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martedì 13 settembre 2016

Secoli brevi ...

"Come possiamo attribuire un significato al Secolo breve, cioè agli anni che vanno dall'esplosione della prima guerra mondiale fino al collasso dell'URSS, i quali, per quanto possiamo considerarli retrospettivamente, formano un periodo storico coerente che è giunto al termine? [...] non si può dubitare seriamente del fatto che negli ultimi anni '80 e nei primi anni '90 è finita un'epoca della storia del mondo e ne è iniziata una nuova"

(E. J. Hobsbawm, Il secolo breve. 1914 - 1991, Rizzoli, Milano, 2004, p. 17)

Questo scriveva lo storico marxista Hobsbawm agli inizi degli anni '90, non solo per rendere conto del mestiere dello storico, ovvero ricercare un significato per periodi storici più o meno estesi, ma anche per mettere in luce quei momenti di "frattura" che inducono a dividere lo svolgimento temporale lungo sequenze cronologiche ben precise, dando luogo ad ipotesi storiografiche che ritagliano il fluire del tempo in intervalli storici significativi, sino a ricomprenderli entro "periodi storici coerenti".

Di conseguenza, il '900 viene considerato un secolo breve dato che l'ipotesi storiografica soggiacente, e che lo inscrive all'interno di un intervallo storico ben preciso, lo limita all'arco che va dal 1914, anno di inizio del primo conflitto mondiale, al 1991, anno di dissoluzione del comunismo sovietico.

Come a dire che il '900 è un secolo breve perché dura meno di cento anni ed anche perché è costellato di avvenimenti, mutamenti e processi densissimi.

Ma è la cultura di origine che inclina lo storico a considerare il Novecento un secolo breve, ovvero la parabola di soli 77 anni del comunismo, le cui vicissitudini storiche consentono di cogliere tutto il secolo come un periodo storico coerente e come incastonato all'interno della sua stessa evoluzione, dall'affermazione, durante la prima guerra mondiale, al suo declino, con la dissoluzione dell'impero sovietico ...

La storia, però, come si sa, è una costruzione umana, una proiezione all'indietro di opzioni ermeneutiche le quali valgono sino a che consentono di comprendere meglio rispetto ad altre opzioni concorrenti il passato.

Anzi, se consentono di " (ri-)costruire" il passato meglio di altre interpretazioni.

Al di là di queste ultime, si stagliano i fatti bruti inerti e privi di significato ...




(url: http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/files/2012/05/hobsbawm.jpg)

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