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giovedì 1 gennaio 2015

Pace al mondo


(J, Ratzinger, Gesù di Nazaret, Rizzoli, Milano, 2007)

Il libero (?) pensiero contemporaneo tende ad equiparare qualsiasi scelta esistenziale, ivi compresa la non scelta o, addirittura, il non poter giudicare condotte terze a dir poco imbarazzanti.

Bene, chiediamoci, e piuttosto, qualcuno diverrà beato perché ha agito in coscienza, a prescindere da quel che ha concretamente fatto? 

Qualcuno sarà beato perché ha ucciso altre persone nella "guerra santa"? 

Qualcuno diverrà un beato perché ha rispettato rigidi rituali di abluzioni corporee? 

Ed ancora qualcuno sarà beato perché ha sacrificato determinati animali? 

Qualcuno sarà beato perché ha elevato a norma di coscienza sue opinioni o suoi desideri? 

In tutti questi casi, questo qualcuno si è sforzato di uniformarsi ad un modello positivo di condotta o ha esteso oltremisura il proprio io? E in tutti questi casi, perché, in fin dei conti, dovrebbe essere beato? In cosa ha eguagliato la giustizia?

No, non tutte le vite sono uguali, non tutte le azioni buone per la santità. 


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