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mercoledì 20 luglio 2016

Esperienza ...

"Se il docente decide di partire dall'esperienza fa sua un'esigenza profonda degli allievi della scuola del terzo millennio: dare autenticità, dare senso alla quotidianità scolastica, avvicinarsi al loro mondo e alla loro cultura"

(E. Bricchetto, Partire dall'esperienza, in P. C. Rivoltella, Fare didattica con gli EAS, La Scuola, Brescia, 2015, p. 96)

Autenticità.

Questo il must, l'obbligo, l'imperativo categorico del fare scuola oggi!

Ed è vero, benché non sempre del tutto possibile ...

Tuttavia, questa volta desidero svolgere delle riflessioni non cogenti.

Infatti, è vero che avvicinare l'astrattezza contenutistica degli apprendimenti scolastici alla quotidianità dei vissuti umani è una buona cosa, onde favorire anche il successo formativo, via l'attivazione della motivazione ad apprendere negli alunni stessi, ma vi è pure una dimensione dell'apprendimento irriducibile all'utilizzabilità o alla prossimità nella/alla quotidianità, vale a dire la perfetta inutilità di alcuni contenuti curriculari!

E la loro bellezza consiste appunto in questo: non essere prossimi alla quotidianità delle nostre schizzate esistenze concrete!

Penso anche che ciò sia estremamente formativo, dal momento che l'esistenza di questi fenomeni del tutto irriducibili mette i ragazzi con le spalle al muro: non tutto funziona in senso strumentale! Anche la diversità insegna! Anche la non strumentalità! V'è qualcosa di gratuito che sfugge alla ferrea logica quotidiana dei vissuti meccanici!

Fare tesoro di queste differenze, di tale irriducibilità, con tutto quel che comporta, è arricchire l'esperienza stessa dei ragazzi, educandoli al fatto che non tutto è riducibile al concreto, al materiale, alla strumentalità ...


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