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domenica 2 novembre 2014

Handicap sociale



Con l'ICF si "capovolge il punto di vista, ricollocando al proprio posto il protagonista, la persona, l’alunno".

(F. Stasolla – V. Albano, ICF e PEI nelle disabilità dello sviluppo, Libellula, Tricase, 2013, p. 29)

In realtà, le cose non stavano esattamente in questi termini prima che la classificazione ICF venisse approvata.

Infatti, tutti sanno, o dovrebbero sapere, che l'handicap non è della persona affetta da qualche menomazione, ma delle condizioni sociali e fisiche dentro le quali sviluppa la sua esistenza. Qui il mio ragionamento più esteso.

Pertanto, non è affatto vero che in precedenza si guardasse solo alle incapacità, perdendo di vista la centralità della persona, con i suoi bisogni, ma è vero, viceversa, che il rischio è sempre il solito: dimenticare che le le cause invalidanti non risiedono nella persona, ma nella particolare organizzazione sociale che il consorzio umano ha scelto e manda avanti, e che penalizza alcuni a vantaggio di tanti altri.


(url immagine: http://www.erisee.org/node/img/icf.jpg)

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