi e infine, dulcis in fondo, diversi tipi di vera cheesecake americana … wow! Al ritorno, la bilancia chiederà il divorzio, ma pazienza!



Finito il dovere, ecco il piacere. Si sale in coperta, si prende posto su una delle sedie a disposizione e si gode della traversata …



Bye bye America!




venerdì 16 novembre 2018

Vacanze in USA #13

Quanto sei bello, a cavallo del destriero!

Avendo solo in minima parte ricompensato i nostri generosi anfitrioni con una scultura in legno, raffigurante un orso nero con il cartello Welcome, questi ultimi hanno deciso di accontentare mia moglie. Come? Con un bel giro a cavallo! Ya-ahhh! Sei uomini di città in groppa a sei cavalli in un esercizio commerciale a ciò dedito. Una stalla, tanto fetore di cavallo, suolo selciato, un bagno, sei cavalli e sei galoppini. La prima reazione è ‘su quel ronzino, mai!’ Poi vedi che tuo figlio a sei anni è contento in sella al suo cavallo, alto quanto il tuo, e allora prendi coraggio o disperazione. Peraltro, se mia moglie tutta contenta è già in groppa al suo destriero, mica potrò tirarmi indietro no? Inoltre, sono l’ultimo.


I mandriani ci hanno messo in fila ed hanno abbinato i cavalli ai futuri cavalieri. A me è toccato Blossom. Non so se femmina o maschio, ma sa di confortante. Mi ricorda anche una sitcom di molti anni fa. Aiutato dal mandriano, sono seduto sulla sella a due metri da terra … oh mamma! Ma chi me l’ha fatto fare? Dicono che i cavalli conoscono la strada e che noi dobbiamo solo tenerci saldi alla sella … e chi la molla? Manco il tempo di prendere fiato che la colonna si muove. Wow!


Il sentiero si snoda per la foresta, ora in salita ora in discesa, con alcuni attraversamenti di fiumi o ruscelli. Talvolta, il fondo è così bagnato che stento a credere Blossom possa avanzare e non restare impantanato/a. Come alla prima curva. ‘ora restiamo affossati qua’, mi dico ma il mio destriero mi stupisce. Ma mentre i quattro cavalli davanti a me seguono la stessa traiettoria, Blossom è autonoma/o e decide di battere un terreno un po’ più asciutto, ora sul bordo del sentiero a precipizio sul burrone ora a strusciarsi sugli alberi Oak della foresta. ‘ma dove vai, Blossom?’, gli/le dico esasperato. Ma lei/lui pare dirmi ‘la so lunga, lasciami fare'. Intanto, devo schivare rami, foglie e gocce d’acqua che scivolano indolenti dai rami superiori. Ogni tanto giungono urla da davanti, ‘attenzione’, ma a cosa? ‘tenetevi forte’, ma perché? ‘schiena in avanti’, cosa? ‘schiena indietro’, se torno sano e salvo … il tempo pare non passare mai. Ricomincia a piovere. Povero me! Ad un certo punto, mi si sono appannati gli occhiali, why always me? Mi prude il naso, con la mano sinistra cingo forte la sella e tengo le redini mentre mi gratto il naso. Oppure, mi aggiusto gli occhiali sul naso. Blossom mi dà uno scossone ed io ‘ohhh, buono - ho usato il neutro, si sarà offeso/a? - Blossom! Fai il bravo cavallino’. Dietro di me, mio suocero parla con il suo cavallo. Servirà? Nel dubbio, comincio a farlo anch’io. ‘piano, Blossom’, ‘attento, Blossom’, ‘bravo cavallino’ … insomma, ho capito cosa significhi dire ‘sussurrare ai cavalli’. Salita, discesa, curva, tornante, rami sporgenti dal terreno, sassi scoscesi, pozzanghere d’acqua fangosa, escrementi di cavallo, unghiate d’orso sulla corteccia degli alberi. Il tour pare non finire mai. Certo mica si corre lungo lo stretto e disagevole sentiero tra i boschi, ma è la mia prima volta. Ogni tanto scorgo in lontananza e tra le fronde avanti a me la figura in rosso, per via della giacca, di mio figlio, serio, erto e sereno in groppa al suo cavallo apri fila ed allora mi faccio coraggio, ‘bravo Blossom, ora piano, ora forte, ora frena’. Lui/lei a volte sembra obbedire, a volte continua ad andare per la sua strada. Il cavallo davanti a me, sul quale siede mia suocera, ogni tanto si ferma e si mette a brucare l’erba sul selciato. Oh bella! ‘E se si mette a farlo anche Blossom?”. Per fortuna, non l’ha fatto. Placido/a placido/a ha proseguito la sua passeggiata. Improvvisamente, il mandriano alla testa della colonna emette un urlo incomprensibile e i cavalli si fermano. Perché? Siamo in mezzo al nulla! Finisce qui il tour? Ora vedo il cavallo davanti a me che orina in mezzo al sentiero. Poi ci avrebbero spiegato che i cavalli dovevano fare la pipì. Wow! Ricomincia la marcia, up & down. Ovviamente, quando Blossom attraversa i corsi d’acqua o le pozze particolarmente ampie, gli schizzi arrivano ovunque e tu preghi che sia solo fango di foreste d’Oak, e nient’altro. Ad un certo punto, mi fa male il rene sinistro, ‘sarà stato lo sforzo per salire in groppa’, mi dico ma intanto nel bel mezzo di nulla mica posso fermarmi o scendere, ‘E chi mi aiuterebbe a farlo?’. Incurante del dolore, vado avanti, bevo l’amaro calice e resisto. ‘Certo che se mi vedessero i miei alunni …’, per fortuna non accadrà! Intanto, però, ancora non si vede l’arrivo. Mi pare di girare intorno ma il sentiero è sempre diverso, pur essendo simile. ‘ma quando finisce?’, comincio a ripetete sempre più frequentemente, scatenando le ire funeste di mia moglie, due cavalli più avanti ed entusiasta del giro a cavallo. ‘chi doveva dirlo che a 38 anni suonati sarei andato a cavallo per la prima volta in vita mia in USA?’, ma solo la foresta presta attenzione ai miei vaneggiamenti. Ogni tanto il mandriano lancia urla improvvise oltre che inspiegabili. Dev’essere così che si fa in America! Altra salita, altra discesa, curva a destra, curva a sinistra … ‘bello, ma dieci minuti erano più che sufficienti!’, nessuno presta attenzione al mio delirio. Improvvisamente, proprio quando medito di gettarmi giù dal cavallo, la luce: mia moglie si volta e fa ‘siamo arrivati’. Ed è vero.


Ultime foto, parte del service, ovviamente a pagamento a parte - l’ho già detto ‘gli affari sono affari? - E sono giù. Solo non capisco… perché cammino con le gambe divaricate? Ah sì, mi sento proprio un cowboy! Ya-ahhh! Giorno de: anche il prof nel suo piccolo cavalca!


Il prof a cavallo

domenica 11 novembre 2018

Un odio teutonico

Setting: corso sul Digital Story Telling
Argomento: Schopenhauer


Bene, ed ora? Aspetta … niente panico … dunque, cosa possiamo fare? Ma certo!
Imbastiamo un racconto con l'odio tra i due come filo conduttore!
La storia si scrive praticamente da sola!


Di seguito il mio primo tentativo di Story Telling.


Non siate troppo critici, mi raccomando!


In fondo, sono soltanto un docente della vituperata scuola pubblica italiana (e non Alberto Angela)!


venerdì 9 novembre 2018

Vacanze in USA #12

The Magician

Il locale dove ha sede lo show è situato nei pressi del …. Un edificio costruito a testa in giù! Letteralmente! Pavimento in  su e tetto conficcato nel terreno. Appena entri, a destra trovi la biglietteria, davanti il bar con il pop corn, il pretzel e le bevande e a sinistra la cassa … già, una cassa perché tutto l’androne pullula di banconi ed espositori di felpe, magneti, profumi, peluches e altro ed una cassa servirà per poter acquistare questi articoli. Non trovate? A proposito, mia moglie è andata in bagno e nel dispenser del sapone per le mani ha trovato uno scrab al cocco. Terminato il tutto, un cartello l’ha avvisata che lo stesso prodotto si può trovare al negozio… magia del marketing!


Prima di entrare in sala, foto di rito. Finalmente, accediamo in sala, uno spazioso locale tipo cinema con comode poltroncine. Ovviamente, c’è un tizio che va avanti e indietro con una cassetta piena di tubi fluorescenti, a pagamento s’intende. E mio figli ha avuto l’ennesimo gadget! Ovviamente, grazie ai nostri generosissimi anfitrioni! Mentre attendiamo lo show, una carina ragazzina porta sorridente la nostra foto già sviluppata e incorniciata… stavolta, è stranamente, la rimandiamo a mani vuote. Try again! Poi però l’abbiamo ritrovata come ballerina all’interno dello spettacolo. Già, lo spettacolo … il Magician Darren Romeo fa la sua comparsa ed è subito show! Altro che i nostri prestigiatori! Questo canta, balla, intrattiene il pubblico direttamente e vola! Sì, vola, sul palco e sul pubblico!!! Magnifico! Ne valeva davvero la pena! I nostri ospiti la sanno lunga e vogliono per non solo il meglio di Pidgeon Forge! Trucchi eccezionali e resa ottimale! Silvan è un dilettante al confronto. Ma si tratta di due tipologie diverse di spettacolo, qui in USA lo show è a tutto tondo, sul palco, in platea, il mago perla, canta, balla, vola, incanta, inganna … forse potremmo imparare qualcosa, if we prefer. Su quel palco abbiamo visto comparire un’oca, una tigre bianca, un cavallo, una lince, vari bambini e adulti guest star dello spettacolo. Momenti di ilarità si sono accompagnati a momenti di mero stupore per la resa scenica o illusionista dei trucchi. Non un semplice mago e qualcosa più dell’illusionista, Darren Romeo si è anche esibito in virtuosismi canori e di ballo, profondendosi anche in momenti di imitazione di cantanti e personaggi della cultura americana.


Tornerò presto a provare gli spettacoli di Romeo.



Stay tuned. Forthcoming: nella prossima puntata, il prof a cavallo! Si, avete letto bene, a cavallo, in perfetto stile cavallerizzo dei boschi.


Ya-haaa

sabato 3 novembre 2018

Vacanze in USA #11

Al Vecchio Mulino

L’Old Mill è un ristorante che riproduce un antico mulino ad acqua, impegnato nella macinazione del granturco. Struttura in legno con cucina tipicamente americana. Porzioni generose e cura costante nel garantire il pieno dei bicchieri per la bevanda scelta (acqua, coke, tea, and so on). Personalmente, ho preso una porzione di tacchino cucinato come per il Thanksgiving, accompagnato da una patata dolce, davvero delicious, salsa ai mirtilli. Ma prima abbiamo consumato una zuppa d’avena, leggermente piccante, del pane d’avere accompagnato da butter, e insalata italiana, condita con salsa all’aceto.


Magnifico!

E Siccome during queste vacanze americane stiamo facendo la dieta, ma non quella dimagrante, non poteva mancare il dolce … yummi!!! Ed ecco una porzione di gelato al mirtillo … no comment! Infine, veramente digiuni, abbiamo abbandonato la nostra posizione e salutato il locale. Ora capisco perché è sempre colmo di gente e come mai l’americano medio ha dimensioni large! Una curiosità prima di completare. Alcuni negozi attorno al Vecchio Mulino, una rivendita di ceramiche Home Made, e un negozio di articoli casalinghi, offrono al cliente degli articoli griffati ‘Old Mill’ … coincidenza? O forse  business? Noi italiani abbiamo ancora da imparare su come si crea e si sviluppa un ‘brand’! Poi ci sarebbe pure da imparare sulle patate dolci, ma questo sarebbe solamente un mio capriccio.


La notte ho dormito, nonostante la sazietà e nonostante il fiume adiacente alla baita ingrossato per la giornata di pioggia e che non cantava più dolcemente, ma urlava come un soprano infuriato. O giù di lì!



Stay tuned, domani ci attende lo spettacolo di magia!



mercoledì 31 ottobre 2018

Vacanze in USA #10

Sali a bordo, viso pallido!

Purtroppo la giornata piovosa ha impedito stamane di andare a cavallo. So, democraticamente, abbiamo deciso di ripiegare sulla riserva dei Cherokee, circa un’ora by car da Gatlinburg. Prima, però, urge fare colazione all’americana. Eccoci dunque al Crockett’s Breakfast Camp per fare il pieno di pancake e Maple Syrup! Mmm!!! Ah, il pioniere Davy “Crockett” Maple originario di questi luoghi, è nato nel 1840 e sposato nel 1928, ma la sua statua lignea regala un’immagine diversa, più umana, di quella celebrativa veicolata dalle pellicole Made in USA. Strano, ma vero. Ovviamente, siccome normally nessuno cucina qui, bisogna fare la fila per fare colazione, causa sold out! Anche questo è business: trasformare una situazione in soldi! Possiamo imparare, no? Una volta dentro un'ambientazione da polveroso west accoglie il cliente. Barilotti, vasche di metallo, selle, tavole in legno, incudini, tende e basse lanterne che fanno tanto atmosfera di un passato consegnato al mito. Ya- ahhh!!!


L’ho già detto che la colazione media americana prevede uova strapazzate, acqua, caffè, bacon, waffle, pancake, te o coke, rotolo alla cannella? Sì? Beh lo ripeto! Un consiglio: meglio assaggiare un po’ di tutto perché, non essendo abituati, si rischiano dei problemi intestinali. Ma la ragione di queste colazioni pantagrueliche è semplice. I ritmi americani sono diversi dai nostri. Qui la casa non la si vive, vi si dorme e basta. Per il resto della giornata l’americano corre di qua e di là, a bordo degli horses d’acciaio e vive girovagando di negozio in negozio. Pertanto, consuma solo due pasti al dì, la colazione e la cena. Il pranzo infatti è più uno snack da Street Food o Hand Food. Sazio, satollo e con un principio di acidità, mi alzo dal tavolo e seguo gli altri alla prossima tappa: la riserva Cherokee.



Un’ora di strada a velocità sostenuta, attraversando per intero il Great Smoky Mountains National Park, superando il Tennessee e sconfinando nel North Caroline. Varcato il confine, ecco il villaggio dei nativi americani. L’atmosfera da giocoso sogno di Glatinburg evapora nei colori caserecci e grigi di tettoie di metallo, reti zincate e negozietti in stile zingaresco gettati sulla strada principale. Tutto molto poco caratteristico, ma la morfologia degli abitanti è decisamente diversa dagli altri abitanti della zona IN degli USA. Carnagione scura, neri capelli lunghi, occhi neri, anima perduta nel retaggio culturale di cui dovrebbero far parte e che sentono di non rispecchiare più, soggiogati dalla concorrenza della modernità. Eppure, sono disponibili a vestire con chincaglierie di plastica, simili a quelle originarie del loro clan, e a svolgere alcuni balletti rituali della loro cultura. Un’esibizione breve ma dall’indubbio sapore amerindo sulle forze della Natura, dalla Tartaruga all’Aquila! Ovviamente, sono bene accette le mance dei turisti. Come si dice dalle mie parti, “the business is the business"! Il resto di shops è uno show di pacchianerie Made in China sul quale stendo un velo pietoso. Degno di nota, invece, è il museo dei Cherokee. Qui viene narrata la triste storia dei nativi americani scacciati a forza verso West, con l’interruzione della loro storia. E attraverso i resti della loro civiltà, maschere, pipe, punte di freccia, lance, rivive l’anima orgogliosa dei Cherokee. Sicuramente, non l’anima spenta del nativo che ha cantato e ballato per noi.



Di ritorno, la stessa pioggia dell’andata ci ha accompagnato lungo i tornanti delle montagne. Ma il nostro generoso anfitrione di volta in volta si fermava negli appositi spazi di overlook per farci ammirare le nuvole impigliata tra i monti. Le Smoky Mountains, appunto!



Tornati in città, ecco la notizia. Non ceneremo in cabin nei pressi del Singing River, peraltro assai ingrossato oggi per la lunga pioggia, ma all’Old Mill. Un locale presso il quale avevamo provato a cenare alcuni giorni prima, ma senza successo a causa della lunghissima lista d’attesa. Riproveremo oggi. Come diceva mia nonna, try again!

Stay tuned!

lunedì 29 ottobre 2018

Vacanze in USA #9

Cena con spettacolo

Siccome negli USA non si mangia, non si beve e ci si annoia, i nostri anfitrioni decidono di portarci in una sala dove si mangia seduti, rigorosamente con le mani, e si assiste ad uno spettacolo cowboys in tempo reale. Bene, questo favoloso luogo, difficilmente ripetibile nelle arene nostrane, si chiama Dolly Parton’s Stampede! O, altrimenti, impresa fabbrica soldi, per i titolari. Poi c’è sempre la conversa, ovvero fabbrica mangiasoldi, per gli avventori. Un immenso parcheggio, di consueto pulito, ordinato e arioso, ti accoglie. Per accedere al caseggiato si passa accanto alle stalle dei cavalli. Lo spettacolo è infatti a cavallo. L’ho già detto? Fa’ niente! Superate le stalle, un cartello bene in evidenza avverte che non è possibile entrare con vivande, una cosa piuttosto ovvia a mio modo di vedere, coltelli, cosa anch’essa piuttosto ovvia a mio onesto parere, e, udite udite, armi … sì, armi! Nel Paese ‘God and Gun’,vi sono poche eccezioni alla legge del Far West, ovvero le scuole, l’università e questa attrazione! Alla reception, degli addetti controllano le tue borse … insomma, stiamo andando ad una cena, no? Sarà pur un luogo di divertimento, no?


Eppure … Un lungo corridoio ti conduce ad un angolo dove due esuberanti giovanotti ti fanno accomodare davanti ad uno schermo verde e ti scatta delle fotografie, che in seguito puoi tranquillamente acquistare in sala durante lo spettacolo. Dopo ci si accomoda su tavolate lunghe e sottili ove un trio folk intrattengono, suonando e cantando dal vivo, gli avventori per circa trenta minuti. Ovviamente, se vuoi, se proprio lo desideri, puoi ordinare del pop corn o del nachos e delle bevande. Dico ‘ovviamente’ perché questa consumazione non è prevista nello spettacolo per il quale si è pagato il biglietto. Come dicevo poc’anzi? Fabbrica produce soldi. O mangia soldi. A seconda del punto di vista, ovviamente. Lo spettacolo è accompagnato dai lazzi del trio, che si reggono il gioco, interpretando degli specifici ruoli, favorendo nel pubblico una immedesimazione emotiva, e cercando l’interazione attiva con quest’ultimo. Il pubblico, dell’anziano disabile in terza fila, all’adolescente annoiata in prima, alla donna obesa in seconda fila, al non più giovanissimo uomo in quarta fila con cappello da cowboy e atteggiamento da duro, al timido bimbo complessato o disagiato in seconda fila, partecipa con risa, urla di giubilo o cantando al seguito del trio. Insomma, benvenuti in America! Spettacolo allo stato puro. Avremmo da imparare, non trovate? Terminato il pre - show, la gente sfolla verso le scale e, tramite il piano, superiore, si accede infine all’enorme arena dove assisteremo allo spettacolo e consumeremo il nostro frugale pasto. Se i romani organizzavano gli spettacoli pubblici con le corse dei cavalli, gli americani sanno fare di meglio. Ovviamente, i  nostri limiti di anfitrioni ci hanno regalato lo spettacolo nella prima fila … Wow! Ai nostri piedi, un’arena chiusa animerà lo svago.


Le luci si abbassano, inizia lo show! Entrano uomini e donne a cavallo, gli uni vestiti di rosso e gli altri di blu. Bene, dovete sapere che la località di Pidgeon Forge si trova nel Tennessee, ovvero nel regno della Confederazione. Ebbene, lo spettacolo inscena la rivalità tra Nord e Sud, gli artisti vestiti di rosso rappresentano il Nord mentre quelli vestiti di blu il Sud. L’arena è, a sua volta, divisa in nordisti e sudisti e il pubblico è invitato a partecipare alla rivalità, con fischi e urla di approvazione rivolti ai rappresentanti della propria fazione o con fischi ed urla di disapprovazione ai colori avversi. Alla parola ‘Stampede’ tutti devono battere i piedi sul pavimento di legno. Ho già detto che in questo angolo di USA tutto è fatto con il legno? Bene, sappiate comunque che il baccano sa essere coinvolgente. Si svolgono varie acrobazie volanti o a cavallo. Tutto perfettamente sincronizzato e con eccezionali livelli di professionalità, nonostante la voluta impressione di vita quotidiana. V’è anche un character in salopette e berrettino che impersona lo stereotipo del bifolco c'entro americano. La sua funzione mi pare lampante: spezzare il ritmo serrato delle esibizioni artistiche con gag con il presentatore.


Ma aspettate di sapere il resto …


Bene, sì svolgono anche alcuni momenti di gioco in arena con il pubblico pagante. Avete capito bene. Si paga e si partecipa allo show! Ovviamente, per volere dei nostri munifici ospitati, il sottoscritto viene chiamato a partecipare ad uno dei giochi. La nostra cameriera di settore mi prende in consegna e mi indica dove andare. Scendo in un settore compreso tra i due semicircoli di nordisti e sudisti e incontro due cow boy dello staff. Energumeni di due metri e passa, per tacere della stazza complessiva. Un altro tizio mi raggiunge, è il mio sfidante, il nemico nordista. Il cow boy ci illustra cosa succederà e come funzionerà il gioco. Alla fine ci chiede se abbiamo capito e insieme rispondiamo ‘yeah, ok’. Inutile, forse, aggiungere che non ho capito un bel nulla. Ma ormai è tardi. Veniamo chiamato dallo speaker, il cancello si apre ed entriamo nell’arena accompagnati dalle urla degli astanti. Ora so cosa potevano provare i gladiatori… ma la mia è una farsa gioiosa. Come gladiatori impacciati, avanziamo a fatica tra la polvere verso il centro dell’arena, con l’andatura da cowboy, questo ci era stato chiesto di fare, e questa è l’unica cosa che ho capito. Ci vengono chiesti i nostri nomi e i due membri dello staff ci collocano l’uno davanti all’altro in corrispondenza della diversa appartenenza territoriale. Il gioco è semplice, tre lanci per centrare un anello posto a dieci metri davanti a noi. Semplice, a parole. Nessuno dei due c'entra l’asta, ma il nordista colloca i suoi ferri da cavallo più vicini dei miei all’asta. Lui wins, io lose. Game over. E riceve una medaglia in premio. Torno mesto al mio posto, qualcuno dei sudisti mi guarda sorpreso, io filo via. E termino la mia cena. In ordine, abbiamo consumato: una zuppa; un biscotto salato aromatizzato; un pollo (intero); una fetta di pancetta; una mezza patata; una mezza pannocchia di granoturco; una fetta di pane; una sfogliatina di mela e cannella. L’ho già detto che gli americani amano la cannella? Che la mettono ovunque? No? Bene, ora lo sapete.


Terminato lo show, la gente sfolla per una direzione diversa da quella di arrivo. Anche perché mentre noi ci avviamo all’uscita, altri stanno assistendo al pre - show del trio folk di prima. Ricordate? No? Male! Comunque, danno tre spettacoli al giorno, il primo alle 15:30, il nostro; il secondo alle 18:30 e il terzo alle 20:30. Chiaro? Mille posti per volta, tutto sold out! Ho detto tutto. Uscendo, però, ci costringono a transitare per un negozietto di souvenir a tema Stampede. Altri soldi, altro business! Ma qui vendono una riproduzione della medaglia che non ho vinto. I nostri anfitrioni l’acquistano e me la donano. Bene, anch’io ho vinto qualcosa durante questo straordinario soggiorno in USA e stanotte dormirò da vincente!


Purtroppo, sulla via del ritorno l’insegna di Krispy Kreme è accesa di rosso.


Allora bisogna farvi una capatina perché le donuts sono appena sfornate. Una goduria che si scioglie in bocca … mmm … valeva la pena fermarsi! E comprendo anche la sfrenata passione di Homer Simpson per le ciambelle.


Domani, meteo permettendo, andremo a vedere i Cherokee oppure a fare un giro sui cavalli.

Restate connessi, ne leggerete delle belle. O delle brutte! Chissà!

giovedì 25 ottobre 2018

Vacanze in USA #8

Il Villaggio di Santa Clause

Scesi a Gatlinburg, torniamo un giorno sulla via principale lungo la città commerciale, giungiamo a Pidgeon Forge. La città di giorno appare un pochino più spartana della scintillante città notturna, ma la spinta compulsiva a spendere nel frivolo e nel superfluo é la stessa. Così, avendo prenotato per il primo pomeriggio dei posti in un locale ove si assiste ad uno spettacolo a cavallo mentre si consuma un pasto in american style, i nostri anfitrioni ci portano al Villaggio di Babbo Natale … un enorme store monotematico: decorazioni ed articoli natalizi per tutti i gusti e tutte le tasche! Babbini, alberi, luci, carte decorative e per regali, Grinch, Rudolph, in legno, in plastica, in gomma, morbidi, rigidi, delicati, kitsch! Nel frattempo che giri per l’enorme edificio dolci melodie natalizie ti fanno sentire dolce e spensierato! Naturalmente, diventa impossibile resistere e così anche noi abbiamo comprato. Ancora, non ho capito cosa, ma qualcosa a tema natalizio!


Curiosità! Mica poteva mancare la sezione di Halloween, no? Così teschi in abiti natalizi, zucche più o meno a tema, fantasmi colorati e così via! Qualcuno potrebbe storcere il naso e fare snob, magari sente così superiore rispetto a questo marchiano e grossolano successo del capitalismo, ma, al di là di un iniziale straniamento dovuto all’american way of life, non riesco a fare lo snob, proprio No, ma riesco solo a dire sob … per via del conto da pagare!



Ah, sì poi abbiamo assistito allo spettacolo.

Restate connessi, segue aggiornamento