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lunedì 14 marzo 2016

(Non) Trivello, ergo sum?


Il 17 aprile 2016 si terrà il tanto noto referendum contro le trivelle, e già i corvi sui tetti gracchiano sul da farsi: votare 'sì', per dire 'no' alle trivelle! L'Italia non si trivella! Io sono il mare! etc. etc. questo è cosa lo streaming principale inonda sui poveri elettori ...

Ma chi sostiene, in piena e legittima coscienza, di dover votare 'sì', è a conoscenza dell'esatto quesito sui quali sono convocati i comizi?



Leggiamolo assieme: "Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”.




Uhm ... parole criptiche! Che significa? Che, qualora dovessero vincere i "sì" con un quorum superiore al 50% più uno degli aventi diritto, le attuali concessioni attive entro le 12 miglia dalla costa verrebbero fermate anche se il relativo giacimento è ancora non esaurito.


Come afferma Internazionale on - line: "Se vincerà il sì, sarà abrogato l’articolo 6 comma 17 del codice dell’ambiente, dove si prevede che le trivellazioni continuino fino a quando il giacimento lo consente. La vittoria del sì bloccherà tutte le concessioni per estrarre il petrolio entro le 12 miglia dalla costa italiana, quando scadranno i contratti. Tra gli altri saranno interessati dalla misura: il giacimento Guendalina (Eni) nell’Adriatico, il giacimento Gospo (Edison) nell’Adriatico e il giacimento Vega (Edison) davanti a Ragusa, in Sicilia. Non saranno interessate dal referendum tutte le 106 piattaforme petrolifere presenti nel mare italiano per estrarre petrolio o metano".



Ora, mi sovvengono solo alcune domande, del tutto trascurabili a fronte della ravvivata coscienza ecologista nostrana (la quale, e stranamente, non si esprime mai nella forma "facciamo questo perché consente di migliorare quello", ma sempre nella forma "non facciamo questo, quello e manco l'altro!"):



1) come mai il presente quesito non dice nulla sulle future nuove concessioni di trivellazione (e non potrebbe dato che l'istituto referendario nel nostro ordinamento è solo abrogativo)?

2) non sarebbe stato più utile disporre diversamente degli importi per finanziare la consultazione?

3) se una parte del fabbisogno nazionale è garantita dalle attuali concessioni, da dove, a che prezzo e con che costo ambientale (trasporto; posa di tubi; raffinazione; etc.) ci abbevereremo altrimenti?

4) come mai i miei concittadini ringalluzziti dallo slogan "No - triv" sono pronti, a parole, a difendere l'ecosistema marino, senza però porsi il problema della qualità dei propri sistemi di depurazione delle acque reflue cittadine?

5) i miei simpatici amici "No - triv", così simili a tante altre sigle "No - qualcosa", scoprono solo ora la fragilità dei nostri mari? Sono a conoscenza dell'effettivo livello di inquinamento degli stessi? Personalmente, durante la mia infanzia ricordo il mare con un colore e con una consistenza molto diversa dagli attuali ...

6) si finanzia la ricerca sulle rinnovabili abrogando le piattaforme attualmente in funzione? Ne dubito ...


Questa è l'Italia, dove l'eco e il bio sono vuoti contenitori degli umori viscerali degli elettori e dove timori irrazionali (paventati disastri ecologici di sversamenti in mare) colorano irresponsabili tornate referendarie intorno al ... nulla! 


Penseremo un giorno alla salubrità attuale dell'aria? Penseremo un giorno al surriscaldamento climatico? Penseremo un giorno all'effetto serra? Penseremo un giorno al clima tropicale che ci annienta? Penseremo un giorno a che Paese essere da grandi?

No, votiamo 'sì' al referendum sulle trivelle, e viviamo in pace, e con una coscienza pulita, per il resto dei nostri giorni ...


(url immagine: http://www.irpinianews.it/wp-content/uploads/xno-triv-1440x564_c.jpg.pagespeed.ic.Z_STvb0rZW.jpg)

1 commento:

  1. Sono completamente in accordo con lei. Penso comunque sia difficile conciliare tutte le opinioni di gran parte degli italiani che si interessa, come lei, a questo tema molto importante. Il referendum, come intuisco lei voglia dire, è solo un piccolo passo verso l'irraggiungibile equilibrio con l'ambiente ma è pur sempre un utile passo in avanti. Dato che ci è data questa opportunità è nostro interesse coglierla al volo prima che scappi via...

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