Cerca nel blog

mercoledì 3 aprile 2013

Triangolazioni

"la coincidenza tra segni scritti e discorsi orali riduce le parole a cose, fa del linguaggio un mondo e apre la strada all’emergere dell’idea stessa di rappresentazione, in cui l’antico evento sociale linguistico si spezza in due mondi autonomi, un “mondo di segni”, il linguaggio, convenzionale e interpretato da “regole”, che si lascia “scrivere” e “parlare” e che deve riflettere un “mondo di cose”, sordo e muto, la realtà, che invece si lascia “rappresentare”"

(L. Borzacchini, Il computer di Platone. Alle origini del pensiero logico e matematico, Edizioni Dedalo, Bari, 2005, p. 71)



L'importanza della semiotica è qui non trascurabile, e nemmeno per l'interesse proprio della logica la quale, primariamente, quanto inevitabilmente, si trova nel mezzo del guado tra pensiero e realtà, alle prese con quello strumento imperfetto che è il linguaggio.



Scivolando ora verso l'uno ora verso gli altri due angoli, la logica percorre del tutto i vertici progressivi del cosiddetto triangolo semiotico il quale descrive, ed esprime altrettanto bene, l'intera esperienza umana interna al mondo, sia pure nei termini di polarizzazioni differenti: 1) mente; 2) realtà; e, 3) linguaggio.



Rispettivamente, non tre mondi diversi, ma tre maniere complementari di rappresentare ordini differenti di oggetti: a) i pensieri; b) le cose; c) le enunciazioni.



Tanto (a) quanto (b) e (c) non fanno altro che fornire descrizioni possibili di enti diversi, siano essi attinenti alla mente, alla realtà oppure al linguaggio stesso.



Forse, la semiotica, più che essere una teoria dei segni, probabilmente incompiuta, e per forza di cose proprio così, appare essere lo strumento non della conoscenza delle cose del mondo, ma della loro interpretazione.



E questo tanto basta per liquidare le pretese postmoderne di sostituzione della realtà con la finzione, o della riduzione della prima alla seconda: per interpretare, e costruire, mondi, bisogna prima conoscere il mondo, averne cioé conoscenza.



Questo, ovviamente, indipendentemente dal fatto che comunque la conoscenza sia un processo attivo, e non passivo, di accesso al mondo e alle informazioni che se ne possono derivare.







(immagine tratta da: http://www.google.it/url?sa=i&source=images&cd=&cad=rja&docid=nLlLunji2ZB3cM&tbnid=XhHYIeXk6LCKZM:&ved=0CAgQjRwwAA&url=http%3A%2F%2Fwww.wikideep.it%2Flouis-hjelmslev%2F&ei=gDpcUZi0BIX74QT704HADg&psig=AFQjCNEk_yjViI6pTZYTjeamuY7HHyBOyg&ust=1365085184186877)



Alessandro Pizzo

Crea il tuo badge

Nessun commento:

Posta un commento

Se desideri commentare un mio post, ti prego, sii rispettoso dell'altrui pensiero e non lasciarti andare alla verve polemica per il semplice fatto che il web 2.0 rimuove la limitazione del confronto vis-a-vi, disinibendo così la facile tentazione all'insulto verace! Posso fidarmi di te?