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mercoledì 11 dicembre 2013

Scene da un pronto (?) soccorso ... II




E finalmente dopo una preliminare, e davvero essenziale, visita da parte del medico di turno, mi inviano al reparto di radiologia per gli accertamenti del caso ...



Vale a dire che mi abbandonano per un'oretta in un angusto corridoio orribilmente colorato di un azzurro pastello e senza anima viva che, come me, percorra, anche solo per sbaglio, lo stesso.


Mio malgrado, e con il collo bloccato, mi adagio su una di quelle orride e squallide sedie delle sale d'aspetto di medicina ed attendo che qualcuno mi chiami.



Il tempo trascorre così grigio ed uguale, senza né chiamata né l'interessamento di qualcuno alle mie condizioni. Solo una volta, l'infermiere che mi ha accompagnato in reparto, lì di passaggio obbligato dal pronto soccorso a tutti gli altri reparti, vedendomi da lontano commenta ad alta voce "Ancora là è quello lì?", generandomi moti di soddisfazione e di narcisismo ...



Ad un certo punto si materializzano, come penso facciano i fantasmi, se mai esistono, o perlomeno come narrano in genere i romanzieri, due robuste, e perfetti simboli del femminino, barellieri le quali, con grazia ed eleganza, parcheggiano un poveretto adagiato sul suo lettino di fronte a me, in un'ansa che prolunga l'arco di squallide seggiole sulle quali accasciarsi in attesa di tempi nuovi.


E si resta ancora lì in attesa ... di Godot, probabilmente.


Mi viene voglia di alzarmi e di andare in cerca d'aiuto, almeno di conforto, ma un po' per il dolore e un po' per il timore di venir scavalcato nell'ordine di attesa, resisto al mio posto e faccio scivolare i miei occhi, non so se dolcemente, su tutti gli schizzi di quel sublime pittore che ha colorato la parete che ho di fronte ...



Nel silenzio rarefatto di quel seminterrato privo di luce solare ed illuminato dal pallore diafano del neon, improvvisamente, e capita un paio di volte, si scorgono figure furtive e rapide di uomini e donne che, in camice bianco, dunque, con tutta probabilità medici, si affacciano da una porticina nascosta, percorrono di corsa l'area del corridoio e s'infilano alla velocità della luce in un'altra porticina, altrettanto occulta, nella parete opposta ... e ti chiedi  a quel punto in cosa consista il loro lavoro ...


Ma rimani seduto al tuo posto, tra le chiacchiere femminili delle due barellieri e i lamenti dell'infermo là ...


Seduto e lasso ...


Improvvisamente la quiete surreale di quell'altrove dove sei relegato viene rotta dall'apparizione di una donna la quale urlando "Radiologia! Radiologia!" abbatte tutte le porte socchiuse e dormienti del reparto con la sua stampella ...


"In qual luogo di oscura follia sono finito?", comincio a pensare mentre trattengo a stento una risata isterica, oltre che amara, ma dal reparto di radiologia nessuna fa capolino mentre quella dolce signora mette a soqquadro strutture e stipiti ...



Dopo alcuni minuti di ordinaria follia, una delle due barellieri, la più "carina" si alza e va incontro alla signora. Al che assisto al curioso e bizzarro dialogo (tradotto in italiano dallo slang siculo) tra le due:



Barelliera: signora, cosa fa? Chi cerca?
Signora: ah, allora qualcuno c'è!
B: sì, signora, ci siamo noi, desidera?
S: sì, cercavo il personale di radiologia ...
B: ma cosa deve fare?
S: io nulla
B: e allora cosa ci fa qui?
S: no, è per mio marito
B: suo marito?
S: sì, l'avete prelevato prima dalla stanza ...
B: e dov'è ora?
S: l'avete riportato in stanza ...
B: ma non doveva fare un esame?
S: sì, la risonanza
B: allora appena siamo pronti lo preleviamo nuovamente
S: no, è che è privo di sensi ...
B: e lei scende a radiologia per chiedere aiuto?
S: il fatto è che ho pensato che l'avete sedato ma siccome avete perso troppo tempo non vorrei che si svegliasse e che girasse la testa proprio mentre effettua la TAC ...
B: signora, guardi che noi non sediamo proprio nessuno! Ma cosa dice?
S: ah ... non l'avete sedato?
B: ma si figuri! Si sarà addormentato di suo!
S: ah ... può darsi ... ma pensavo che l'aveste sedato ...
B: e pensava male!
S: e ho sentito dire che alle 17.30  chiude il reparto, riuscite a visitarlo prima?
B: ma chi le ha detto che chiudiamo? Agli esterni forse, ma per i ricoverati resta aperto ...
S: ah ... bene ... allora che faccio?
B: vada da suo marito, magari ha bisogno di aiuto e non appena possiamo veniamo a prenderlo ...
S: sì, d'accordo, arrivederci allora!


Sprofondo nei miei pensieri, un indistinto e vago languore a metà strada tra l'antropologia e la metafisica ...


Dove sono finito?


Improvvisamente, uno di quei camici bianchi di cui sopra fa capolino alla mia destra e, senza guardami mai in faccia, ma sempre con lo sguardo ben ficcato dentro al palmare, ci chiede "Cosa dovete fare?" ... al che penso di rispondere "Una piroetta, le va bene?'", ma non lo faccio e rispondo come mi viene, dato che nemmeno mi hanno detto che esame dovrei fare, e dico "Un esame radio, credo ..." ... quello resta un po' interdetto ma poi con sufficienza aggiunge "ah .. sì, sì", ma senza dirmi altro scappa letteralmente dov'è il locale della TAC.



Non so che pensare. Ora le barelliere sono diventate tre, si è aggiunta una terza in borghese ma molto in confidenza la quale fa mostra alle "amiche" di una lastra suo orgoglio perché prova di non so quale infortunio a causa del quale, suo malgrado, la poveretta è costretta a passare le giornate sul divano ... "Interessante!", mi dico, ma mi duole troppo il collo per mandarle a quel paese ... le tre così continuano nel modo (tradotto in italiano dallo slang dialettale) che segue:

BarelliereBorghese: ragazze, sapete come passo i pomeriggi?
Barelliere1: no, come?
Barelliere2: potessimo anche noi!
BB: sul divano! e come posso passarmi il tempo?
B2: guardi la tele?
BB: sì, ma non basta per far passare il tempo
B1: e quindi cosa fai?
BB: mi faccio una bella tazza di tè caldo!
B2: e fai bene!
B1: eppure ci vorrebbe qui in reparto
B2: e come potremmo?
BB: sapete, ho un bollitore che scalda l'acqua in pochissimo tempo, appena due minuti e l'acqua è calda!
B2: a quel punto basta aggiungere un filtro, dello zucchero e il tè caldo è pronto!
B1: altro che macchinetta!
BB: questo bollitore non lo uso ... e se lo portassi in reparto, per tutte noi?
B1: buona idea!
B2: sì, ma dove lo mettiamo?
BB: ci sono degli armadietti vuoti?
B1: non saprei
B2: non credo
BB: ho trovato!
B1: cosa?
B2: come?
BB: lo teniamo qui in reparto in una scatola di scarpe. Così lo prendiamo solo quando serve, poi lo mettiamo via e nessuno può dirci nulla!
B2: ottimo!
B1: buona idea! Mi sei piaciuta!
BB: allora un'altra volta lo porto


Il tè all'aroma di scarpe ... una nuova delizia!

Aiuto!


Finalmente, un'altro camice bianco compare ex machina ed avvia la sequela di esami. Prima l'infermo sul lettino, poi la signora in carrozzina in precedenza esposta all'abluzione solare come una pianta e che nel frattempo s'è aggiunta alla nostra "allegra" combriccola,  ed infine il sottoscritto ...


Ma delle modalità diagnostiche avrò modo di parlare in seguito ...



(immagine tratta da: http://www.argoit.com/images/faqsez/it/divisione-ambiente/1348132247-esistono-dei-criteri-precisi-per-stabilire-quanti-addetti-al-servizio-pronto-soccorso-devono-essere-presenti-in-un-azienda.jpg)


(continua)

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