"l’idea intuitiva che sta
dietro alla mia versione dell’approccio delle capacità è duplice: anzitutto,
che alcune funzioni umane sono particolarmente essenziali per la vita umana,
nel senso che la loro presenza o assenza è contrassegno caratteristico della
presenza o assenza della vita umana. In secondo luogo […] che una vita la quale
sia stata così impoverita da non essere degna di un essere umano, sia una vita
che si continua a vivere più o meno come farebbe un animale, dal momento che
non si è capaci di sviluppare e di esercitare le proprie facoltà umane"
(M. C. Nussbaum, «Mi
trovai bella come una mente libera»: libertà delle donne e giustiza, in M.
C. Nussbaum, Giustizia sociale e dignità umana. Da individui a persone,
Il Mulino, Bologna, 2012, p. 73)
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