(url immagine: http://www.macrolibrarsi.it/data/cop/zoom/l/la-classe-capovolta-libro-74151.jpg)
Il presente
volume di Maglioni e Biscaro è agile e diretto nel suo approccio alla cosiddetta didattica capovolta. E questo appare un pregio dal momento che è opera di docenti impegnati direttamente sul
“fronte” scolastico, ovvero dove ci si sporca le mani in prima persona e dove
si è per davvero esposti ai reali rischi della professione.
Dunque, è più una breve guida che una estesa e "pensosa" trattazione teorica sul modello pedagogico della flipped classroom. Non deve, pertanto, sorprendere che sia una veloce introduzione a quel che il flipped teaching consente. Ritengo, allora, che sia oltremodo apprezzabile lo sforzo compiuto dagli
autori, così come sia da provare certi suggerimenti che
lo stesso attiva o consente di proporre.
Tuttavia, al
tempo stesso, ritengo vi siano alcune criticità. Ma nessuna paura: sarò breve.
In qualche modo, si vagheggia la figura di un docente editor di contenuti multimediali.
Questo sarebbe apprezzabile, ma l’efficacia effettiva di un coinvolgimento
conseguente degli alunni è tutta da valutare.
È, sicuramente, vero
che il docente ha sempre la responsabilità dell’apprendimento dei
propri alunni, ma siamo sicuri che ciò basti a restituire smalto e
riconoscimento sociale ai docenti? Al riguardo, mi considero dubbioso.
È parimenti vero che il docente deve sempre e comunque mettere i propri alunni
nelle condizioni ottimali per raggiungere il proprio successo formativo, ma perché lo stesso deve trovare autonomamente motivazioni ulteriori rispetto a quelle, di per sé prosaiche, del salario che riceve
per le sue prestazioni? In parole povere, i docenti italiani percepiscono già una paga
misera, perché dovrebbero aumentare le proprie prestazioni (visto che il modello in questione lo comporta quasi in automatico, e almeno nelle fasi iniziali di incorporazione dello stesso)?
Quello del docente è sicuramente un lavoro usurante, solo che non è riconosciuto come tale. Allora, il flipped learning presenta un vantaggio: solleva il docente dalle malattie professionali inerente allo stress della voce o del canale oro – faringeo. Non dovendo più
spiegare, sgolarsi, o parlare dalla prima all’ultima ora di lezione viene meno almeno questo rischio correlato alla
pratica professionale.
Detto questo, non rimane che mettere alla prova il modello in questione e valutarne la sua effettiva efficacia.
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