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giovedì 18 aprile 2013

Scarpelli e l'etica senza verità!

"il problema fondamentale della filosofia morale contemporanea è il problema della distinzione e dei rapporti tra le proposizioni descrittive (vertenti su fatti) e le proposizioni direttive (prescriventi comportamenti, assegnanti valori a comportamenti e cose): come si dice nella filosofia di lingua inglese, la is-ought question"

(U. Scarpelli, Introduzione, a: F. E. Oppenheim, Etica e filosofia politica, Bologna, Il Mulino, 1971, p. viii)

Scarpelli riepiloga un must della filosofia analitica in materia morale, mettendo in luce la ben nota distinzione tra le proposizioni apofantiche, per come le chiamerebbe il buon Aristotele, quelle cioé che hanno ad oggetto le cose reali e la cui funzione è per l'appunto quella di descrivere queste ultime, e le proposizioni prescrittive, le quali hanno ad oggetto la prescrizione di ben determinati stati di cose e la cui funzione è per l'appunto dirigere il comportamento umano.


Solo mi chiedo: è ancora vitale tale distinzione? O non è possibile intravedere ulteriori sentieri? Diverse modalità di sistemazione dei rapporti tra le prime e le seconde? E tra la prima e la seconda funzione del linguaggio umano?

Come altre questioni, anche la presente interroga l'oscurità, brancola nel buio, non dell'ignoto, ma del non ancora illuminato.

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