"Pericle,
Discorso agli Ateniesi, 431 a.C.
Qui
ad Atene noi facciamo così.
Qui
il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene
chiamato democrazia.
Qui
ad Atene noi facciamo così.
Le
leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private,
ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando
un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire
lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e
la povertà non costituisce un impedimento.
Qui
ad Atene noi facciamo così.
La
libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo
sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al
nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi
siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre
pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un
cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie
faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per
risolvere le sue questioni private.
Qui
ad Atene noi facciamo così.
Ci è
stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di
rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che
ricevono offesa.
E ci
è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono
nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui
ad Atene noi facciamo così.
Un
uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma
inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh
tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi
non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi
crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il
frutto del valore.
Insomma,
io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce
sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a
fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta
al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui
ad Atene noi facciamo così"
(Tratto
da Tucidide, Storie, II, 34-36)
Un discorso ad alto concentrato di retorica e di leadership, ma non tanto dissimile o distante dalla retorica pubblica in uso nei nostri paesi!
Bisognerebbe riflettervi sopra!
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