(url immagine: http://giotto.ibs.it/cop/copj170.asp?f=9788874661220)
Nel testo presente trovo valida la seguente distinzione tra mappe concettuali e mappe mentali, per una realtà, quella scolastica, molto confusa ed imprecisa al riguardo.
Le prime, infatti, adoperano una matrice cognitiva di tipo "connessionista" (p. 21).
Le seconde, invece, ne adoperano un'altra di tipo "associazionista" (p. 21).
Tali differenze sono riconducibili "alla diversa natura strutturale della rappresentazione" (p. 22).
In altri termini, non è sufficiente dare una veste iconica o di schema alle conoscenze perché queste diventino immediatamente efficaci sul piano didattico, ma è bene porsi la questione seguente: a che scopo ne forniamo una rappresentazione grafica? Vogliamo indicare relazioni tra concetti? Oppure desideriamo classificare le informazioni?
Rispondete a tale questione è, ai presenti fini, cruciale, dato che fa giustizia della confusione suddetta e della maniera poco trasparente con la quale gli operatori scolastici vi si avvicinano.
Infatti, se desideriamo rendere visibili le connessioni concettuali tra le conoscenze, allora costruiamo delle mappe concettuali. Se, al contrario, desideriamo classificare le informazioni secondo criteri o modelli o chiavi razionali, allora, costruiamo delle mappe mentali.
Ma, e più a fondo, mi si consenta il seguente affondo: sono didatticamente efficaci le rappresentazioni grafiche della conoscenza? Secondo me, tutto dipende da due pre - condizioni:
1) tali rappresentazioni devono essere costruite "insieme" agli alunni, altrimenti resta l'ennesimo medium didattico inefficace;
2) tali rappresentazioni sono sempre successive allo studio, altrimenti si equivoca sul rapporto tra contenuti e strumenti.
Invece, e purtroppo, si assiste troppo spesso a docenti che si costruiscono le loro mappe, o le reperiscono on - line, e che poi le propinano agli alunni, meravigliandosi ogni volta del loro disinteresse o del loro mancato profitto!
La rappresentazione grafica della conoscenza accosta, non sostituisce, i contenuti di studio, altrimenti ci si sbaglia, e di grosso, nell'attribuirle una potenza didattica che, oltre ad essere prodigiosa, proprio non ha. Sarebbe un po' come quei docenti che annettono chissà quali possibilità didattiche al computer e poi si meravigliano che, lasciati davanti questi ultimi, gli alunni non producano!
Allora, chiariamoci bene le idee e scegliamo prima le finalità rispetto alle quali la costruzione di rappresentazioni grafiche della conoscenza deve rispondere!
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