Pillole
di #verascuola 2
“Un
altro diffuso convincimento riguarda il fatto che l’insegnamento sia più
efficace se si avvale della tecnologia […] e che i curricoli (più multimedialità
= più apprendimento) si debbano adattare ai desiderata dei giovani, i quali
vorrebbero una scuola all’avanguardia. Sfortunatamente le risultanze scientifiche
hanno sistematicamente smentito l’ingenua convinzione dell’automatico effetto
benefico delle tecnologie”
(A.Calvani,
Come fare una lezione efficace, Carocci, Roma, 2015, p. 36)
Le parole di Calvani sono quanto più preziose ci possa essere nel
confuso e prono politicamente panorama pedagogico italiano. Infatti, a fronte
di un’eccessiva e acritica adesione al mantra di tendenza del ‘più
tecnologia = più qualità didattica’, Calvani sottolinea, e dall’alto della sua
esperienza e del suo curriculum in merito, come un maggiore uso di tecnologia
non si traduca affatto in un automatico miglioramento degli apprendimenti!
Ora abbiamo pure le ricerche a dimostrarcelo, ma, e di sicuro,
bastavano un po’ di buon senso, così come pure un po’ di conoscenze minime di
pedagogia, per evitare di cadere nel facile ed ingenuo tranello … D’altra
parte, chiunque sappia come funzioni una lezione o come funzioni la scuola sa
benissimo che le tecnologie sono dei neutri strumenti, privi di per sé di
qualsivoglia valenza formativa, e che, al contrario, per favorire un
innalzamento qualitativo degli apprendimenti se ne richiederebbe un uso
funzionale …
Ma a fronte della #verascuola v’è l’edulcorata #labuonascuola ove,
ed ancora, si cade nell’ingenuità di cui sopra e si propone un indecente Piano
Scuola Digitale … avremo un giorno anche ottimi alunni digitali? Chissà!
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